GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA - PALAZZO BARBERINI

© Photo by Massimo Gaudio

L'Arte di fotografare l'Arte


Galleria Nazionale d'Arte Antica - Palazzo Barberini

Palazzo Barberini si trova nel rione Trevi in via delle Quattro Fontane.
Fu costruito nel periodo che va dal 1625 al 1633 ampliando quello che fu l'edificio della famiglia Sforza, acquistato nel 1625 da Maffeo Barberini eletto papa due anni prima con il nome di Urbano VIII. Per il progetto venne incaricato l'architetto Carlo Maderno, il quale fu aiutato dal nipote Francesco Borromini. Anziché demolire la villa, la inglobò in un nuovo progetto architettonico: l’ala Sforza, ovvero la parte di edificio che affaccia sull’attuale Piazza Barberini, venne collegata a un’altra ala, a essa parallela, tramite un braccio centrale, creando una nuova pianta dell’edificio con una forma ad “H”. Dopo la sua morte avvenuta nel gennaio del 1629, i lavori del cantiere passarono sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini, affiancato anche lui dal Borromini di cui si devono moltissimi particolari decorativi e costruttivi come la bellissima scala elicoidale che si trova nell'ala sud del palazzo. Contrapposto a quello elicoidale, il progetto di Bernini doveva tener conto per lo scalone a pozzo quadrato, di una più complessa articolazione di livelli perché si inseriva nella preesistente ala nord dell’edificio originale.
Una nota particolare merita il grande salone al piano nobile con la volta decorata tra il 1632 e il 1639 da Pietro da Cortona con un affresco dove è raffigurato il Trionfo della Divina Provvidenza che per ampiezza a Roma è secondo solo alla Cappella Sistina. Il Berrettini (Pietro da Cortona) si occupò di affrescare anche la cappella posta nell'ala nord sempre sullo stesso piano. Altra particolarità degna di nota, è l’appartamento che tra il 1750 e il 1770 fu fatto finemente decorare e arredare dalla principessa Cornelia Costanza Barberini e dal consorte, il principe Giulio Cesare Colonna di Sciarra. L'appartamento è parte della Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Barberini e si può visitare soltanto il sabato mattina.
Questo è il "contenitore" che già da solo è un'opera d'arte, il risultato dalla bravura di coloro i quali sono state le figure più importanti del barocco romano. Ora vediamo in modo più approfondito le opere che si trovano al piano terra chiamato Dai Primitivi al Quattrocento.

  Mettetevi comodi, inizia la visita 

Il Palazzo

La facciata

Il portico

Il portico

Lo scalone elicoidale del Borromini

Lo scalone elicoidale del Borromini

Lo scalone a pozzo quadrato del Bernini

Lo scalone a pozzo quadrato del Bernini

Lo scalone a pozzo quadrato del Bernini

Lo scalone a pozzo quadrato del Bernini


Sala Orientamento
La Sala Orientamento è il primo spazio a cui si accede dalla biglietteria/bookshop. Di fronte alla porta d'accesso è esposto un dipinto raffigurante Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII. Nella volta c'è un affresco realizzato da Agostino Tassi e Simone Lagi con lo stemma raffigurante la corona del titolo principesco contornata da uccelli e animali. Questo che ci ricorda che ci troviamo nell'appartamento di Taddeo Barberini principe di Palestrina, secondo nipote di Urbano VIII.

Sala 1 - Volta di Agostino Tassi e Simone Lagi

Antonio Gherardi, Maffeo Barberini presiede i lavori di bonifica del lago Trasimeno (1665) Tempera su cartone


Le croci istoriate
Entrando nella sala si viene accolti dall'opera più antica conservata al museo: la Madonna Advocata. L'opera, risalente alla fine del XII secolo, proviene dalla chiesa di Santa Maria in Campo Marzio. Nella sala sono esposte quattro meravigliose croci istoriate.

Sala 2 - Le croci Istoriate


Sala 2 - Volta, Muse con Apollo e Minerva

Bottega di Alberto Sotio, Christus Triumphants, Madonna, santa Maria Maddalena, san Giovanni Evangelista (inizio sec. XIII)

Maestro del Bigallo, Christus Triumphants, angeli, Ascensione della Vergine; Cristo benedicente e negazione di Pietro (metà sec. XIII)

Pittore Lucchese, Christus Triumphants, Madonna, san Giovanni Evangelista e i due ladroni crocifissi (metà sec. XIII)

Simeone e Machilone, Christus Patiens, Madonna e san Giovanni Evangelista (metà sec. XIII)

Pittore Romano, Madonna Advocata e Cristo benedicente (sec. XI)

Gotico aureo
Sotto la volta affrescata da Camillo Spallucci che ritrae Orfeo che ammansisce gli animali con la musica, sono stati allestiti sulle pareti tre pannelli di color bordeaux che ben fanno risaltare nove dipinti dove il fondo dorato è il tema comune. Provengono dall'area toscana del periodo Duecento e Trecento. Nella sala sono esposti all'interno di una teca due cofanetti in avorio scolpiti dalla Bottega degli Embriachi

Sala 3 - Gotico Aureo


Sala 3 - Volta di Camillo Spallucci, Orfeo che ammansisce gli animali con la musica

Bottega degli Embriachi, Cofanetto con storie di Giacobbe e Griselda (1400-1430) Legno, osso e avorio

Bottega degli Embriachi, Cofanetto con storie di Giacobbe e Griselda (1400-1410) Legno, osso e avorio

Giovanni Baronzio, Storie della passione di Cristo (1330-1340) Tempera su tavola

Giovanni da Rimini, Storie di Cristo (1305-1310) Tempera su Tavola

Maestro della Madonna di Palazzo Venezia, Madonna col Bambino (1340-1350) Tempera su tavola

Noccolò di Segna di Bonaventura, Madonna col Bambino (1335-1340) Tempera su tavola

Pittore veneziano del XIV secolo, San Cipriano (1325-1350) Tempera su tavola

Pittore veneziano del XIV secolo, Sant'Erasmo (1325-1350) Tempera su tavola

Segna di Bonaventura, Madonna con Bambino (1315-1320) Tempera su tavola

Simone di Filippo detto DEI CROCIFISSI, Vergine con Bambino in trono e santi (1389-1390) Tempera su tavola

Seguace di Paolo Veneziano, I santi Andrea e Giovanni Battista (1350 ca.) Tempera su tavola


L' Autunno del Medioevo
La sala quattro mette in contrapposizione due stili diversi ma che riguardano entrambi l'arte sacra. Come già visto nella sala precedente, anche qui come se fosse una continuazione, su una parete è stato allestito un pannello espositivo bordeaux che accoglie due opere raffiguranti la Vergine su fondo dorato realizzate da due artisti veneti, mentre nelle altre pareti sono esposte opere realizzate da artisti provenzali e fiamminghi del XV secolo.

Sala 4 - L'autunno del Medioevo

Sala 4 - Volta di Camillo Spallucci, Orfeo ed Euridice

Jean Changenet, Madonna addolorata (1485-1490) Olio su tavola

Josse Lieferinxe, Pellegrini sulla tomba di san Sebastiano (1497-1499) Olio su tavola

Maestro di San Giovanni Evangelista, Natività e Presentazione al Tempio (1490-1495) Olio su tavola

Maestro di San Giovanni Evangelista, Natività e Presentazione al Tempio (1490-1495) Olio su tavola

Michele Taddeo di Giovanni Bono detto GIAMBONO, Madonna col Bambino (1450) Tempera su tavola

Niccolò di Pietro, Incoronazione della Vergine (1390 ca.) Tempera su tavola

Simon Marmion, Crocifissione (1450 ca.) Olio su tavola


Sala delle Colonne
Questa sala dalla sua costruzione ha avuto varie funzioni, da tinello a biblioteca. Fu il cardinale Francesco Barberini nel 1677 a far ingrandire i locali, farla decorare dal pittore maltese Michelangelo Marulli e a far posizionare le colonne in granito che danno il nome alla sala. La fontana di Bacco riporta sul timpano gli stemmi dei Barberini e i Giustiniani forse per via del matrimonio nel 1653 tra Maffeo (figlio di Taddeo Barberini) e Olimpia Giustiniani. Con questa sala termina il primo percorso del piano terra; quindi, si deve tornare indietro verso la Sala di Orientamento per poi proseguire verso le sale successive.

Sala 5 - La Sala delle Colonne


Sala 5 - Fontana di Bacco


Sala Filippo Lippi
Dopo essere ritornati alla Sala Orientamento dalla Sala delle Colonne, si deve attraversare la sala giungendo così alla Sala 6 chiamata Filippo Lippi da dove inizia un percorso artistico all'interno del periodo pittorico italiano compreso tra il XV e XVI secolo, ovvero dal primo Rinascimento in poi prima dell'arrivo dell'Età Moderna.
Ad accoglierci in questo percorso ci sono due dipinti di pregio di Filippo Lippi affiancati da altre opere realizzate da Nero di Bicci, Benvenuto di Giovanni, Gherardo di Giovanni di Miniato e uno splendido trittico del Beato Angelico. Merita di essere citato l'affresco sulla Volta realizzato da Giuseppe Passeri, Bellerofonte che uccide la chimera.


Sala 6 - Filippo Lippi


sala 6 - Volta di Giuseppe Passeri, Bellerofonte che uccide la chimera

Filippo Lippi, Annunciazione con due donatori

Filippo Lippi, Madonna di Tarquinia (1437)

Benvenuto di Giovanni, Crocifissione con i santi Girolamo e Francesco (1490-1500) Tempera su tavola

Gherardo di Giovanni di Miniato, Madonna adorante il Bambino e angelo (1480-1490) Olio su tavola

Guido di Pietro detto BEATO ANGELICO, Ascensione, Giudizio Universale, Pentecoste (1445-1450) Tempera su tavola

Nero di Bicci, Madonna col Bambino (1465-1470) Olio su tavola


Sala Antoniazzo Romano e Perugino
Nella sala dedicata ai pittori del primo rinascimento nel centro Italia, sono esposte opere realizzate da artisti di rilievo per il periodo, basti pensare al maestro di Raffaello e ad Antoniazzo Romano che con il Perugino furono tra coloro i quali lavorarono alla Cappella Sistina. Lorenzo da Viterbo invece operava principalmente nel territorio del viterbese dove era molto conosciuto e apprezzato.

Sala 7 - Sala Antoniazzo Romano e Perugino


Antoniazzo Romano, Natività con i santi Andrea e Lorenzo

Antonio Aquili detto ANTONIAZZO ROMANO, Madonna col Bambino, san Paolo e san Francesco (1487) olio su tavola

Antonio Aquili detto ANTONIAZZO ROMANO, San Sebastiano con due donatori (1480-1485) olio su tavola

Lorenzo da Viterbo, Madonna con il Bambino e i santi Michele e Pietro (1472) Olio su tavola

Pietro Vannucci detto PERUGINO, San Girolamo nel deserto (1490-1500) Olio su tavola

Pietro Vannucci detto PERUGINO, San Nicola da Tolentino (1505-1507) Olio su tavola


Sala Pedro Fernandez
Realizzata agli inizi del Cinquecento, la grande tavola dal pittore spagnolo Pedro Fernandez è l'anello di congiunzione tra le opere esposte al piano terra e quelle del primo piano, anche se questa sala non è l'ultima del percorso espositivo Rinascimentale. È affiancata nella sala dalla tela del napoletano Francesco Pagano e alzando il naso all'insù è possibile ammirare uno splendido affresco riguardante Parnaso realizzato da Andrea Camassei.

Sala 8 - Pedro Fernandez

Sala 8 - Volta di Andrea Camassei, Parnaso

Pedro Fernàndez da Murcia, La visione del beato Amedeo Menez de Sylva (1513-1514) Olio su tavola

Francesco Pagano, San Sebastiano e santa Caterina d'Alessandria (1480-1490) Olio su tela


Sala il versante adriatico
La sala 10 e la 11 sono diverse e separate da un muro, ma in realtà è come fosse una sola perché una è il continuo dell'altra, visto che il territorio che viene interessato dal discorso artistico che si è sviluppato lungo i territori che si affacciano sull'Adriatico dalle Marche fino ad arrivare alla costa dalmata passando per la laguna veneta. È forte l'influenza di Carlo Crivelli attivo nelle Marche dalla fine degli anni Sessanta del XV secolo, oppure Vivarini o Giovanni Bellini che sono un sicuro riferimento del linguaggio rinascimentale. Anche la volta merita di ricevere l'attenzione dovuta.

Sala 10 - Il versante adriatico


Sala 10 - Volta di Urbano Romanelli, Teseo che riceve il gomitolo di filo d'Arianna

Bernardino di Mariotto, I santi Lorenzo e Andrea (1510 ca.) Tempera su tavola

Luca di Paolo, Angeli adoranti (1475-1480) Tempera su tavola

Luca di Paolo, Angeli adoranti (1475-1480) Tempera su tavola

Niccolò di Liberatore detto NICCOLO' L'ALUNNO, Madonna con Bambino e i santi Francesco d'Assisi, Giovanni Battista, Girolamo e Chiara d'Assisi

Pietro Grill detto PIETRO ALEMANNO, Michele Arcangelo (1485 ca.) Tempera su tavola

Pietro Grill detto PIETRO ALEMANNO, San Pietro (1485 ca.) Tempera su tavola


Sala l'area veneta
L'area veneta ha sicuramente influito sul panorama artistico italiano del XV secolo, grazie all'impronta data da Donatello e dal Mantegna diventato un punto di riferimento, dapprima in patria e successivamente alla corte dei Gonzaga. Questa condizione di interesse artistico da parte dei nobili, ha favorito lo sviluppo di botteghe familiari come quelle dei Vivarini o dei Bellini che, lavorando per la Serenissima Repubblica, portarono la loro arte all'interno di chiese degli Ordini religiosi.

Sala 11 - L'area veneta



Antonello De Saliba, San Sebastiano (1490-1495) Olio su Tavola

Bernardino Butinone, Crocifissione con la Vergine e san Giovanni Evangelista (1475-1480) Tempera su tavola

Marco Meloni, San Paolo e santo vescovo (1500-1505) Olio su tavola

Marco Palmezzano, Dio Padre (1495-1500) Olio su tavola

Marco Palmezzano, San Girolamo penitente (1503) Olio su tavola

Niccolò Rondinelli, Madonna col Bambino (1490-1495) Olio su tavola


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Non ho fatto riferimenti fino adesso alla sala nove semplicemente perché viene utilizzata per allestire piccole mostre oppure per approfondimenti mirati, quindi...
                
   ... Si continua con le grandi sale del primo piano



Salone Pietro da Cortona
Splendido è il salone Pietro da Cortona che prende il nome dall'artista il quale, insieme ai suoi aiuti, in sette anni dal 1632 al 1639 dipinse l'affresco sulla volta del salone che con i suoi circa 530 mq di superficie coperta, è l'opera più grande su Roma, la seconda se si rapporta con quello della Cappella Sistina.
L'opera si intitola Il Trionfo della Divina Provvidenza ed è stata realizzata sotto il pontificato di papa Urbano VIII Barberini, il quale acquistò nel 1625 il palazzo dalla famiglia Sforza come dimora per i suoi nipoti investiti di incarichi e onorificenze.
Il salone con i suoi 400 mq. ha il soffitto più ampio e importante di tutto il palazzo, e qui Pietro da Cortona concepì la composizione come un gigantesco vortice di figure, elementi naturali e architettonici, che con la sua grandezza cattura lo sguardo con una straordinaria ed emozionante visione. Il tema dell'opera, fu elaborata dal poeta di corte Francesco Bracciolini da Pistoia per esaltare il pontificato di Urbano VIII, la Chiesa e la sua famiglia; infatti, al centro della rappresentazione si trovano tre api, simbolo araldico della famiglia Barberini. La volta è aperta sul cielo ed è suddivisa in cinque zone delimitate esternamente da una finta cornice monocroma. Nell'opera sono inseriti più di cento personaggi, ma la parte più importante si trova al centro della cornice in finto marmo interrotta negli angoli da medaglioni ottagonali. Tra le nubi siede su un trono la Divina Provvidenza che impugnando lo scettro comanda alla Fama di incoronare lo stemma della famiglia Barberini. Nei riquadri laterali, si affrontano contrapposti i vizi e le virtù, il bene e il male. Minerva atterra i giganti, la Teologia e la Religione tengono lontane la lascivia e la dissolutezza, Ercole scaccia le avide Arpie, il Buongoverno bandisce la guerra e garantisce la pace.

Pietro Berrettini detto PIETRO DA CORTONA, Divina Provvidenza






Sala Ovale
La Sala Ovale situata al piano nobile del Palazzo che ha una superficie di 116 mq, non è utilizzata per l'esposizione permanente delle opere. In origine era un punto di accesso al Palazzo dai giardini, oggi resta un punto di collegamento e di passaggio per quando vengono allestite mostre.

Sala Ovale, Verso il Salone Pietro da Cortona

Sala Ovale, Verso il giardino

Sala Ovale, Volta


Sala Marmi
La Sala Marmi con i suoi 214 mq di superficie, nel Palazzo è seconda solo al Salone Pietro da Cortona che si trova di fianco. Spesso utilizzata per mostre, è comunque utilizzata per l'esposizione permanente della collezione ed è anche in un certo senso l'ultima sala che si incontra prima dell'uscita verso lo scalone ovale del Borromini. Sono esposte nelle pareti molte opere di grandi dimensioni realizzate da nomi di tutto rispetto come Carlo Maratta e Gian Domenico Cerrini solo per citarne alcuni, inoltre è presente una bella raccolta di marmi provenienti dalla Roma Antica, da qui il nome alla sala.

Sala 32 - Sala Marmi


Carlo Maratta, Fuga dall'Egitto

Carlo maratta, Il miracolo di san Filippo Benizi (1671 ca.)

Fratello del Cavalier Muti, La Pace e le Arti

Gian Domenico Cerrini, Cristo e la Samaritana al pozzo (1660-1670)

Ludovico Antonio David, Assunzione della Vergine

Colonna tortile dorata con pampini (XVII sec.) Legno

Sarcofago con leoni 

Sarcofago

Satiro

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Secondo voi finisci qui? Macché! Palazzo Barberini ha una superficie di 12.000 mq., 187 stanze e 11 corpi scala. Tutto il palazzo è un museo e lo è fino in "fondo", nel senso che anche la sala che si trova nel piano -1 dalla quale si accede ai servizi, è una vera sala espositiva. Vi si accede dallo scalone che si trova vicino alla biglietteria, sotto lo scalone quadrato a pozzo del Bernini.
Al centro della sala si trova una vasca in marmo, mentre sulle due pareti opposte ci sono un busto in marmo e di fronte un affresco staccato di Taddeo Zuccari, infine, alla base dello scalone, trovano posto due Erme.

Sala piano -1


Vasca

Busto

Erma

Taddeo Zuccari, Parnaso

Vi ringrazio.

Arrivederci al prossimo articolo.

Massimo

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