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L’IMMAGINE SOVRANA. URBANO VIII E I BARBERINI a Palazzo Barberini

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Gian Lorenzo Bernini, Ritratto di Urbano VIII, 1632, Marmo, cm. 83 Avrei potuto iniziare questo articolo in molti modi vista la grandiosità della mostra iniziata ufficialmente il 18 marzo scorso in occasione del quarto centenario della elezione al soglio pontificio di Maffeo Barberini col nome di Urbano VIII il 6 agosto 1623. Dicevo che avrei potuto iniziare in molti modi diversi, ma quello che più mi viene naturale è quello di dire che non si tratta di una mostra all'interno di uno dei più importanti musei d'Italia, perché è lo stesso museo ad essere "la mostra". Tutto Palazzo Barberini è interessato ad ospitare questo evento intitolato L’IMMAGINE SOVRANA. URBANO VIII E I BARBERINI, che in un percorso espositivo articolato in dodici sezioni, ha inizio dallo Spazio Mostre situato al pianterreno per poi proseguire alle sale monumentali e quelle normalmente utilizzate dalla collezione permanente situate al piano nobile. Lo

Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne (Napoli)

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  #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne (1612), Olio su tela, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte Artemisia Gentileschi con la sua bravura è riuscita ad emergere in quello che una volta era considerato come un mondo artistico dominato dalla pittura maschile.  Artemisia subì uno stupro all'età di ventuno anni da parte del pittore paesaggista Agostino Tassi, collaboratore del padre di lei Orazio. Quanto vissuto dall'artista, nella rappresentazione pittorica fa si che si sia immedesimata nella figura di Giuditta mentre conficca la spada nel collo di Oloferne aiutata dalla fantesca Abra. La tela fu realizzata l'anno successivo la violenza seguendo lo stile caravaggesco, diventando così uno dei capolavori di Artemisia più apprezzati. Fu uno degli migliori artisti capace di comprendere al meglio lo stile di Caravaggio e di metterlo in pratica, infatti, come per la versione del Merisi, anche Artemisia restituisce u

Jacopo Robusti detto TINTORETTO, Giuditta e Oloferne

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   #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Jacopo Robusti detto TINTORETTO e bottega, Giuditta e Oloferne (1577-1578) olio su tela - Museo Nazionale del Prado, Madrid Proveniente dal Museo Nazionale del Prado di Madrid, in questi giorni si trova presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini e vi rimarrà fino al 27 marzo 2022 nell'ambito della mostra Caravaggio e Artemisia: La sfida di Giuditta .  Realizzato dal Tintoretto e dalla sua bottega, si caratterizza per la scelta di una composizione ampia, che permette l'inserimento di un gran numero di tettagli. La scena della storia biblica non si è ancora conlusa: l'elegante Giuditta compie il gesto di nascondere con una coperta il corpo di Oloferne ormai senza vita, mentre la sua ancella non ha ancora terminato di mettere la testa del condottiero Assiro all'interno della bisaccia. Tintoretto inserisce all'interno del dipinto molti particolari con l'intento di coinvolgere l'osservato

Caravaggio e Artemisia: La sfida di Giuditta a Palazzo Barberini

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  #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Sala 2 La Giuditta di Caravaggio e i suoi interpreti Poco più di due anni fa, pubblicai un articolo su Giuditta e Oloferne , partendo dall'omonimo dipinto di Caravaggio, realizzato su commissione del banchiere romano Ottavio Costa che, molto geloso dell'opera, proibì la sua visione per molto tempo, persino anche dopo la sua morte, ma ormai la voce dello splendore dell'opera si diffuse tra gli artisti del tempo che lo presero come modello. La mostra si sviluppa su cinque sale ed in ognuna di esse si possono ammirare dipinti di artisti che in qualche modo hanno seguito le orme di Caravaggio che, con la scena inevitabilmente cruenta, inventò una sorta di cronaca visiva del momento in cui Giuditta taglia la testa ad Oloferne. Alcuni dipinti seguono alla lettera gli insegnamenti del Merisi, altri invece hanno freferito raccontare gli istanti successivi alla decollazione. Molte sono le opere di pregio che si incontrano lungo il pe

Giambattista Piazzetta, Giuditta e Oloferne

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giambattista Piazzetta, Giuditta e Oloferne (1715-1720) - Galleria Corsini - Roma Giuditta è l’unico personaggio femminile cui sia dedicato un libro del Vecchio Testamento. L’eroina, con un astuto stratagemma, riesce nell’impresa di salvare il suo popolo dall’assedio dell’esercito assiro, comandato da Oloferne. Fingendo di voler tradire il popolo ebraico, viene accolta nell’accampamento nemico. Dopo un fastoso banchetto, si avvicina furtivamente al letto del generale, ormai vinto dall’abuso del vino, e lo uccide con la sua stessa scimitarra. Mentre molti artisti si erano soffermati sul momento più truce dell’episodio, la decapitazione di Oloferne, qui Piazzetta raffigura l’attimo immediatamente precedente. Giuditta con una mano scioglie il laccio che tiene legata la scimitarra e con l’altra scosta la cortina che circonda il letto. La scena assume così un forte sapore teatrale: il sipario-tenda si apre, fa cadere la luce su Giud

GIUDITTA E OLOFERNE

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Buongiorno Amici Un tema che ha affascinato gli artisti di ogni epoca è sicuramente Giuditta e Oloferne . La storia è questa, una giovane e ricca vedova ebrea di nome Giuditta, di notte, approfittando delle tenebre, si introduce nella tenda dove dormiva un generale di Nabucodonosor re degli Assiri di nome Oloferne che assediava la sua città e gli taglia la testa. L'accompagna la serva che ha il compito di raccogliere la testa Oloferne per portarla con se nella propria città come incoraggiamento per combattere il nemico. Alcuni artisti come per esempio Caravaggio o Artemisia Gentileschi hanno raccontato con il pennello il momento critico del distacco della testa, c'è chi quel momento lo ha voluto raccontare nelle fasi successive e c'è chi invece ha preferito raccontarlo mentre Giuditta, fiera di quanto appena fatto, mostra la testa del nemico. Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Giuditta e Oloferne (1599) - Palazz

GIUDITTA E OLOFERNE DI CARAVAGGIO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Giuditta e Oloferne (1599) - Palazzo Barberini - Roma Senza togliere nulla agli altri musei di Roma, la Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini è uno dei musei che preferisco perché oltre alla bellissima architettura che si deve a Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Carlo Maderno, al suo interno ci sono opere di grande valore ed interesse come ad esempio le opere che sono racchiuse in una sala a Lui dedicata. Mi riferisco alla sala 20 dedicata a Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (Milano 1571 - Porto Ercole 1610). A l suo interno oltre ad opere di pittori importanti come Giovanni Baglioni ed Orazio Borgianni classificati come caravaggisti, ci sono tre opere dell'artista milanese tra cui un capolavoro della pittura italiana. Mi riferisco al Giuditta e Oloferne realizzato nel 1599. Le fotografie parlano da sole, raccontano l'intensità della scena rappresentata

GIUDITTA E OLOFERNE DI DONATELLO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello, Giuditta e Oloferne (1453 - 1457) - Palazzo Vecchio - Firenze A Firenze e più precisamente nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio , è collocata una scultura di Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello (Firenze 1386-1466) posta su una colonna marmorea che si intitola Giuditta e Oloferne , realizzata tra il 1453 ed il 1457, è di bronzo ed è alta circa 235 cm.