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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Antonio Canova, Morte di Priamo

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Morte di Priamo - Musei di Villa Torlonia - Roma Il rilievo Torlonia descrive l’ultimo atto della vita del re troiano Priamo, e riprende solo la scena centrale del rilievo originario, che aveva ai lati diversi personaggi.  Il gesto crudele di Pirro, figlio di Achille, intento a colpire il vegliardo dopo averlo afferrato per i capelli, costituisce il punto focale della scena e viene sottolineato da linee verticali ed oblique, sbilanciate verso sinistra, che accentuano lo smarrimento provocato da una violenza così efferata.  Da un punto di vista stilistico si nota un collegamento con la scultura del ‘400 e con la pittura di Gavino Hamilton e dei vasi greci. (testo tratto dal sito Musei di Villa Torlonia) Autore: Antonio Canova  (Possagno 1757 - Venezia 1822) Titolo: Morte di Priamo Supporto: Gesso Anno: - Misure (cm.): - Posizione: Musei di Villa Torlonia Loca

Antonio Canova, Danza dei Feaci

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Danza dei Feaci - Musei di Villa Torlonia - Roma Il tema di questo bassorilievo Torlonia è quasi contrapposto, nella sua espressione di gioia, all’angoscia delle altre due composizioni precedenti.  Si ispira all’ottavo libro dell’Odissea, in cui Hallo e Laudamante, figli di Alcinoo, re dei Feaci, danzano davanti ad Ulisse.  Il ritmo che avvolge i corpi dei due giovani è come un’onda melodiosa sottolineata dalla circolarità del drappo che viene fatto volteggiare con grazia.  La palla, che resta sospesa ai loro piedi, sta a rappresentare il mito greco della perfezione dell’universo.  Il gesso Torlonia è stato strutturato in funzione della sua sistemazione in una sala della Villa e quindi è stato riprodotto solo l’episodio centrale, eliminando le figure che assistono alla danza come nelle altre serie a noi note.  La composizione sembra rispondente alle scelte tematiche dei Torlonia, dai quali la danza era p

Jan Brueghel il Vecchio, Paesaggio con mulini a vento

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Jan Brueghel il Vecchio, Paesaggio con mulini a vento (1607) Galleria Spada - Roma Firmato dal pittore e datato 1607 in basso a sinistra, il dipinto è ricordato dagli inventari secenteschi tra quelli appartenenti al cardinal Bernardino Spada.  Piccolo capolavoro che riassume il mondo visivo e spirituale di Brueghel il Vecchio, il dipinto si mette in relazione con un disegno conservato al Metropolitan Museum di New York, nonchè con svariate repliche, copie e versioni successive da esso dipendenti. La qualità della pittura è ancora quella della tradizione fiamminga, minuziosa, perfetta e lenticolare, mentre pienamente moderno è lo sguardo di Brueghel, che presenta, in una prospettiva a volo d'uccello che spazia verso un orizzonte infinito, la sintesi del mondo rurale e del suo "fare" quotidiano con l'eternità del paesaggio e della luce nordica. Un colore brillante e vario è usato per la descrizione dei lavori de

Statua di Aristotele

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Statua di Aristotele (I sec. a.C.) La statua, in marmo bianco e di arte romana (I sec. a.C. - I sec. d.C.), è tratta da un originale bronzeo. Per una iscrizione mutila sul lato sinistro della base, si è creduto di riconoscervi Aristotele. Attualmente prevale l'identificazione con Aristippo, il celebre filosofo edonista di Cirene. La statua poggia su un piedistallo ligneo dipinto a finto marmo, con base modanata del sec. XVII.  (testo tratto dal sito  Gebart) Autore: - Titolo: Statua di Aristotele Supporto: Marmo Anno: I sec. a.C. Misure (cm.): - Posizione: Galleria Spada Località: Roma

Giovan Battista Barbieri detto GUERCINO, La morte di Didone

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovan Battista Barbieri detto GUERCINO, La morte di Didone (1631) Galleria Spada - Roma Organizzata come un'imponente e nobile messa in scena teatrale, questo capolavoro del Guercino illustra il momento cruciale del suicidio della regina Didone, ormai abbandonata da Enea (Virgilio, Eneide, libro IV). Mentre le navi dell'eroe si allontanano sullo sfondo, nel primo piano si consuma un dramma di cui sono attoniti testimoni la sorella Anna, le ancelle e svariati personaggi che commentano la scena e le conseguenze della partenza di Enea, così come quelle dell'abbandono alla passione a scapito della ragione. Opera "parlante", secondo lo stile del pittore, che narra delle vicende di una sovrana, la Morte di Didone era davvero un quadro degno di una destinazione reale, essendo inizialmente stato commissionato dal Cardinal Bernardino Spada per Maria de' Medici, regina di Francia. A seguito del rovescio di fortu

GALLERIA PROSPETTICA di FRANCESCO BORROMINI

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio FRANCESCO BORROMINI, Galleria Prospettica (1652-1653) Galleria Spada - Roma Percorrendo il cortile del Palazzo dall'ingresso principale, si scorge sul lato sinistro, attraverso l'apertura centrale con cancello di noce, la celebre galleria prospettica, che si spinge al di là del giardino piccolo dei melangoli, restituita alla sua immagine originaria da un recente e laborioso intervento di restauro. La sensazione di stupore che si prova al primo sguardo. è suscitata dalla profondità illusoria che essa suggerisce, di circa 35 metri, ben diversa da quella reale che è di 8,82 metri. L'effetto ingannevole si basa sulla convergenza dei piani del colonnato che anziché procedere parallelamente confluiscono verso un unico punto di fuga, degradando dall'alto in basso e rimpicciolendosi al fondo, mentre il pavimento in mosaico sale. Prima ancora che il Principe Clemente Spada (1778-1866) nel 1861, collocasse nella p

TIZIANO Vecellio, Ritratto di violinista

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio TIZIANO Vecellio, Ritratto di violinista (1512-1513) Galleria Spada - Roma Probabilmente eseguito intorno al 1512-13, il Ritratto di musico è un capolavoro giovanile di Tiziano Vecellio, che sfruttò qui in modo magistrale tutte le possibilità espressive delle tonalità dei neri, dei grigi e dei bruni. Originalissima è la ripresa del personaggio – un suonatore di violone di cui non conosciamo l'identità – fissato dal pittore mentre si volta verso lo spettatore, trattenendo con la mano guantata un lungo cartiglio che sporge oltre una balaustra. L'atteggiamento profondamente naturale e dinamico della figura, non priva di una qualità leggermente enigmatica, è accentuato dall'acutezza dello sguardo, acceso dal tono luminoso dell'incarnato. La maestria di Tiziano nell'uso di un colore vivo, che dà sostanza alle cose senza definirle con il disegno, è evidente nei minimi dettagli: nel lembo di camicia che spunta dal g

Guido Reni, Ritratto del Cardinale Bernardino Spada

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Guido Reni, Ritratto del Cardinale Bernardino Spada (1631) Galleria Spada - Roma Rarissimo esempio della produzione ritrattistica di Guido Reni, il dipinto fu eseguito a Bologna tra il 1630 e il 1631, quando il Cardinal Bernardino ricopriva la funzione di legato pontificio nella città emiliana. Vertice assoluto di introspezione psicologica, questo capolavoro della ritrattistica italiana del Seicento restituisce la nobiltà, la finezza intellettuale e la spiritualità del Cardinale, mostrato all'interno del proprio studio in atto di scrivere una missiva al pontefice, come indica la scritta Beatus Padre che compare sul foglio; alle sue spalle, l'archivio contenente la corrispondenza del porporato, una soluzione che ci trasporta sia nel mondo ufficiale che in quello più intimo del personaggio ritratto.  La magistrale abilità di Guido Reni nel rendere la naturalezza delle cose, al contempo divinizzandole, è evidente qui sia

Artemisia Gentileschi, Madonna che allatta

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Artemisia Gentileschi, Madonna che allatta (1610-1611) Galleria Spada - Roma L'originalissimo e celebre dipinto mostra, in modo del tutto inedito, una Vergine Maria che si è leggermente assopita mentre allatta il Bambino: il capo leggermente reclinato, gli occhi socchiusi, la mano sinistra abbandonata ci parlano della dolcezza, ma anche della fatica, della maternità, in una nuova visione dell'arte che si ispira direttamente al vero, senza per questo perdere i suoi densi riferimenti spirituali. E' stata la giovanissima Artemisia Gentileschi, figlia del pittore Orazio, a ideare questa scena intima in cui un biondo Gesù infante pare risvegliare la madre con una leggera carezza; dall'arte del padre pittore deriva, invece, l'estremo preziosismo del colore, brillante, sfumato in una serie di trapassi di rosa perla luminosi e cangianti, che molto devono alla tradizione toscana. Databile intorno al 1610, il d

Giovanni Battista Gaulli detto IL BACICCIA, Il Trionfo del nome di Gesù

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Battista Gaulli detto IL BACICCIA, Il Trionfo del nome di Gesù (1677 ca.) Galleria Spada - Roma Questo luminoso "bozzettone" è un grande modello preparatorio per la più importante decorazione a fresco del barocco romano, la volta della chiesa del Gesù, a pochi passi da piazza Venezia.  Si tratta di una testimonianza preziosa sia per le dimensioni che per il grado di finitura, nonchè per la qualità eccelsa della pittura e per l'importanza dell'affresco finale che ad essa fa riferimento.  Giovan Battista Gaulli, fondamentale protagonista della pittura romana della seconda metà del Seicento, eseguì la decorazione del Gesù tra 1668 e 1679; i Gesuiti richiesero dei modelli per l'approvazione dell'opera da compiersi e il pittore presentò, quindi, la sua visione dello sfolgorante trionfo, al centro del sole e in mezzo alle schiere angeliche, del monogramma di Cristo, IHS, emblema della compagnia di sa

Bernardino Cesari, Diana e Atteone

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Bernardino Cesari, Diana e Atteone (1601-1613) Galleria Borghese - Roma Il dipinto è un probabile acquisto del cardinale Scipione Borghese. Menzionato in un poemetto che descrive la collezione scritto nel 1613, la tela reca sul sasso la firma del pittore. Si tratta di una copia fedele di un dipinto di analogo soggetto eseguito dal fratello di Bernardino, Giuseppe cesari detto il Cavalier d’Arpino, di cui esistono varie versioni. Di grande interesse è la presenza della firma dell’autore, al quale si possono riferire con certezza ben poche opere.    (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Bernardino Cesari (Arpino 1571 - 1622) Titolo: Diana e Atteone Supporto: Olio su tela Anno: 1601 - 1613 Misure (cm.): 62,5 x 83 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, La cattura di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, La cattura di Cristo (1598) Galleria Borghese - Roma Il dipinto venne definito già nel Seicento come la più bella opera eseguita dal Cavalier d’Arpino. Giunse nella collezione di Scipione Borghese in seguito al sequestro delle opere conservate nello studio del pittore, ordinato nel 1607 da Paolo V. L’aggressione notturna rappresentata nel dipinto è tra le composizioni più celebri e imitate del Cesari.    (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO (Arpino 1568 - 1640) Titolo: La cattura di Cristo Supporto: Olio su rame Anno: 1598 Misure (cm.): 79 x 58 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, Ratto di Europa

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, Ratto d'Europa (1603-1606) Galleria Borghese - Roma Il dipinto, di piccolo formato, fa parte della collezione del cardinale Scipione Borghese che, probabilmente, l’acquistò direttamente dall’autore. La scena, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, è costruita sul binomio formato dai colori complementari, l’azzurro e il giallo, ed è una delle più armoniose composizioni del Cesari. L’artista non appare interessato al dramma della giovane Europa che viene rapita da Giove contrariamente alla sua volontà, ma si limita a ritrarre il momento del rapimento, il trasporto per mare, una rappresentazione finalizzata a produrre un effetto piacevole.   (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO (Arpino 1568 - 1640) Titolo: Ratto di Europa Supporto: Olio su tavola Anno: 1603 - 1606 Misure (cm.

Ludovico Cardi detto CIGOLI, Giuseppe con la moglie di Putifarre

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Ludovico Cardi detto CIGOLI, Giuseppe con la moglie di Putifarre (1610) Galleria Borghese - Roma Il dipinto, firmato e datato “Lod. Cigoli F. 1610”, venne eseguito per Antonio Ricci, vescovo di Arezzo nel 1611. Ricci lo donò poi al cardinale Scipione Borghese, probabilmente in segno di gratitudine per l’importante nomina ricevuta .L’immediatezza narrativa del soggetto, resa attraverso l’effetto dei colori, delle espressioni e dei gesti, rimanda a una teatralità di costume e a un sentimento già barocco. Il tema, tratto dal Vecchio Testamento, è rivisto in chiave laica, una scena d’alcova dove la moglie di Putifarre appare come una perfetta cortigiana. (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Ludovico Cardi detto CIGOLI (Cigoli 1559 ca - Roma 1613) Titolo: Giuseppe con la moglie di Putifarre Supporto: Olio su tela Anno: 1610 Misure (cm.): 220 x 150 Posizione: Galle

Scipione Pulzone, Sacra Famiglia con i santi Giovannino ed Elisabetta

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Scipione Pulzone, Sacra Famiglia con i santi Giovannino ed Elisabetta (dopo 1570) Galleria Borghese - Roma L’opera compare, con l’esatta attribuzione a Scipione Pulzone, nell’inventario della collezione del 1693. Il dipinto costituisce uno dei capolavori d’arte sacra del pittore per l’attenzione alla resa dei particolari e lo studio della luce che evidenzia le figure in primo piano, sottolineando la modestia della Madonna e la semplice umanità di Elisabetta. (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Scipione Pulzone (Gaeta 1550 ca - Roma 1598) Titolo: Sacra Famiglia con i santi Giovannino ed Elisabetta Supporto: Olio su tela Anno: 1570 - 1598 Misure (cm.): 135 x 105 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, David con la testa di Golia

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, David con la testa di Golia (1609-1610) Galleria Borghese - Roma Il dipinto fu eseguito con tutta probabilità a Napoli, dove Caravaggio, fuggito da Roma nel 1606, si trovava in esilio per l’accusa di omicidio. La scelta del soggetto, con la vittoria dell’eroe d’Israele sul gigante filisteo Golia, si deve probabilmente allo stesso pittore. David non manifesta un fiero atteggiamento di trionfo mentre regge e osserva il capo mozzato di Golia; la sua espressione è piuttosto di pietà verso quel “peccatore”, nel cui viso Caravaggio avrebbe raffigurato il proprio autoritratto. La descrizione del volto di Golia, così vividamente espressiva nella fronte corrugata, la bocca spalancata per l’ultimo respiro, lo sguardo sofferente, l’incarnato esanime, rappresenta il risultato del dramma umano vissuto dall’artista. L’iscrizione che compare sulla spada “H.AS O S” è stata sciolta dalla critica con il motto