Le sette Virtù di Piero del Pollaiolo e Sandro Botticelli alla Galleria degli Uffizi
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Le sette Virtù |
Sandro Botticelli, La Fortezza (1470) |
Piero del Pollaiolo, Temperanza (1470) |
La Temperanza, intesa come capacità di moderazione e giusta misura, è raffigurata come una giovane donna in atto di miscelare acqua calda con acqua fredda, versandola da un acquamanile in un bacile. Secondo la dottrina cristiana, è una delle quattro Virtù cardinali, insieme a Fortezza, Giustizia e Prudenza. L’opera è parte di un ciclo pittorico dedicato alle Virtù commissionato a Piero del Pollaiolo nel 1469 e destinato alla sala dell’Udienza nel Tribunale di Mercanzia in piazza della Signoria a Firenze, oggi conservato alle Galleria degli Uffizi. La tavola, insieme a quella con la Fede, venne eseguita entro l’estate del 1470, in parziale ottemperanza al contratto che imponeva al pittore di fornire due tavole con le Virtù ogni tre mesi, a partire dal 1 gennaio 1470, dietro un compenso di 20 fiorini per ciascun dipinto. L’accurata resa della brocca e del bacile metallici, decorati con pietre preziose, rimanda alla familiarità di Piero con l’oreficeria, praticata a livello eccelso dal fratello maggiore Antonio. Il supporto del dipinto, come pure quello delle altre cinque Virtù del Pollaiolo – la Fortezza fu eseguita da Sandro Botticelli - è costituito da assi di cipresso, un’essenza resistente all’attacco degli insetti xilofagi e all’umidità.(testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
Piero del Pollaiolo, Fede (1470) |
La personificazione della Fede ha le sembianze di una giovane donna colta mentre volge lo sguardo al cielo, sollevando con la mano destra il calice dell’eucarestia, coperto dalla patena, e tenendo nella sinistra una croce astile. La tavola, insieme a quella con la Temperanza, venne eseguita entro l’estate del 1470, in parziale ottemperanza al contratto che imponeva al pittore di fornire due tavole con le Virtù ogni tre mesi, a partire dal 1 gennaio 1470, dietro un compenso di 20 fiorini per ciascun dipinto. Al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi si conserva il cartone perforato impiegato dal maestro per riportare sulla tavola il disegno della testa della Virtù (inv. 14506 F). Anche in quest’opera Piero del Pollaiolo esibisce uno straordinario virtuosismo nella raffigurazione degli oggetti di oreficeria, ispirati alle suppellettili ecclesiastiche più raffinate e preziose in uso nel XV secolo. (testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
Piero del Pollaiolo, Carità (1469 - 1470) |
L’allegoria della Carità ha l’aspetto di una giovane donna che allatta al seno un bimbo, a indicare la misericordia verso il prossimo, e reca fra le dita una fiamma, emblema dell’amore di Dio. E’ una delle tre Virtù teologali, virtù che, secondo la dottrina cristiana, discendono da Dio. La donna siede su uno scranno entro un ambiente indistinto, ma delimitato da specchiature marmoree di ispirazione classica. La luce diretta, proveniente da destra, modella i volumi e pone in risalto l’abile resa del broccato d’oro del manto e del velluto della veste della donna. La Carità fu la prima delle sette Virtù a essere eseguita e probabilmente, per sottoporre il progetto all’approvazione dei committenti, Pollaiolo approntò il disegno della Virtù che ancora oggi rimane sul verso della tavola. (testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
La Speranza ha l’aspetto di una giovane donna vestita di verde che prega mentre rivolge lo sguardo al cielo. A differenza delle altre Virtù che compongono il settenario (Fede, Carità, Prudenza, Temperanza, Fortezza e Giustizia) non ha altri attributi, ma il volto estatico della donna, che si affida a Dio, è sufficientemente esplicativo. (testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
Piero del Pollaiolo, Giustizia (1469-1472) |
La Giustizia siede sullo scranno impugnando la spada, con la punta rivolta verso l’alto, e tenendo in equilibrio sul ginocchio il globo terrestre. L’abbigliamento, composto da una elegante veste intessuta d’oro e dal manto color grigio verde, include anche, a sinistra, lo spallaccio e la cubitiera di un’armatura. La tipologia iconografica della Giustizia in arme si afferma nel XIV secolo, forse con l’intento di rivendicare il principio della certezza della pena quale garanzia di pace e di buongoverno, o a indicare il giusto esercizio del potere. Il globo terrestre allude probabilmente all’ambito in cui la Giustizia è chiamata ad esercitare il proprio dominio, richiamando le funzioni giudicanti della magistratura per cui venne eseguito il dipinto. (testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
Piero del Pollaiolo, Prudenza (1469-72) |
Una giovane donna, seduta su uno scranno, sorregge uno specchio che ne riflette l’immagine, mentre stringe un serpente nell’altra mano. E’ la personificazione della Prudenza, virtù che indica la capacità di scegliere il bene e di agire saggiamente. Il serpente allude al passo del Vangelo di Matteo “Siate prudenti come serpenti” (Matteo 10,16), mentre lo specchio è strumento di ausilio alla conoscenza. Il ciclo venne ultimato entro il mese di marzo del 1472, quando venne pagato un legnaiolo per la fornitura di un telaio che tenesse insieme i sette dipinti. Alcuni studiosi ritengono che all’esecuzione di alcune figure, fra cui quella della Prudenza, possa aver partecipato il fratello di Piero, Antonio del Pollaiolo, orafo, pittore e scultore, che potrebbe essere venuto in aiuto di Piero per accelerare i tempi del lavoro. (testo di Daniela Parenti tratto dal sito Le Gallerie degli Uffizi)
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