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Gian Lorenzo Bernini, Scalone quadrato di Palazzo Barberini

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Scalone quadrato di Gian Lorenzo Bernini (1630 ca.) - Palazzo Barberini - Roma   Secondo la tradizione spetterebbe a Gian Lorenzo Bernini il disegno dello scalone a pozzo quadrato nel progetto di ampliamento di palazzo Sforza, comprato dai Barberini nel 1625 per essere destinato ad abitazione principale della famiglia. Contrapposto a quello elicoidale di Francesco Borromini, sia per posizione all’interno del palazzo che per impostazione stilistica, il progetto di Bernini doveva tener conto di una più complessa articolazione di livelli perché si inseriva nella preesistente ala settentrionale dell’edificio Sforza. Partendo dal piano più basso lo scalone doveva infatti collegare l’ingresso principale sul cortile della Cavallerizza (distrutto nel Novecento per la creazione di via Barberini) con la già esistente scalinata che conduceva al livello del giardino e poi salire al piano nobile, e al piano superiore.  Bernini riuscì a supera

Venezia e la Porta della Carta. Perché si chiama così?

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Fig. 1 Venezia, Palazzo Ducale - La Porta della Carta. Scultura Doge Foscari con il Leone alato. Fig. 2 Venezia, Palazzo Ducale - Ingresso Porta della Carta A cura di Manuela Moschin curatrice della pagina Facebook e Blog www.librarte.eu  Se siete stati a Venezia avrete senz'altro notato l'antico ingresso monumentale chiamato La Porta della Carta (Fig.1 e 2) situato tra il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco. Perché si chiama Porta della Carta? Perché ai tempi dei dogi, all'ingresso del Palazzo Ducale, si trovava un banco con uno scrivano che aiutava gli analfabeti, ovverosia le persone che avevano la necessità di scrivere una lettera, oppure un contratto. Si tratta di un capolavoro tardogotico iniziato nel 1439 e terminato nel 1442, che è dotato di un ricchissimo apparato decorativo a marmi intagliati. Sotto l’ornata trifora è stato rappresentato il doge Francesco Foscari (Fig.1) inginocchiato davanti al Leone alato, simbolo di San Marco. Da un’antica tradizione si

Francesco Borromini, Scala elicoidale di Palazzo Barberini

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Scala elicoidale di Francesco Borromini (1633-1634) - Palazzo Barberini - Roma  La scala, progettata da Francesco Borromini, serve l’ala sud del palazzo, ed è complementare a quella del Bernini, secondo un principio non solo estetico, ma anche distributivo e funzionale. Accessibile dal porticato esterno, conduceva agli ambienti del cardinale Francesco Barberini ed era destinata a una circolazione più privata.  È elicoidale, quindi segue il principio dell’avvitamento attorno a un’asse di rotazione, ed è a pianta ovale, ovvero presenta uno schiacciamento in senso longitudinale, consentendo una salita più agevole rispetto alle scale a pianta circolare. Tale modello è codificato nella trattatistica cinquecentesca dal Vignola, da Sebastiano Serlio e Andrea Palladio.  Ogni girata è composta da 12 colonne doriche binate, il cui capitello è decorato con piccole api (simbolo araldico della famiglia). L’asse maggiore misura 9,40 m, l’asse

Giovanni da Rimini, Storie di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Da Rimini, Storie di Cristo (1305ca.) - Palazzo Barberini - Roma La tavola, acquistata nel 1897 dalla collezione Sciarra, illustra in sei riquadri altrettanti episodi della vita di Cristo: la  Natività , la  Crocifissione , la  Deposizione , la  Discesa al Limbo , la  Resurrezione  e, infine, il  Giudizio universale . L’opera è stata attribuita a Giovanni da Rimini per la prima volta da Roberto Longhi nel 1935; in seguito, è stata inoltre identificata come parte di un dittico, l’altra metà del quale è conservata alla National Gallery di Londra. Resta tuttavia ignota l’originaria collocazione delle due tavole.  I soggetti scelti rimandano a modelli della tradizione bizantina, a dimostrazione del fascino esercitato dall’arte orientale sugli artisti riminesi del XIV secolo, nonostante la ricezione e la rielaborazione delle innovazioni di Giotto siano invece rintracciabili nella resa dei corpi e dello spazio. Nelle allunga

Alessandro Algardi, Battesimo di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Alessandro Algardi, Battesimo di Cristo (1644-1654) - Galleria Corsini - Roma La piccola scultura attribuita ad Algardi è composta da due blocchi in bronzo dorato uniti al di sopra della base in marmo. Secondo le fonti dell’epoca, una fusione dello stesso modello era stata donata dall’artista al pontefice Innocenzo X Pamphili per ottenerne i favori. L’opera della collezione Corsini è caratterizzata dalla grande qualità del modellato, dalla precisione con cui sono restituiti i dettagli e dall’equilibrio compositivo: lo spazio che separa le due figure principali è chiuso in alto dal gesto del braccio con cui il Battista versa l’acqua su Gesù, e in basso dalle acque del Giordano.  Il bronzetto è rappresentativo della produzione di Algardi, esponente di spicco della scultura classicista seicentesca. L’artista bolognese rappresentò infatti una sorta di alter ego di Bernini, contrapponendo alla predominante corrente barocca una dive

Jacopo da Ponte detto BASSANO, Adorazione dei pastori

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Jacopo da Ponte detto BASSANO, Adorazione dei pastori (1562) - Galleria Corsini - Roma L’episodio dell’adorazione dei pastori, accorsi a Betlemme dopo l’annuncio degli angeli, è narrato nel Vangelo di Luca. Bassano affronta il tema da un lato rispettando la tradizione, dall’altro introducendo innovazioni. Fanno da quinta scenica delle rovine archeologiche, elemento frequente nell’iconografia italiana della Natività. Qui si vede una fila di colonne spezzate su un alto piedistallo, sul modello dei templi greci, cui è addossata una capanna. L’insolita struttura architettonica simboleggia il superamento del paganesimo e la costruzione della chiesa cristiana, di cui la nascita di Gesù è il primo atto di fondazione.  La tela risale agli anni ’60 del Cinquecento, periodo in cui Bassano comincia a scurire le tinte. Le vesti della Madonna, di Giuseppe e dei pastori hanno tonalità smaltate, ma il paesaggio ha un’atmosfera notturna. Ciò

Rosalba Carriera, Allegoria dei quattro elementi - L'Aria, L'Acqua, La Terra, Il Fuoco

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Rosalba Carriera, Fuoco (1739-1743) - Galleria Corsini - Roma La serie dei quattro elementi è realizzata in pastello su carta, tecnica che ha larga diffusione nel Settecento. Rosalba Carriera, pittrice veneziana, diventa una delle ritrattiste più richieste da nobili e sovrani d’Europa, molto abile nel raggiungere col pastello risultati di morbidezza, luminosità, immediatezza e introspezione psicologica. Le serie allegoriche formate da quattro personificazioni – i continenti, le stagioni, gli elementi – sono una tipologia particolarmente diffusa in questo periodo. La Carriera porta a termine quest’opera tra il 1741 e il 1743 per Giovan Francesco Stoppani, nunzio apostolico presso il Senato di Venezia.  Le allegorie hanno un taglio ritrattistico, sono colte in primissimo piano e i loro attributi finiscono al margine (inferiore destro, tranne che nell’Aria), integrati con differenti colori o accessori che ne chiariscono il ruolo

ANNIBALE OPPURE LUDOVICO CARRACCI A PALAZZO BARBERINI ?

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Annibale (o Lodovico) Carracci, Tabernacolo portatile con la Pietà, scene di santi e martiri (1603) - Palazzo Barberini - Roma   Visitando i nuovi allestimenti delle nuove Sale al primo piano dell'Ala nord della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, sono entrato in una Sala che non avevo mai visto prima nel corso delle varie visite effettuate al museo. La Sala 22 è bellissima ed è ricca di marmi e decorazioni che dalle pareti salgono su fino alla volta. Non conosco la sua destinazione iniziale, ma le decorazioni non hanno riferimenti religiosi quindi non credo che fosse una cappella privata. La Sala è dedicata ad una sola singola opera esposta all'interno di una teca che la protegge. L'opera è di un pittore bolognese della famiglia Carracci che si intitola Tabernacolo portatile con la Pietà, scene di santi e martiri   realizzata intorno al 1603 ed è un olio su tavola, rame, ebano e o

Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO, San Pietro e San Paolo - Fondazione Alda Fendi-Esperimenti

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO, San Pietro e San Paolo (1587-1592) - Ermitage - San Pietroburgo (RU) L'opera dell'artista greco Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO  (Candia 1541-Toledo 1614) proviene dal Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, il quale lo ha dato in prestito per qualche mese alla Fondazione Alda Fendi-Esperimenti di Roma. Il dipinto si intitola San Pietro e San Paolo realizzato tra il 1587 ed il 1592, molto probabilmente durante il soggiorno dell'artista a Toledo in Spagna. In quei tempi, l'isola di Creta era sotto il dominio della Repubblica di Venezia e proprio dalla città veneta l'artista incominciò il suo percorso artistico che lo portò prima a Roma e poi definitivamente in Spagna. Ebbe così modo di rielaborare gli stili artistici dei grandi pittori italiani come il Parmigianino, Tintoretto, Tiziano, Correggio, Raffaello, che lo portarono ad improntare uno stile tutto

Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Battesimo di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Battesimo di Cristo (1596-1597) - Palazzo Barberini - Roma Il  Battesimo di Cristo  può essere letto parallelamente all’altro dipinto in collezione, l' Adorazione dei pastori ,  realizzati entrambi come bozzetti per un’opera monumentale composta da più tele e destinata ad una chiesa madrilena. El Greco ha sfruttato il formato verticale per conferire uno slancio ascendente alle composizioni: se per le raffigurazioni del Battesimo è abbastanza comune impostare la scena sulla verticale, per mettere in risalto la discesa dello Spirito Santo su Gesù, questa modalità risulta, invece, decisamente insolita per l’Adorazione dei pastori.  Nei due dipinti, El Greco ha organizzato lo spazio dividendolo a metà: in basso il mondo materiale, in alto la realtà ultraterrena, unificati da una luce quasi argentata, la luce divina, emanata da Dio nel  Battesimo , dalle schiere angeliche e dal Bambino n

Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Adorazione dei pastori

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Adorazione dei pastori (1596-1597) - Palazzo Barberini - Roma L’ Adorazione dei pastori  e il Battesimo di Cristo   sono stati messi in relazione con un’importante commissione che El Greco ricevette nel 1596, un  retablo  – una pala d’altare di grandi dimensioni composta da più dipinti – per la chiesa dell’Incarnazione del Colegio de Doña Maria de Aragón a Madrid. Il  retablo  venne smembrato durante l’età napoleonica e l’ipotesi di ricostruzione più accreditata prevede l’originaria presenza di sei maestose tele, alte fino a 3,5 metri; cinque di queste si trovano al Museo del Prado, mentre l’ Adorazione dei pastori  è conservata presso il Museu de Artà di Bucarest.  I recenti studi e l’ultimo restauro (2009), condotto sulle piccole tele di palazzo Barberini, ne hanno dimostrato l’autografia: si pensa, quindi, che potessero essere dei bozzetti preparatori per il  retablo  o delle copie succe