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Pietro da Cortona, Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino

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#artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Pietro da Cortona, Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino (1644ca.) Alla Galleria Nazionale d'Arte Antica Galleria Corsini, dal 4 novembre scorso si tiene Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice , la prima personale dedicata alla pittrice e architetta Plautilla Bricci (Roma, 1616 – post 1690) che avrà come termine il 19 aprile prossimo. All'interno del percorso espositivo e più precisamente in una "nicchia" alla fine della galleria chiamata del cardinale , trova posto il dipinto "Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino" realizzato da Pietro da Cortona nel 1644, per celebrare l'ascesa alla porpora del "Cardinale di Francia" avvenuta a distanza nel dicembre del 1641 (perchè Mazzarino si trovava in Francia) per volere di papa Urbano VIII Barberini. L'artista, che con questa opera rappresenta l'espressione ritrattistica romana di età barocca, aveva già lavora

Alessandro Algardi, Battesimo di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Alessandro Algardi, Battesimo di Cristo (1644-1654) - Galleria Corsini - Roma La piccola scultura attribuita ad Algardi è composta da due blocchi in bronzo dorato uniti al di sopra della base in marmo. Secondo le fonti dell’epoca, una fusione dello stesso modello era stata donata dall’artista al pontefice Innocenzo X Pamphili per ottenerne i favori. L’opera della collezione Corsini è caratterizzata dalla grande qualità del modellato, dalla precisione con cui sono restituiti i dettagli e dall’equilibrio compositivo: lo spazio che separa le due figure principali è chiuso in alto dal gesto del braccio con cui il Battista versa l’acqua su Gesù, e in basso dalle acque del Giordano.  Il bronzetto è rappresentativo della produzione di Algardi, esponente di spicco della scultura classicista seicentesca. L’artista bolognese rappresentò infatti una sorta di alter ego di Bernini, contrapponendo alla predominante corrente barocca una dive

Jacopo da Ponte detto BASSANO, Adorazione dei pastori

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Jacopo da Ponte detto BASSANO, Adorazione dei pastori (1562) - Galleria Corsini - Roma L’episodio dell’adorazione dei pastori, accorsi a Betlemme dopo l’annuncio degli angeli, è narrato nel Vangelo di Luca. Bassano affronta il tema da un lato rispettando la tradizione, dall’altro introducendo innovazioni. Fanno da quinta scenica delle rovine archeologiche, elemento frequente nell’iconografia italiana della Natività. Qui si vede una fila di colonne spezzate su un alto piedistallo, sul modello dei templi greci, cui è addossata una capanna. L’insolita struttura architettonica simboleggia il superamento del paganesimo e la costruzione della chiesa cristiana, di cui la nascita di Gesù è il primo atto di fondazione.  La tela risale agli anni ’60 del Cinquecento, periodo in cui Bassano comincia a scurire le tinte. Le vesti della Madonna, di Giuseppe e dei pastori hanno tonalità smaltate, ma il paesaggio ha un’atmosfera notturna. Ciò

Rosalba Carriera, Allegoria dei quattro elementi - L'Aria, L'Acqua, La Terra, Il Fuoco

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Rosalba Carriera, Fuoco (1739-1743) - Galleria Corsini - Roma La serie dei quattro elementi è realizzata in pastello su carta, tecnica che ha larga diffusione nel Settecento. Rosalba Carriera, pittrice veneziana, diventa una delle ritrattiste più richieste da nobili e sovrani d’Europa, molto abile nel raggiungere col pastello risultati di morbidezza, luminosità, immediatezza e introspezione psicologica. Le serie allegoriche formate da quattro personificazioni – i continenti, le stagioni, gli elementi – sono una tipologia particolarmente diffusa in questo periodo. La Carriera porta a termine quest’opera tra il 1741 e il 1743 per Giovan Francesco Stoppani, nunzio apostolico presso il Senato di Venezia.  Le allegorie hanno un taglio ritrattistico, sono colte in primissimo piano e i loro attributi finiscono al margine (inferiore destro, tranne che nell’Aria), integrati con differenti colori o accessori che ne chiariscono il ruolo

Giovanni da Milano, Polittico con Madonna con Bambino

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni da Milano, Polittico con Madonna con Bambino (1355 ca.) - Galleria Corsini - Roma Giovanni da Milano, attivo a Firenze e in Lombardia tra 1346 e 1369, fu esponente di spicco della scuola giottesca. Il piccolo polittico, databile ai primissimi anni della sua carriera, è suddiviso in sette riquadri. Quello centrale è spartito in due scene: in alto, la  Vergine con il Bambino  in trono, circondati da angeli, in basso, il  Compianto sul Cristo morto . Nel registro superiore compaiono altre due scene cristologiche,  l’Annunciazione  e la  Natività , mentre in basso, accanto al Compianto, è raffigurata la  Crocifissione . Nei riquadri laterali del registro centrale si riconoscono, a sinistra,  San Nicola , che sorregge tre sfere d’oro, e  Santo Stefano  (o  San   Lorenzo , vista l’assenza di riferimenti precisi); a destra,  Sant’Eustachio , contraddistinto dalla presenza del cervo, e  San Giacomo , col bastone del pellegrino. I

Christian Berentz, Lo spuntino elegante

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Christian Berentz, Lo spuntino elegante (1717) - Galleria Corsini - Roma Quando Berentz, pittore tedesco che trascorre gran parte della sua vita a Roma, dipinge  Lo spuntino elegante , la natura morta ha assunto già da un secolo dignità di genere pittorico autonomo. La particolarità di questo quadro è il contrasto tra la frugalità del pasto e la preziosità degli oggetti, tra la raffinatezza del contesto e l’apparente disordine di alcuni dettagli: il lembo sollevato della tovaglia che scopre il legno sottostante e lascia intravedere il cassetto semiaperto, le calotte dell’arancia, il pane quasi in bilico. I sofisticati calici, le posate d’argento, la tabacchiera dorata, indicano il livello sociale dei commensali. L’angolo inferiore destro del tavolo punta verso l’osservatore e la non-frontalità della scena aumenta il senso di provvisorietà della visione. Le nature morte, soprattutto dal Seicento in poi, nel loro costruito

Anton Van Dyck, Madonna della paglia

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Anton Van Dyck, Madonna della paglia (1625-1627) - Galleria Corsini - Roma La Vergine, seduta con il braccio poggiato sulla greppia, sostiene il Bambino addormentato sul suo grembo, avvolgendolo nel lenzuolo bianco. L’opera prende il titolo dalla paglia che sporge dalla mangiatoia, che insieme alla presenza dell’asino e del bue richiama il tema della  Natività  e fa della scena qualcosa di più di una semplice  Madonna col Bambino . L’immagine è infatti intessuta di molteplici riferimenti alla passione di Cristo: Gesù è disteso sulle ginocchia della madre, come nella  Pietà , avvolto nel lenzuolo, così come resterà per tre giorni nel sudario; sulla destra, gli assi di legno inchiodati e incrociati, potrebbero alludere alla Crocifissione; e le spighe che spuntano a sinistra ricordano il sacrificio dell’Eucarestia. Tutto ciò spiega lo sguardo preoccupato e velato di tristezza della Vergine. Sebbene analoghe allusioni simboliche

Salvator Rosa, Il supplizio di Prometeo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Salvator Rosa, Il supplizio di Prometeo (1646-1648) - Galleria Corsini - Roma Prometeo, figura della mitologia classica, giace supino incatenato a una rupe del Caucaso. Dalla tensione delle membra, oltre che dalla smorfia del volto, si percepisce tutta la brutalità del supplizio. Una mano è serrata, l’altra è spalancata, e i tendini quasi fuoriescono dal polso; le gambe divaricate sono entrambe tesissime; il ventre squarciato offre un brano di anatomia umana; l’aquila sta divorando l’intestino, anche se nel mito si parla solamente del fegato, che, ricrescendo ogni giorno, è pasto quotidiano di una tortura senza fine.  Ciò che identifica il personaggio come Prometeo è la torcia accesa nell’angolo in basso a destra, strumento con cui il titano aveva donato all’umanità il fuoco. L’aquila, attributo di Zeus, si fa ambasciatrice della vendetta del padre degli dei. Il supplizio di Prometeo è un tema in cui questioni figurative, le

Orazio Gentileschi, Madonna col Bambino

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Orazio Gentileschi, Madonna col Bambino (1605-1610) - Galleria Corsini - Roma Nel dipinto di Orazio Gentileschi né la Vergine, né il piccolo Gesù guardano verso l’osservatore: tutto rimane come trattenuto all’interno della tela e l’essenza dell’opera è giocata sul reciproco scambio di sguardi e contatti tra madre e figlio. Non si percepisce quella solennità rituale che caratterizza le raffigurazioni della Vergine con il Bambino: se non fosse per il bordo dorato dell’aureola potrebbe sembrare un soggetto profano, un momento d’intimità familiare. Questo effetto è ottenuto anche grazie all’uso del colore: su uno sfondo spento, basato su toni ocra e bruni, il dipinto si accende di luce negli incarnati di madre e figlio e nella tripartizione di colori puri (rosso, giallo, blu) scelti per gli abiti. La naturalezza della scena e l’impostazione luminosa, vicine all’estetica caravaggesca, testimoniano quanto Gentileschi avesse compreso la

Beato Angelico, Trittico (Ascensione, Giudizio Universale, Pentecoste)

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni da Fiesole detto BEATO ANGELICO, Trittico con Ascenzione Giudizio Universale e Pentecoste (1447-1448) - Galleria Corsini - Roma L’opera, donata al cardinale Lorenzo Corsini, ha fatto discutere a lungo gli studiosi: non era infatti chiaro se le tre tavolette fossero state concepite da Beato Angelico come un’opera unitaria oppure fossero state riadattate e messe assieme successivamente. I dubbi sorgevano per l’inusuale accostamento dei tre episodi raffigurati -  Ascensione ,  Giudizio   Universale ,  Pentecoste  – e per una erronea lettura di un inventario Corsini, secondo la quale le tavolette furono donate separatamente e poi assemblate. Studi recenti hanno invece smentito sia quest’ultima ipotesi, sia la presunta incongruità dei tre episodi: tale associazione si ritrova infatti anche in altre opere ed è motivata da connessioni tematiche e dottrinali. Il recente restauro ha permesso di recuperare i colori brillanti e

Salomè con la testa del Battista di Guido Reni

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Guido Reni, Salomè con la testa del Battista (1638-1639 ca.) - Galleria Corsini - Roma La figura di Salomè si staglia su un fondo grigio e indistinto, dal quale emerge portando su un piatto la testa recisa del Battista, da consegnare alla madre Erodiade. Il Vangelo (Mt. 14, 1-12) narra, infatti, che Erode Antipa avesse fatto arrestare il santo per l’aperta critica alla sua unione con Erodiade, già moglie del fratello, ma che non avesse avuto il coraggio di farlo uccidere.  Durante un banchetto in suo onore, Salomè si esibì in una sensuale danza che colpì Erode talmente tanto da prometterle di esaudire qualunque suo desiderio; la fanciulla, istigata dalla madre, chiese allora di avere «su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».  La versione di Guido Reni si concentra sulla messa in scena del contrasto tra l’episodio narrativo – una fanciulla che porta una testa mozzata su un piatto – e il volto di Salomè, che punta gli occhi

Disputa di Gesù fra i dottori di Luca Giordano

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Luca Giordano, Cristo tra i Dottori (1656-1660) - Galleria Corsini - Roma L’episodio raffigurato nel dipinto è narrato nel Vangelo di Luca (2, 41-50): Giuseppe e Maria, smarrito il giovane Gesù a Gerusalemme, lo ritrovano all’interno del tempio, intento a interrogare gli esperti su questioni teologiche. Nel dipinto sono riuniti due momenti: la disputa di Gesù coi dottori del tempio e il ritrovamento da parte di Giuseppe e Maria, questi ultimi visibili sul fondo del quadro, tra la gamba di Gesù e uno dei dottori. L’impostazione del dipinto è articolata su due centri visivi: il giovane Gesù seduto sulla destra e la colonna del tempio a rappresentare la nuova fede contrapposta alla vecchia. Attorno si dispone la folla dei dottori, che ascoltano ammirati e sbigottiti, oppure discutono allarmati, confrontando le parole di Gesù con le sacre scritture. (dal sito Galleria Corsini) Autore: Luca Giordano   (Napoli 1634 - 1705)

La morte di Adone di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, La morte di Adone (1637) - Galleria Corsini - Roma Il mito di Venere e Adone è qui giunto al suo ultimo atto. Adone, il bellissimo giovane amato da Venere, è stato ferito a morte da un cinghiale durante una battuta di caccia. La dea irrompe sulla scena con un vero e proprio salto, che non è semplicemente una trovata scenica ma è legato alla narrazione. Ovidio, infatti, nel X libro delle  Metamorfosi , narra che Venere si trova sul suo carro trainato da cigni, di ritorno a Cipro, quando da lontano sente i gemiti di Adone morente e si precipita giù dal cielo.  Alle spalle di Adone vediamo un cane da caccia, un tronco spezzato e un paesaggio dai colori foschi. Il corpo del giovane risalta sul rosso del panneggio, probabile allusione al colore dell’anemone, il fiore in cui verrà tramutato il suo sangue. L’episodio è riletto in chiave cristologica, come già era avvenuto in ambito letterario con i

San Giovanni Battista di Caravaggio

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, San Giovanni Battista (1604-1606) - Galleria Corsini - Roma Si è a lungo dubitato dell’autografia di questo dipinto, sebbene esistano altre versioni dello stesso soggetto realizzate da Caravaggio in maniera piuttosto simile. Vediamo un giovane San Giovanni Battista senza barba, seminudo e coperto dal mantello rosso, con il bastone a croce poggiato al suo fianco, ma privo della tradizionale pelliccia di cammello che compare invece in altre versioni. Caravaggio raffigura un momento di riposo durante la vita di penitenza di Giovanni nel deserto, ma rispetto all’iconografia tradizionale gli attribuiti del santo sono quasi marginalizzati: la ciotola, con cui Giovanni versò l’acqua nel battesimo di Gesù è come privata del suo ruolo sacrale, mentre la croce è appena visibile, nascosta dal bordo del dipinto. In questo modo Caravaggio ha attualizzato la rappresentazione del giovane Battista nel deserto