CARAVAGGIO: A CONFRONTO LE DUE CONVERSIONI DI SAULO A PALAZZO BARBERINI
© Photo by Massimo Gaudio
Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO Conversione di Saulo (1600-1601 ca) Collezione di Nicoletta Odescalchi |
Sulla scia del grande successo della mostra Caravaggio 2025, le
Gallerie Nazionali di Arte Antica annunciano che la Conversione di Saulo – uno dei
vertici della produzione del Merisi, noto come Pala Odescalchi – resterà
straordinariamente esposta nelle sale di Palazzo Barberini fino all’autunno.
Dal 24 luglio al 30 settembre 2025, il prezioso olio su tavola del Maestro lombardo sarà
infatti ospitato nella Sala Paesaggi al piano nobile del museo, in dialogo con la copia
ad altissima definizione della versione della Conversione realizzata da Caravaggio per
la Cappella Cerasi, nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. A completamento
del dossier espositivo dedicato alla Pala Odescalchi sarà inoltre presentata la
riflettografia infrarossa realizzata in occasione del restauro dell’opera nel 2006.
Nel 1600 il banchiere Tiberio Cerasi commissionò a Caravaggio due dipinti per la sua
cappella di famiglia. Per ragioni ancora poco chiare, le due opere – tra cui la
Conversione di Saulo – non furono mai esposte nella Cappella, e il Merisi ne realizzò
due nuove versioni, questa volta su tela, che oggi si possono ancora ammirare in Santa
Maria del Popolo a Roma, di proprietà del Fondo Edifici di Culto.
La pala originaria, invece, dopo vari passaggi di proprietà, è confluita nella collezione
di Nicoletta Odescalchi, a cui appartiene tuttora.
Lo straordinario accostamento delle due versioni della Conversione di Saulo consente
di approfondire il processo creativo del Merisi e le profonde trasformazioni nella sua
concezione pittorica, tra pathos drammatico e introspezione mistica. La prima versione
– la cosiddetta Pala Odescalchi – colpisce per l’energia compositiva, il dinamismo della
scena popolata da una “folla” di personaggi e per l’uso di colori particolarmente vivaci
e brillanti. Diversa e successiva la versione oggi conservata in Santa Maria del Popolo
– qui presentata in una riproduzione ad altissima risoluzione – fu dipinta su tela e in
forma più raccolta, silenziosa e intima.
Il focus sulla Pala Odescalchi si conclude con l’esposizione della copia della
riflettografia infrarossa del dipinto, realizzata in occasione del restauro nel 2006: uno
strumento che consente di evidenziare le scelte tecniche e compositive adottate da
Caravaggio per quest’opera straordinaria. L'insolito supporto, costituito da sette assi
orizzontali di cipresso, con una fascia perimetrale aggiunta in epoca successiva, ha
richiesto una preparazione atipica per il Merisi: al posto della consueta imprimitura
scura, l’artista ha utilizzato un fondo grigio chiaro steso in diagonale per simulare la
trama della tela. La riflettografia ha rivelato anche incisioni a stilo, disegni a pennello e
numerosi ripensamenti: il volto di Paolo è stato modificato più volte; Cristo era
inizialmente senza barba; sono evidenti variazioni nelle armi, nella vegetazione e nei
dettagli decorativi. A rendere ancora più vibrante la superficie pittorica contribuisce
infine l’impiego di pigmenti pregiati e rari per Caravaggio, come l’azzurrite, l’argento e
l’oro.
La riproduzione della Conversione di Saulo di Santa Maria del Popolo è stata realizzata
da HALTADEFINIZIONE grazie al Fondo Edifici di Culto, Direzione Centrale degli affari
dei culti e per l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.
Le indagini diagnostiche sono state fornite da M.I.D.A. di Claudio Falcucci.
Partner assicurativo dell’evento MAG JLT.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO Conversione di san Paolo (1600-1601) Basilica di Santa Maria del Popolo |
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