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Visualizzazione dei post con l'etichetta Giuditta e Oloferne

ARTEMISIA GENTILESCHI, GIUDITTA DECAPITA OLOFERNE (1612)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne (1612), Olio su tela, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte Artemisia Gentileschi con la sua bravura è riuscita ad emergere in quello che una volta era considerato come un mondo artistico dominato dalla pittura maschile.  Artemisia subì uno stupro all'età di ventuno anni da parte del pittore paesaggista Agostino Tassi, collaboratore del padre di lei Orazio. Quanto vissuto dall'artista, nella rappresentazione pittorica fa sì che si sia immedesimata nella figura di Giuditta mentre conficca la spada nel collo di Oloferne aiutata dalla fantesca Abra. La tela fu realizzata l'anno successivo la violenza seguendo lo stile caravaggesco, diventando così uno dei capolavori di Artemisia più apprezzati. Fu uno degli migliori artisti capace di comprendere al meglio lo stile di Caravaggio e di metterlo in pratica, infatti, come per la versione del Merisi, anche Artemisia

TINTORETTO (JACOPO ROBUSTI), GIUDITTA E OLOFERNE (1577-1578)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Jacopo Robusti detto TINTORETTO e bottega, Giuditta e Oloferne (1577-1578) olio su tela - Museo Nazionale del Prado, Madrid Il dipinto realizzato da Tintoretto e dalla sua bottega è conservato presso il Museo Nazionale del Prado a Madrid. Le sue notevoli dimensioni (188 x 251 cm) hanno dato la possibilità all'artista di inserire all'interno della scena molti elementi che permettono di coinvolgere l'osservatore, iniziando dai corpi di Giuditta e la sua ancella che rendono movimentata la scena. La prima vestita in modo elegante intenta a coprire con una coperta il corpo di Oloferne ormai senza vita, mentre la seconda è stata ritratta mentre termina di mettere la testa del condottiero Assiro all'interno della sua bisaccia. I tre personaggi sarebbero già sufficienti, ma a completamento della tragica scena, Tintoretto ha voluto inserire particolari che la rendono ancor più ricca, in particolare ha voluto evidenzi

CARAVAGGIO, GIUDITTA E OLOFERNE (1600 ca.)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Giuditta e Oloferne (1600 ca.) Olio su tela, cm. 145 x 195 Senza togliere nulla agli altri musei di Roma, la Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini è uno dei musei che preferisco perché oltre alla bellissima architettura che si deve a Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Carlo Maderno, al suo interno ci sono opere di grande valore e interesse come, ad esempio, le opere che sono racchiuse in una sala a Lui dedicata. Mi riferisco alla sala 20 dedicata a Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (Milano 1571 - Porto Ercole 1610). Al suo interno oltre a opere di pittori importanti come Giovanni Baglioni e Orazio Borgianni classificati come caravaggisti, ci sono tre opere dell'artista milanese tra cui un capolavoro della pittura italiana. Mi riferisco al Giuditta e Oloferne realizzato nel 1599. Le fotografie parlano da sole, raccontano l'intensità della scena rappresen

Caravaggio e Artemisia: La sfida di Giuditta - Palazzo Barberini

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  #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Sala 2 La Giuditta di Caravaggio e i suoi interpreti Poco più di due anni fa, pubblicai un articolo su Giuditta e Oloferne , partendo dall'omonimo dipinto di Caravaggio, realizzato su commissione del banchiere romano Ottavio Costa che, molto geloso dell'opera, proibì la sua visione per molto tempo, persino anche dopo la sua morte, ma ormai la voce dello splendore dell'opera si diffuse tra gli artisti del tempo che lo presero come modello. La mostra si sviluppa su cinque sale ed in ognuna di esse si possono ammirare dipinti di artisti che in qualche modo hanno seguito le orme di Caravaggio che, con la scena inevitabilmente cruenta, inventò una sorta di cronaca visiva del momento in cui Giuditta taglia la testa ad Oloferne. Alcuni dipinti seguono alla lettera gli insegnamenti del Merisi, altri invece hanno freferito raccontare gli istanti successivi alla decollazione. Molte sono le opere di pregio che si incontrano lungo il pe

Artemisia Gentilechi, Giuditta decapita Oloferne

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     #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Artemisia Gentilechi, Giuditta decapita Oloferne (1620 ca.) “Dio lo ha colpito per mano di donna”. Così Giuditta, giovane ebrea di Betulia, commenta nella Bibbia il suo atto eroico che portò Israele alla liberazione del suo popolo dall’assedio dell’esercito di Nabucodonosor. Giuditta si era presentata all’accampamento del crudele Oloferne, capo dell’esercito nemico, vestita nei suoi abiti migliori, fingendo di volersi alleare con lui. Il generale assiro, colpito dalla bellezza di lei, la invita ad un ricco banchetto nella sua tenda. Dopo aver mangiato e bevuto, Oloferne, ubriaco, cade addormentato nel suo letto, dando occasione a Giuditta di sottrargli la scimitarra e infierirgli il colpo mortale. Nell’imponente dipinto degli Uffizi (1620 circa), Artemisia Gentileschi affronta il momento dell’uccisione di Oloferne per mano di una determinata e vigorosa Giuditta. L’effetto d’insieme è potente e spaventoso: il corpulento generale è ubr

Giuditta con la testa di Oloferne di Fede Galizia

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Fede Galizia, Giuditta con la testa di Oloferne (1601)  L’opera firmata e datata nel bordo del catino, proviene dall’eredità del cardinale Salviati. Il soggetto è raccontato nel Vecchio Testamento: l’ebrea Giuditta, che salvò la patria dall’invasione assira, è simbolo della Fortezza e come salvatrice del suo popolo prefigura la Madonna ed è invocata nel giorno dell’Immacolata Concezione. L’episodio è presentato dalla pittrice, particolarmente abile nella resa delle stoffe e gli ornamenti, accentuandone il significato vittorioso nella bellezza della donna, elegantemente vestita, ed escludendo dalla rappresentazione il momento drammatico e violento della decapitazione.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Fede Galizia    (Milano 1578 ca - 1630) Titolo: Giuditta con la testa di Oloferne Datazione: 1601 Supporto : Olio su tela Misure (cm): 141 x 108 Si trova:

Giovanni Baglione, Giuditta con la testa di Oloferne

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Baglione, Giuditta con la testa di Oloferne (1608) Galleria Borghese - Roma Il dipinto fu commissionato dal cardinale Scipione all’artista, quando questi partecipava alle grandi imprese borghesiane del momento. Nell’opera Giuditta, protagonista della scena, è vista come un’eroina della mitologia classica, fiera e obbediente al suo destino, come riportato nell’Antico Testamento (Giuditta 13, 1-10). Ha appena mozzato la testa di Oloferne, terribile comandante dell’esercito di Nabucodonosor; accanto a lei, dipinta con realismo, è l’anziana ancella Abra, pronta ad accogliere il macabro bottino. (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Giovanni Baglione ( Roma 1566 - 1644) Titolo: Giuditta con la testa di Oloferne Supporto: Olio su tela Anno: 1608 Misure (cm.): 220 x 150 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Giambattista Piazzetta, Giuditta e Oloferne

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giambattista Piazzetta, Giuditta e Oloferne (1715-1720) - Galleria Corsini - Roma Giuditta è l’unico personaggio femminile cui sia dedicato un libro del Vecchio Testamento. L’eroina, con un astuto stratagemma, riesce nell’impresa di salvare il suo popolo dall’assedio dell’esercito assiro, comandato da Oloferne. Fingendo di voler tradire il popolo ebraico, viene accolta nell’accampamento nemico. Dopo un fastoso banchetto, si avvicina furtivamente al letto del generale, ormai vinto dall’abuso del vino, e lo uccide con la sua stessa scimitarra. Mentre molti artisti si erano soffermati sul momento più truce dell’episodio, la decapitazione di Oloferne, qui Piazzetta raffigura l’attimo immediatamente precedente. Giuditta con una mano scioglie il laccio che tiene legata la scimitarra e con l’altra scosta la cortina che circonda il letto. La scena assume così un forte sapore teatrale: il sipario-tenda si apre, fa cadere la luce su Giud

GIUDITTA E OLOFERNE

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Un tema che ha affascinato gli artisti di ogni epoca è sicuramente Giuditta e Oloferne . La storia è questa, una giovane e ricca vedova ebrea di nome Giuditta, di notte, approfittando delle tenebre, si introduce nella tenda dove dormiva un generale di Nabucodonosor re degli Assiri di nome Oloferne che assediava la sua città e gli taglia la testa. L'accompagna la serva che ha il compito di raccogliere la testa Oloferne per portarla con se nella propria città come incoraggiamento per combattere il nemico. Alcuni artisti come per esempio Caravaggio o Artemisia Gentileschi hanno raccontato con il pennello il momento critico del distacco della testa, c'è chi quel momento lo ha voluto raccontare nelle fasi successive e c'è chi invece ha preferito raccontarlo mentre Giuditta, fiera di quanto appena fatto, mostra la testa del nemico. Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Giuditta e Oloferne (1599) - Palazzo Barb

GIUDITTA E OLOFERNE DI DONATELLO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello, Giuditta e Oloferne (1453 - 1457) - Palazzo Vecchio - Firenze A Firenze e più precisamente nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio , è collocata una scultura di Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello (Firenze 1386-1466) posta su una colonna marmorea che si intitola Giuditta e Oloferne , realizzata tra il 1453 ed il 1457, è di bronzo ed è alta circa 235 cm.