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ARTE MANUFATTURIERA VENEZIANA: I CALCAGNINI

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  #artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Manifattura veneziana, Calcagnini (inizio XVII sec.) - Palazzo Barberini - Roma Si parla continuamente della magnifica arte manifatturiera italiana e per sottolineare la sua importanza voglio scrivere di un tipo di calzatura in voga sin dal tardo rinascimento nata dalle mani esperte degli artigiani veneziani. Mi riferisco ai CALCAGNINI o SOPEI come venivano chiamati a Venezia. Si tratta di un tipo di scarpa con la z eppa che veniva utilizzato da cortigiane e nobildonne le quali, dopo averle calzate, dovevano stare molto attente e fare piccoli passi perché la probabilità di cadere o addirittura rompersi le caviglie era molto presente. La moda del "tacco alto" era talmente di moda tra il XVI e XVII secolo che le altezze arrivavano fino a 50 cm. Quelle che ho fotografato all'interno di una teca situata nella sala 34 al primo piano della nuova Ala sud di Palazzo Barberini a Roma, sono alte 27 cm. mentre la base misura 21 x

Il gruppo dei Tetrarchi di Venezia

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A cura di Manuela Moschin Mi potete seguire anche nella pagina Facebook Librarte.eu e nel blog www.librarte.eu Tra la Basilica e il Palazzo Ducale si trova un gruppo scultoreo in porfido rosso (un materiale raro), chiamato “I Tetrarchi” (293-303 circa). Un tempo era collocato a Costantinopoli, nella piazza monumentale “Philadelphion”. Nel 1204, durante la Quarta Crociata, venne saccheggiato e trasportato a Venezia, assieme ad altri tesori. I quattro Tetrarchi, disposti a coppie, impugnano una spada e indossano il medesimo abbigliamento militare, costituito da mantello, corazza e copricapo. Ci sono varie interpretazioni rispetto al significato dell’abbraccio dei Tetrarchi, una delle quali risale al simbolo della “fraternitas” tra i Cesari e gli Augusti. Ognuno dei due Augusti stringe il proprio Cesare in un abbraccio cerimoniale. Inoltre, osservando la base del gruppo, ci si rende conto che un Tetrarca è senza un piede. È curioso sapere che il piede mancante è stato ritrovato a Costant

Venezia e la Porta della Carta. Perché si chiama così?

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Fig. 1 Venezia, Palazzo Ducale - La Porta della Carta. Scultura Doge Foscari con il Leone alato. Fig. 2 Venezia, Palazzo Ducale - Ingresso Porta della Carta A cura di Manuela Moschin curatrice della pagina Facebook e Blog www.librarte.eu  Se siete stati a Venezia avrete senz'altro notato l'antico ingresso monumentale chiamato La Porta della Carta (Fig.1 e 2) situato tra il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco. Perché si chiama Porta della Carta? Perché ai tempi dei dogi, all'ingresso del Palazzo Ducale, si trovava un banco con uno scrivano che aiutava gli analfabeti, ovverosia le persone che avevano la necessità di scrivere una lettera, oppure un contratto. Si tratta di un capolavoro tardogotico iniziato nel 1439 e terminato nel 1442, che è dotato di un ricchissimo apparato decorativo a marmi intagliati. Sotto l’ornata trifora è stato rappresentato il doge Francesco Foscari (Fig.1) inginocchiato davanti al Leone alato, simbolo di San Marco. Da un’antica tradizione si

Mostra "Peggy Guggenheim - L'ultima dogaressa" Venezia

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René Magritte "L'impero della luce" (1953-1954) Olio su tela, Peggy Guggenheim Collection Venezia  (Foto a cura di Manuela Moschin) In relazione a questo dipinto magico in cui si uniscono il giorno e la notte Magritte usa le parole "sorpresa" e "incanto", a cui si aggiunge quel senso di sospensione che emana da una strada deserta dove si scorgono una roccia poliedrica vagamente sinistra e una casa con le persiane chiuse e senza porta, in cui, tuttavia, due finestre sono illuminate. Nonostante questa sensazione di dramma imminente pervada la scena, niente, ovviamente, accade. Tra il 1948 e il 1964 Magritte dipinge almeno diciotto versioni de "L'impero della luce", e questa è tra le più grandi (Didascalia -  Peggy Guggenheim Collection, Venezia)  Segnalazione della mostra "Peggy Guggenheim - L'Ultima dogaressa" 1949: quando l'arte moderna trovò casa a Venezia “Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città

Mostra: "DA TIZIANO A RUBENS CAPOLAVORI DA ANVERSA E DA ALTRE COLLEZIONI FIAMMINGHE".

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A cura di Manuela Moschin Carissimi tutti, la stagione autunnale si apre con una serie di interessanti mostre in tutto il territorio nazionale. Tra quelle più attese è in corso attualmente a Venezia l'esposizione intitolata "DA TIZIANO A RUBENS CAPOLAVORI DA ANVERSA E DA ALTRE COLLEZIONI FIAMMINGHE". La mostra è visitabile fino al 1 marzo 2020 nell'Appartamento del Doge del Palazzo Ducale ed è dedicata ad alcune opere dell'Arte Fiamminga provenienti da varie collezioni sia pubbliche che private, che solitamente non sono concesse in prestito. E' un'occasione da non perdere in quanto alcuni dipinti non sono mai stati esposti al pubblico.  Sono presenti capolavori di  Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck, Tiziano e Michiel Sweerts .  "Tre icone della pittura veneziana tornano nella loro casa natale, Venezia: Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI di Tiziano, la pala d’altare proveniente dall’ex Chiesa di San Geminiano, defin

IL PONTE DI RIALTO VISTO DA CANALETTO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Venezia con il Ponte di Rialto (1735-1740) - Palazzo Barberini - Roma Con l'apertura della nuova Ala sud a Palazzo Barberini in Roma, c'è tanto da vedere, ma vorrei rimanere nella sala del post di ieri e scrivere questo articolo su un'altro quadro del Canaletto . In tutto nella sala ce ne sono 4 e tutti hanno come tema le vedute su Venezia, hanno circa le stesse dimensioni e sono stati eseguiti tra il 1735 ed il 1740. Due sono su Piazza San Marco (uno è quello di ieri), il terzo è sul Canal Grande men tre il quarto è quello di oggi. Si intitola Veduta su Venezia con il Ponte di Rialto . Anche qui l'artista ha scattato un'immagine perfetta della vita che si svolgeva all'epoca sul Canal Grande, con le imbarcazioni dei mercanti, i gondolieri, i nobili, gente comune, i palazzi lungo le rive che portano lo sguardo fino ad arrivare al soggetto principe del dipinto

PIAZZA SAN MARCO VISTA DA CANALETTO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie (1735 e il 1740) - Palazzo Barberini - Roma Il post di ieri era su un dipinto di Pompeo Batoni che si trova a Palazzo Barberini . La sala accanto, è dedicata alla veduta veneziana ed al suo interno ci sono quadri di vari artisti veneziani e tra tutti ne ho scelto uno di Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO (1697-1768). Il dipinto è un olio su tela che misura 68,5 x 93,5 cm. dal titolo Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie eseguito tra il 1735 e il 1740. Q uando l'ho visto per la prima volta, sono rimasto meravigliato dai particolari che il pittore è riuscito ad inserire all'interno del dipinto nonostante non sia di grandi dimensioni. Ho immaginato di trovarmi sulla terrazza della Basilica di San Marco e fotografare la gente che si trova sulla piazza con la mia macchina fotografica. Canaletto ha fatto più