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Visualizzazione dei post con l'etichetta galleria borghese

TIZIANO VECELLIO, AMOR SACRO E AMOR PROFANO (1515 ca.)

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© Photo by Massimo Gaudio Tiziano Vecellio, Amor Sacro e Amor Profano (1515 ca.) Galleria Borghese - Roma Questa opera di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1488/1490 - Venezia 1576), è esposta nella Sala di Psiche della Galleria Borghese in Roma. La tela dal titolo Amor Sacro e Amor Profano che ha delle misure considerevoli (118 x 279 cm), è stata realizzata intorno al 1515, molto probabilmente commissionata dal Segretario del Consiglio dei Dieci, Niccolò Aurelio in occasione del suo matrimonio con Laura Bagarotto, la cui impresa araldica compare sul fondo del bacile d’argento appoggiato sopra il sarcofago, mentre lo stemma dello sposo è scolpito sul fronte del sarcofago. Che si tratti di un dipinto incentrato sul loro matrimonio è sottolineato da vari simboli che Tiziano vi ha inserito, come ad esempio la coroncina di mirto e la fibbia indossata dalla fanciulla a sinistra. Quella di destra che sembra avere le stesse sembianze è, in contrapposizione a quella di sinistra, nuda e la guar

ANTONIO CANOVA PER I FRATELLI BONAPARTE

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© Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova è stato sicuramente uno degli scultori più bravi che la storia dell'arte abbia mai avuto. Sicuramente è questo uno dei motivi se agli inizi dell'Ottocento è stato molto impegnato con la famiglia Bonaparte. In Italia Camillo Borghese in occasione del suo matrimonio con la giovane Paolina Bonaparte, commissionò a Canova una scultura che esaltasse la sua bellezza, così Canova nel 1804 scolpì Paolina Borghese Bonaparte nelle vesti di Venere vincitrice in esposizione alla Galleria Borghese in Roma. In Francia due anni prima, nel 1802, il fratello Napoleone Bonaparte commissionò allo scultore veneto un busto molto probabilmente per celebrare la sua ascesa al trono, avvenuta effettivamente il 2 dicembre del 1804 con la propria auto-incoronazione nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Vi ringrazio. Arrivederci al prossimo articolo. Massimo

BRONZINO, SAN GIOVANNI BATTISTA (1562 ca.)

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© Photo by Massimo Gaudio Agnolo di Cosimo detto BRONZINO, San Giovanni Battista (1562 ca.) Una bellissima opera di Agnolo di Cosimo di Mariano detto IL BRONZINO si trova nella Sala di Didone al primo piano della Galleria Borghese a Roma. Si tratta di un olio su tavola che misura 120 x 92 cm. dove il soggetto dipinto è San Giovanni battista ed è datato intorno il 1562 ca. Come sempre le fotografie parlano da sole e mostrano la cura nei dettagli e la perfezione del volto che conferma la straordinaria capacità indiscussa del pittore come ritrattista. Vi ringrazio. Arrivederci al prossimo articolo. Massimo

VILLA BORGHESE

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© Photo by Massimo Gaudio Il  Parco di Villa Borghese  si estende per 80 ettari all'interno del quartiere Pinciano e occupa una vasta area nel cuore della città, compresa tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio. La Villa è sicuramente tra le più ricche di testimonianze artistiche con edifici, sculture, monumenti e fontane, opere di illustri artisti dell'arte barocca, neoclassica ed eclettica, in più al suo interno ci sono alberi secolari, laghetti, giardini all'italiana e grandi spazi liberi. Comprende una gran quantità di specie sempreverdi, tra cui lecci e platani, pini domestici con esemplari bicentenari, abeti, cedri, oltre a piante di alloro e bosso. Per la grande concentrazione di strutture museali e culturali, una su tutte la Galleria Borghese, la Villa è definita come Parco dei Musei. Preziosi arredi ornavano il Parco: fontane e piccole fabbriche, quali la Mostra dell'AquaFelix, la fontana dei Cavalli Marini, il Tempio di

PEDRO FERNANDEZ DA MURCIA, LA VISIONE DEL BEATO AMEDEO MENEZ DE SYLVA (1513-1514)

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  © Photo by Massimo Gaudio Pedro Fernandez da Murcia, La visione del beato Amedeo Menez de Sylva (1513-1514) Olio su tavola, cm. 277 x 320 Palazzo Barberini in Roma nelle scorse settimane ha riaperto dopo un nuovo allestimento, undici sale espositive del piano terra che raccolgono opere che vanno dal Medioevo fino agli inizi del '500. Una di queste, la sala 8 per la precisione, ne contiene soltanto due tra le quali una è di grandi dimensioni. L'opera è dello spagnolo Pedro Fernandez da Murcia (Murcia 1480 ca. - dopo 1521) dal titolo La visione del beato Amedeo Menez de Sylva realizzato tra il 1513 e il 1514. Dalla natia Spagna l'artista si trasferì in Italia ed ebbe i suoi primi contatti stretti con la cultura lombarda tanto che le sue opere in un primo tempo venivano scambiate per quelle di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino e da qui gli venne dato l'appellativo di Pseudo-Bramantino. Fernandez viaggiò molto in Italia, passando anche per Roma e soprattutto a Napo

Lelio Orsi, I santi Cecilia e Valeriano

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      #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Lelio Orsi, I santi Cecilia e Valeriano (1580 ca.) La tavola, firmata in lettere capitali puntate riportate sulla base dell’organo, raffigura il preludio del martirio dei santi Cecilia e Valeriano, quasi si trattasse di un episodio cortese filologicamente ricostruito in un teatrino ottocentesco. Nell’impaginazione della scena si colgono tratti convenzionali e discontinua è la stessa qualità dell’esecuzione – tanto da ipotizzare un pesante intervento di bottega – che pure ha i suoi elementi di forza in una cromìa preziosa dai toni smaltati. Di sicura mano del Maestro deve considerarsi probabilmente solo il panneggio raffinatissimo delle vesti dei due santi. Da notare gli strumenti raffigurati accanto a Cecilia, protettrice della Musica.  (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Lelio Orsi   (Novellara 1508 - 1587) Titolo: Ritratto di uomo Datazione: 1580 ca. Supporto : Olio su tav

Girolamo Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO, Ritratto di uomo

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Girolamo Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO, Ritratto di uomo (1530 ca.) La tavola risulta in Collezione a partire dall’inventario del 1693, dove compare con la corretta attribuzione al Parmigianino. Concepito come un primo piano ravvicinato, il dipinto venne probabilmente eseguito a Roma intorno al 1526, durante il soggiorno dell’artista nei mesi che precedettero il drammatico Sacco dei Lanzichenecchi ( 1527). Il giovane uomo, identificato come un prelato per via dell’abito nero, potrebbe essere al contrario un gentiluomo, come risulta dal ‘robone’ e tricorno dello stesso colore.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Girolamo Francesco Maria Mazzola  detto Parmigianino   (Parma 1503 - Casalmaggiore 1540) Titolo: Ritratto di uomo Datazione: 1530 ca. Supporto : Olio su tavola Misure (cm): 58 x 46 Si trova: Galleria Borghese Luogo: Ro

Honthorst Gerrit van detto Gherardo delle notti alla Galleria Borghese

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     #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Gerrit van Honthorst, Concerto (il furto dell'amuleto) (1621) Il Concerto si può datare alla seconda parte del soggiorno romano di van Honthorst (1610 – 1621). Il tema dell’opera sembra risentire della morale religiosa dei Paesi Bassi, dove la musica, arte eccellente e virtuosa, è tuttavia fugace, tanto da essere associata alla vanità. Il soggetto dell’opera va identificato come un vero e proprio inganno ai danni del giovane che, intento a cantare, non si accorge che la fanciulla gli sta per sfilare il piccolo amuleto in forma di croce che gli pende dall’orecchio, con la complicità della vecchia sdentata e del suonatore del basso di viola.  (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Honthorst Gerrit van detto Gherardo delle notti   (Utrecht 1590 - 1656) Titolo: Concerto (il furto dell'amuleto) Datazione: 1621 Supporto : Olio su tela Misure (cm): 168 x 202 Si trova:

Giuditta con la testa di Oloferne di Fede Galizia

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Fede Galizia, Giuditta con la testa di Oloferne (1601)  L’opera firmata e datata nel bordo del catino, proviene dall’eredità del cardinale Salviati. Il soggetto è raccontato nel Vecchio Testamento: l’ebrea Giuditta, che salvò la patria dall’invasione assira, è simbolo della Fortezza e come salvatrice del suo popolo prefigura la Madonna ed è invocata nel giorno dell’Immacolata Concezione. L’episodio è presentato dalla pittrice, particolarmente abile nella resa delle stoffe e gli ornamenti, accentuandone il significato vittorioso nella bellezza della donna, elegantemente vestita, ed escludendo dalla rappresentazione il momento drammatico e violento della decapitazione.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Fede Galizia    (Milano 1578 ca - 1630) Titolo: Giuditta con la testa di Oloferne Datazione: 1601 Supporto : Olio su tela Misure (cm): 141 x 108 Si trova:

Adorazione del Bambino di Fra Bartolomeo

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      #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Bartolomeo della Porta detto FRA' BARTOLOMEO, Adorazione del Bambino (1495) L’attribuzione del dipinto, a lungo discussa, è ormai concordemente riferitaalla mano del giovane Fra’ Bartolomeo. La tavola, la cui grandiosità d’impianto si avvicina alla nuova sensibilità d’impronta cinquecentesca, è di fondamentale importanza per gli orientamenti figurativi della fine del Quattrocento. Fra’ Bartolomeo interpretò il formato circolare del supporto in chiave tridimensionale, nel quale i corpi e gli oggetti sono saldamente accampati nello spazio, seppure unificati nella resa atmosferica di matrice leonardesca.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bartolomeo della Porta detto FRA BARTOLOMEO    (Prato 1472 - Firenze 1517) Titolo: Adorazione del Bambino Datazione: 1495 Supporto : Tempera su tavola Misure (cm): 89 diametro Si trova: Galleria Borghese Luogo:

Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo del Pinturicchio

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     #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Bernardino di Betto detto PINTURICCHIO, Crocefissione tra i santi Cristoforo e Girolamo (1473 ca.) È sconosciuta la destinazione originaria della tavola, forse la parte centrale di un’anconetta portatile che, per le ridotte dimensioni, è di sicura destinazione privata. Le sue perfette condizioni di conservazione permettono di apprezzarne la tecnica quasi miniaturistica, i colori smaltati e la nitida messa a fuoco dei particolari. L’atteggiamento narrativo e favolistico dell’artista, che lo spinge a ricercare continuamente effetti di prezioso decorativismo, non gli impedisce di aprirsi alle tendenze più moderne dell’arte.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bernardino di Betto detto Pinturicchio   (Perugia 1454 ca - Siena 1513) Titolo: Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo Datazione: 1598 Supporto : Olio su tavola Misure (cm): 59 x 40 Si trova: Galleri

Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma alla Galleria Borghese

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    #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Giovanni Antonio Bazzi detto SODOMA, Pietà (1540) Il dipinto risulta in Collezione già dalla metà del XVII secolo, come opera di Leonardo o di Sodoma, nome quest’ultimo poi definitivamente accettato.La Pietà appartiene alla produzione tarda dell’artista. Il forte chiaroscuro delle figure e il paesaggio cupo nello sfondo infondono un forte sentimento di melanconia.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bazzi Giovanni Antonio detto Sodoma   (Vercelli 1477 - Siena 1549) Titolo: Pietà Datazione: 1540 Supporto : Olio su tavola Misure (cm): 69 x 58 Si trova: Galleria Borghese Luogo: Roma Giovanni Antonio Bazzi detto SODOMA, Sacra Famiglia (1525-1530) L’opera, documentata nella raccolta dalla metà del Seicento, è menzionata nell’ inventario del 1790 con l’attribuzione al Sodoma, nome poi sempre accettato dalla critica. Il dipinto fa parte di una serie di tavo

La fuga di Enea da Troia di Federico Barocci

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Federico Barocci detto il FIORI, La fuga di Enea da Troia (1598) L’opera, firmata e datata, è documentata come replica del dipinto per Rodolfo II d’Asburgo, purtroppo perduto. La rappresentazione di questo episodio della storia di Enea costituisce un unicum nella produzione del pittore urbinate, costantemente impegnato su temi religiosi o ritratti. Non è chiaro come la tela sia giunta in Collezione, ma si ipotizza che sia stato lo stesso committente, Giuliano della Rovere, a donarla al cardinal Scipione. Nella tela si riconoscono riferimenti a due famosi artisti urbinati: Raffaello, per la ripresa dell’affresco con l’Incendio di Borgo in Vaticano, e Donato Bramante, per la presenza sullo sfondo del tempietto di S.Pietro in Montorio al Gianicolo.  (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Federico Barocci detto il Fiori   (Urbino 1535 -1612) Titolo: La fuga di Enea da Troia Datazione: