I mosaici delle Collezioni Capitoline - Centrale Montemartini

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© Photo by Massimo Gaudio


Emblema policromo con leone e amorini (I sec. d.C.) - Centrale Montemartini

I Musei Capitolini hanno la capacità di avere a disposizione una grande quantità di opere provenienti dall'antica Roma, come ad esempio manufatti, statue sia marmoree sia bronzee e una importante collezione di mosaici oggi visibile grazie ai ritrovamenti durante la creazione di infrastrutture nella Città di Roma verso la fine dell'Ottocento adatte per il ruolo che la Città avrebbe avuto come Capitale d'Italia.
Alla Centrale Montemartini sulla via Ostiense, che è parte integrante dei Musei Capitolini, fino al 15 giugno 2022 sarà possibile ammirare una serie di mosaici dell'antica Roma del periodo che va dal I sec.a.C. fino al IV sec. d.C.
Molte delle opere presenti nelle varie sale provengono dall'Antiquarium, altri dai Musei Capitolini ed altri ancora non si sono mossi dalla Centrale perché sono parte integrante dell'esposizione permanente del Museo che, oltre a quelli presenti nella mostra, ne ha esposti degli altri al piano superiore. Oltre al tema principe della mostra, è possibile ammirare manufatti, statue affreschi che costituivano l'arredo degli edifici di quei tempi. L’esposizione si articola in quattro sezioni tematiche, all’interno delle quali il percorso segue un ordine cronologico.

Nella prima sezione viene introdotta l'arte del mosaico presso i romani attraverso il racconto sulla storia e la raffinata tecnica che si è evoluta nel corso dei secoli, che prevedeva l'uso di marmi preziosi, di basalto e di porfido rosso, utili per un efficace contrasto cromatico.

Cornice con mosaico parietale con conchilgie (metà del I sec. d.C.) - Antiquarium

Mosaico policromo con motivo a nastro ondulato (III sec. d.C.) - Antiquarium

Mosaico policromo con Oreste e Ifigenia (fine II-inizio III d.C.) - Musei Capitolini

Mosaico policromo pavimentale con motivo a scacchiera (117-138 d.C.) - Antiquarium

Mosaico policromo pavimentale con trama di sinusoidi (fine II-inizio III d.C.) - Antiquarium


Nella seconda sezione viene messo in risalto lo spaccato della società romana in un ampio periodo compreso tra il I secolo a.C. e il IV d.C. attraverso i ritrovamenti nelle dimore di lusso, come quella rinvenuta durante la costruzione di via Nazionale nei pressi del Colle del Quirinale appartenuta ad un ricco commerciante di nome Claudius Claudianus della cui domus è esposta un'architrave con il suo nome scolpito. Si pensa che commerciasse grano dall'Egitto grazie anche al bellissimo mosaico (che si trova sotto l'architrave) dove si vede una nave nel porto di Alessandria d'Egitto riconoscibile dal suo faro, una delle sette meraviglie del mondo. Oltre a questi splendidi reperti, sono in mostra opere ornamentali, affreschi staccati, statue, mosaici pavimentali e policromi, a conferma del lusso all'interno delle antiche dimore.


Architrave con iscrizione (fine del I-Inizio del II sec. d.C.) - Parco Archeologico del Celio

Mosaico policromo parietale con nave e faro (Fine del I-inizio del II sec. d.C.) - Parco Archeologico del Celio

Mosaico con scena nilotica (seconda metà del I sec. a.C.) - Centrale Montemartini

Mosaico policromo a cassettoni (metà del I sec. a.C.) - Antiquarium

Mosaici policromi con fondale marino (primo quarto del I sec. a.C.) e  Mosaico con bordura a girali di acanto e animali (fine II-inizio I sec. a.C.) - Centrale Montemartini

La terza sezione è dedicata al sacro attraverso alcuni reperti provenienti dalla basilica Hilariana rinvenuta tra il 1889 ed il 1890 durante la costruzione dell'ospedale militare del Celio che si trova appunto sull'omonimo Colle. In quella fase fu tutto documentato ed uno di quei disegni si trova in questo articolo dove è raffigurata la pianta della basilica, fatta costruire da Manius Poblicius Hilarius che era un ricco mercante di perle. Della basilica che prende il nome dal suo benefattore, nella sala sono visibili il suo ritratto, la base della sua statua e parte della pavimentazione. Da notare che i mosaici arrivati fino a noi sono in spledido stato di conservazione e si distinguono uno dall'altro ma che poi hanno uno scopo benaugurante; la prima è una iscrizione che recita “A chi entra qui, e alla Basilica Hilariana, siano gli dèi propizi”, mentre nell'altro è raffigurato il malocchio (un occhio trafitto da una lancia con sopra una civetta) accerchiato principalmente da animali che lo tengono a bada.

Mosaico bianco e nero con scene di malocchio (metà del II sec. d.C.) - Antiquarium

Testa ritratto di M(anius) Poblicius Hilarius (130-170 d.C.) - Antiquarium

Basilica Hilariana, sezione e pianta (1890), Acquarello su carta - Archivio storico

La quarta ed ultima sezione della mostra, è dedicata ai mosaici degli edifici funerari delle necropoli rinvenuti durante gli scavi in varie aree suburbane della città. Tra tutti spicca il mosaico ottagonale con pavoni rinvenuto durante gli scavi per l'abbassamento di una via nei pressi di porta san Sebastiano. Questo mosaico che raffigura due pavoni, simbolo della rinascita, si trovava al centro della pavimentazione di una stanza del mausoleo di una ricca famiglia romana.

Mosaico policromo ottagonale con pavoni (II sec. d.C.) - Antiquarium

Mosaico bianco e nero con Erma di Dioniso (inizio III sec. d.C.) - Antiquarium

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