Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini

RAFFAELLO, LA FORNARINA (1520 ca.)

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Raffaello Sanzio, La Fornarina (1520 ca.), Olio su tavola, cm. 87 x 63 Nella Galleria Nazionale d'Arte Antica Palazzo Barberini in Roma, è esposto uno degli ultimi dipinti del pittore urbinate Raffaello Sanzio. Il titolo dell'opera è La Fornarina databile intorno il 1520. La modella ritratta dovrebbe essere Margherita Luti, figlia di un fornaio del rione Trastevere a Roma che sembra fosse anche la sua amante. L'artista ha ambientato il ritratto della giovane donna all'aperto, in un giardino nel tardo pomeriggio, seduta, seminuda, con i seni scoperti ma con il resto del corpo coperto sia da un velo che le copre il grembo che una stoffa più pesante di color rosso che le copre le gambe. Le mani sembrano voler coprire il più possibile le nudità, ma lo sguardo sereno e un sorriso appena accennato, tradiscono l'imbarazzo. Il pittore ha lasciato la sua firma sul bracciale che la modella porta al braccio sinistr

GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA - PALAZZO BARBERINI, IL '700 DI MARCO BENEFIAL

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Sala espositiva Una delle sale nella nuova ala sud del Museo Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, è dedicata alla pittura romana che ha caratterizzato il periodo tra il 1670 e il 1750. Molti sono stati gli artisti di rilievo che hanno avuto modo di esprimersi con la loro pittura. Nei primi decenni di questo periodo l'influenza barocca di Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 - Roma 1680) era ancora molto forte, ed è rimasta tale fino a fine secolo, grazie anche al lavoro di molti artisti. A questi si aggiunge la pittura di Marco Benefial (Roma 1684 - 1764), che è ormai attivo ben dentro il nuovo secolo dei Lumi. Marco Benefial, Ercole e Onfale (1735-1740) Olio su tela Marco Benefial, Piramo e Tisbe (1735-1750) Olio su tela Marco Benefial, Ritratto della famiglia Quarantotti (la famiglia del Missionario) (1756) Olio su tela Marco Benefial, Santa Maria da Cortona ritrova il cadavere dell'Amante (1728-1732) Ol

GIAN LORENZO BERNINI PITTORE

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto in età matura (1630-1635), Galleria Borghese, Roma Tutti sanno che Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) è stato un grande artista e uno dei massimi esponenti dello stile barocco. È stato uno dei più grandi scultori del '600 e le sue opere vengono ammirate sempre con grande interesse. Oltre a essere uno scultore molto attivo, è stato anche un grande architetto e a lui si devono interventi all'interno della Basilica papale di San Pietro e vari progetti di chiese sul suolo romano ai quali vanno aggiunti progetti urbanistici come piazze ed edifici. C'è anche un altro lato del Bernini che non viene tanto messo in risalto ed è quello pittorico. Non ci sono tante opere del maestro che si possono ammirare. A Galleria Borghese si trovano tre dipinti: un autoritratto giovanile del 1623, un autoritratto in età matura del 1630-1635 che tra l'altro è stato utilizzato per le banconote da 50

CARAVAGGIO, GIUDITTA E OLOFERNE (1600 ca.)

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Giuditta e Oloferne (1600 ca.) Olio su tela, cm. 145 x 195 Senza togliere nulla agli altri musei di Roma, la Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini è uno dei musei che preferisco perché oltre alla bellissima architettura che si deve a Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Carlo Maderno, al suo interno ci sono opere di grande valore e interesse come, ad esempio, le opere che sono racchiuse in una sala a Lui dedicata. Mi riferisco alla sala 20 dedicata a Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (Milano 1571 - Porto Ercole 1610). Al suo interno oltre a opere di pittori importanti come Giovanni Baglioni e Orazio Borgianni classificati come caravaggisti, ci sono tre opere dell'artista milanese tra cui un capolavoro della pittura italiana. Mi riferisco al Giuditta e Oloferne realizzato nel 1599. Le fotografie parlano da sole, raccontano l'intensità della scena rappresen

PICASSO, SIPARIO DI PARADE (1917)

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Pablo Ruiz y Picasso, Il Sipario di parade (1917) 19,40 x 10,50 metri La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, ha avuto l'onore di ospitare un'opera del grande Pablo Ruiz y PICASSO molto particolare, infatti per le sue straordinarie dimensioni è stato impegnato l'intero Salone Pietro da Cortona che con i suoi 520 mq., era l'unico Museo della capitale capace di contenerla. L'opera faceva parte della mostra dedicata a Picasso svoltasi nel 2017 nelle Scuderie del Quirinale e lì non c'erano sale idonee per ospitarla. L'opera a cui mi riferisco è un sipario che misura 16,40 x 10,50 metri pari a 172 mq ed è il dipinto più grande che Picasso abbia realizzato e porta come titolo Il sipario di Parade del 1917, commissionato da Sergej Djagilev per un balletto teatrale ideato da Jean Cocteau chiamato "Parade" andato in scena il 18 maggio 1917 a Parigi. Nonostante fosse dest

GIOVANNI BATTISTA CARACCIOLO DETTO BATTISTELLO, SANT'ONOFRIO (1625)

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Giovanni Battista Caracciolo detto Battistello, Sant'Onofrio (1625) Olio su tela Giovanni Battista Caracciolo detto Battistello (Napoli 1578 - 1635), fu uno dei primi pittori a seguire le orme di Caravaggio durante la sua permanenza a Napoli e fu anche uno degli artisti più talentuosi tra quelli che si cimentaranno con le nuove tecniche apportate dal Merisi. Alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, si trova uno dei dipinti del caravaggesco napoletano che si intitola Sant'Onofrio, un olio su tela che misura 180 x 116 cm, realizzato nel 1625. Battistello ha voluto mettere in risalto il corpo macilento e provato dell'anziano santo, causato da più di sessant'anni di vita nel deserto dopo aver ripudiato le sue origini regali. La scena diventa ancor più cruda con lo sfondo scuro e con la luce proveniente dalla parte posteriore destra che mette in risalto sia la sua condizione fisica,

GIULIO ROMANO, IL DEGNO ALLIEVO DI RAFFAELLO

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Giulio Romano, Madonna col Bambino (madonna Hertz (1522-1533), Olio su tavola, cm. 37 x 30,5 Il vero nome di Giulio Romano era Giulio Pippi de' Jannuzzi, nato a Roma nell'ultima decade del Quattrocento. La sua data di nascita è incerta perché sul certificato di morte risultava avesse 46 anni, mentre per il Vasari ne aveva 54 quindi la sua nascita, secondo quest'ultimo, potrebbe essere avvenuta nel 1492. Di sicuro sin da giovane si fece notare all'interno della bottega di Raffaello diventando il suo allievo più dotato tanto da affiancarlo in molti lavori, come la realizzazione di una parte dell'affresco dell'Incendio di Borgo nella omonima sala. Da Raffaello ereditò insieme a un altro allievo il cui nome era Giovan Francesco Penni detto il Fattore (Firenze 1488 - Napoli 1528), la sua bottega e tutti i lavori a lui commissionati compreso il completamento della Sala di Costantino all'interno delle

GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA - PALAZZO BARBERINI

Immagine
© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Galleria Nazionale d'Arte Antica - Palazzo Barberini Palazzo Barberini si trova nel rione Trevi in via delle Quattro Fontane. Fu costruito nel periodo che va dal 1625 al 1633 ampliando quello che fu l'edificio della famiglia Sforza, acquistato nel 1625 da Maffeo Barberini eletto papa due anni prima con il nome di Urbano VIII. Per il progetto venne incaricato l'architetto Carlo Maderno, il quale fu aiutato dal nipote Francesco Borromini. Anziché demolire la villa, la inglobò in un nuovo progetto architettonico: l’ala Sforza, ovvero la parte di edificio che affaccia sull’attuale Piazza Barberini, venne collegata a un’altra ala, a essa parallela, tramite un braccio centrale, creando una nuova pianta dell’edificio con una forma ad “H”. Dopo la sua morte avvenuta nel gennaio del 1629, i lavori del cantiere passarono sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini, affiancato anche lui dal Borromini di cui si devono moltis