MUSEI DI VILLA TORLONIA, CASINA DELLE CIVETTE

© Photo by Massimo Gaudio

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Casina delle civette - Musei di Villa Torlonia - Roma
La Casina delle civette, fa parte del complesso museale dei Musei di Villa Torlonia che fa capo a sua volta al Comune di Roma. Situato all'interno del Parco di Villa Torlonia, si trova dietro una piccola collinetta a sinistra del Casino Nobile, quindi, rimane appartato rispetto al resto del complesso, ed era proprio questo l'intento di Alessandro Torlonia quando nel 1840 diede indicazioni a Giuseppe Jappelli di costruire un romantico rifugio con richiami alpestri. Nel corso del tempo la Casina subì modifiche con aggiunta di stili diversi ed ebbe la sua gloria almeno fino a quando il principe Giovanni Torlonia Jr. nel 1938 morì. Il declino e il disfacimento della Casina iniziarono durante l'occupazione delle truppe anglo-americane e rimase nell'oblio fino al 1978 quando il Comune di Roma la acquistò insieme a tutto il resto del complesso. Finalmente dopo tanti anni, nel 1997 i lavori terminarono permettendo così la restituzione alla città di uno dei più singolari e interessanti manufatti dei primi anni del secolo scorso.
Casina delle civette - Musei di Villa Torlonia - Roma
Casina delle civette - Musei di Villa Torlonia - Roma
Cominciamo la visita entrando nella Hall, Sala che fu aggiunta nel 1909 per far diventare la casa rustica un elegante villino. Come in tutto l'edificio, anche qui si possono notare finestre e porte con vetrate policrome uscite dal laboratorio del maestro vetraio Cesare Picchiarini (Roma 1871 - 1943) nel quale veniva utilizzata la tecnica con vetro soffiato legato con il piombo. Merita di essere evidenziata anche la pavimentazione in maiolica policroma eseguita nello stesso anno da Richard Ginori. A destra dell'entrata c'è un grande scalone in legno che porta al piano superiore.
Hall

Hall

Piano terra
C'è un piccolo ambiente chiamato Stanza delle Civette. In origine sulle pareti erano presenti boiserie purtroppo andate quasi completamente distrutte tanto da non poterle restaurare. C'è però un pezzo originale, ed è una vetrata suddivisa in tre elementi con raffigurate due civette e un tracio di edera con nastri. Si tratta di un'opera di Duilio Cambellotti (Roma 1876 - 1760) e nella stanza sono presenti anche altre quattro opere dell'artista raccolte in un pannello di legno. Si tratta di prove d'esecuzione che Cambellotti eseguiva per verificare la resa del disegno trasposto in vetrata.
Stanza delle civette

Duilio Cambellotti, Civette (1914)

Stanza delle civette, Duilio Cambellotti, Vetrate varie
Un altro piccolo ambiente si chiama Salottino delle 24 ore, in origine era stato destinato da Giuseppe Jappelli come cucina rustica, ma successivamente il principe Giovanni Torlonia variò la sua destinazione facendolo diventare come salottino del principe. La cupola della stanza è stata dipinta a tempera da Giovanni Capranesi (Roma 1852 - 1921), noto anche per essere il disegnatore di vari tagli di carta moneta in Lire degli inizi del Novecento. L'opera suddivisa in otto riquadri, si intitola la danza delle 24 ore ed è stata realizzata nel 1909.
Il Salottino delle 24 ore con gli affreschi di Giovanni Capranesi (1909)
Vetrata

Portone di accesso al Salottino delle 24 ore
Nel 1910 fu aggiunto un luminoso bow-window alla facciata originale che si affaccia sul parco, delimitato da una serie di vetrate con motivi di ghirlande con fiori e nastri. Nella sala chiamata Fumoir, sono esposte vetrate e disegni creati da Paolo Pashetto (Torre Pellice 1885 - Torino 1963) e al centro della stanza è presente una serie di vetrate create dall'artista per la propria abitazione.
Fumoir
Paolo Paschetto, Donna con il mantello blu (1911)
Paolo Paschetto, Donna con il mantello rosso (1911)
Un'altra sala del pianterreno è la Stanza dei trifogli, chiamata così per via delle decorazioni ricorrenti con trifogli, compreso anche quello nella pavimentazione in graniglia. Sono presenti sulle pareti bozzetti per le vetrate della Chiesa Valdese che si trova a Piazza Cavour a Roma creati da Paolo Pashetto e una vetrata dello stesso artista intitolata Ali e Fiamme.
Stanza dei trifogli e la vetrata di Paolo Paschetto Ali e Fiamme (1927)
Paolo Paschetto, Bozzetti vetrate della Chiesa Valdese a Piazza Cavour
Paolo Paschetto, Bozzetti vetrate della Chiesa Valdese a Piazza Cavour
Paolo Paschetto, Bozzetti vetrate della Chiesa Valdese a Piazza Cavour

La penultima sala di questo piano è la Stanza del chiodo, chiamata così per via della grande vetrata creata dall'artista romano Duilio Cambellotti. La Vetrata detta "Chiodo" con tralci d'uva e foglie di vite, venne realizzata per la Casina delle Civette da Mastro Picchio nel 1915.
Stanza del chiodo
Siamo arrivati alla fine del percorso che ha interessato tutto il piano terra e ci troviamo tra la Hall e la Stanza dei trifogli e più precisamente nella Sala da pranzo dove su tutte le pareti sono presenti delle boiserie molto belle e particolari. I tondi che si vedono nella parte alta di essa sono in legno chiaro che hanno preso il posto di piatti in ceramica con scene di paesi purtroppo andati distrutti. Le finestre e la doppia porta hanno delle belle vetrate con tralci d'uva e di foglie e sono state create all'interno del Laboratorio Pacchiarini nel 1914.
Sala da pranzo
Sala da pranzo


Primo Livello
La prima stanza del primo livello ed è la Camera da letto del principe. Si trova in corrispondenza del Fumoir del piano di sotto del quale condivide gli spazi del bow-window creato nel 1910 in aggiunta alla facciata originale. Del mobilio presente in origine c'è rimasto veramente ben poco, ma la stanza è stata arricchita da un pannello in legno dove sono state inserite quattro vetrate con all'interno raffigurazioni di frutta realizzate da Cesare Picchiarini (Roma 1871 - 1943) provenienti dal mercato dell'antiquariato. La stanza è arricchita un'altra vetrata che è stata acquistata dal Comune di Roma nel 2002 ed è L'Idolo di Vittorio Grassi (Roma 1878 - 1958) eseguita nel 1918 e vicino sono esposti quattro cartoni preparatori di Duilio Cambellotti (Roma 1876 - 1760) delle vetrate della serie dei migratori che troveremo più avanti. Merita sicuramente di essere menzionata una vetrata frutto del lavoro di Umberto Bottazzi (Roma 1865 - 1932) intitolata I cigni del 1914.

Camera da letto del principe

Vetrate di Cesare Picchiarini
La vetrata di Vittorio Grassi ed i cartoni di Duilio Cambellotti
Vittorio Grassi, L'Idolo (1918)
Il pannello con l'opera di Umberto Bottazzi e l'accesso alla stanza del Bagno del principe
Umberto Bottazzi, I Cigni (1914)
Dalla camera da letto del principe si passa nel Bagno del principe, una piccola stanza della quale è rimasto ben poco, però ci sono due piccole credenze con vetrinette realizzate da Duilio Cambellotti e acquisite dagli eredi.
Bagno del principe
Nel piano in cui siamo, oltre al bagno del principe ce n'è un altro ed è il Bagno degli ospiti, molto più piccolo del precedente ma al suo interno ci sono tre vetrate meravigliose frutto del lavoro del Laboratorio Picchiarini realizzate nel 1914.
Bagno degli ospiti, Laboratorio Picchiarini, Fiori di palude e iris (1914)
Bagno degli ospiti, Laboratorio Picchiarini, Lago con cigno (1914) di giorno
Bagno degli ospiti, Laboratorio Picchiarini, Lago con cigno (1914) di sera
Attraverso uno stretto corridoio, si arriva in una loggetta chiamata Stanza delle Rondini. In origine sul soffitto erano state dipinte alcune rondini in volo, ma un incendio divampato nel 1991 distrusse tutto. Fortunatamente le vetrate realizzate nel Laboratorio Picchiarini nel 1914 e gli stucchi mantengono vivo il ricordo delle decorazioni originali.
Stanza delle rondini
Stanza delle rondini, Esterno

Stanza delle rondini, Laboratorio Picchiarini, Rondini (1914)

Il tema delle rondini, le ritroviamo nei sopraluce del Corridoio e della Scala delle quattro stagioni. I cartoni per la realizzazione delle vetrate romboidali che troviamo nella scala, li abbiamo già visti nella camera da letto del principe. Sono di Duilio Cambellotti e sono ispirate al tema degli uccelli migratori: Le rondini, Le allodole, I tordi, I migratori.
Corridoio
Scala delle quattro stagioni con le vetrate di Duilio Cambellotti
Sulla sommità del salottino delle 24 ore che abbiamo già incontrato al piano terra, è stata ricavata una minuscola stanzetta, la cui cupola termina con una forma ottagonale chiamata Salottino dei satiri. La vetrata della porta finestra dove i motivi rappresentano l'Edera e nastri è stata realizzata da Duilio Cambellotti nel 1918.
Salottino dei satiri, Duilio Cambellotti, Edera e Nastri (1918)
Salottino dei satiri visto dall'esterno

La Stanza dei ciclamini è stata così chiamata per via della pavimentazione a graniglia eseguita dalla ditta Vianini su disegno di Umberto Bottazzi. Utilizzata in passato come camera per gli ospiti, al suo interno è stato collocato un pannello in legno con una stupenda vetrata realizzata sempre da Umberto Bottazzi nel 1912 che si intitola I pavoni. Sulle pareti sono esposti bozzetti provenienti dall'archivio Picchiarini.
Stanza dei ciclamini

Stanza dei ciclamini

Stanza dei ciclamini, Umberto Bottazzi, I Pavoni
Oltre alla stanza che abbiamo appena visto, ce n'è anche un'altra adibita a Stanza degli ospiti però poco utilizzata e senza tante decorazioni. Anche qui troviamo un pannello in legno con due grandi vetrate ideate ed eseguite da Cesare Picchiarini, mentre sulle pareti si trovano bozzetti provenienti dal laboratorio dello stesso Picchiarini.
Stanza degli ospiti
Stanza degli ospiti
Vicino alla torretta in stile medioevale, si trovano le Stanze della torretta. Hanno poco da mostrare per quello che concerne lo stile architettonico, ma al loro interno ci sono vari disegni e c'è un pannello in legno quadrato con una bellissima vetrata dell'artista romano Duilio Cambellotti che si intitola La fata realizzata nel 1917. Dell'opera è esposto anche il suo cartone risalente allo stesso anno. È meraviglioso constatare quanto sia attuale quest'opera pensando che risale a più di un secolo fa.
Duilio Cambellotti, La fata (1917) - vetrata
Duilio Cambellotti, La fata (1917) - vetrata
Duilio Cambellotti, La fata (1917)

Di fianco alla camera da letto del principe, c'è un piccolo balconcino chiamato Balcone delle rose, chiuso da vetrate ideate da Paolo Pashetto (Torre Pellice 1885 - Torino 1963) ed eseguite da Cesare Picchiarini nel 1920 che hanno come tema Rose, nastri e farfalle.

Balcone delle rose, interno
Paolo Paschetto, Rose, nastri e farfalle (1920)

Balcone delle rose, esterno
Ho lasciato per ultimo la dipendenza e il Passaggio sopraelevato che collega quest'ultima alla residenza. La dipendenza in passato era stata sicuramente utilizzata come magazzino e come ricovero dei cavalli, ma con il progetto di far diventare la Casina residenza padronale, fu sopraelevata e utilizzata come abitazione del personale. Il passaggio sopraelevato coperto in legno, fu costruito nel 1914 e il compito di realizzare le vetrate fu dato a Cesare Picchiarini.

Passaggio sopraelevato e la dipendenza
Passaggio sopraelevato
Passaggio sopraelevato e la dipendenza
La dipendenza

Vi ringrazio.

Arrivederci al prossimo articolo.

Massimo

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