CASTEL SANT'ANGELO

© Photo by Massimo Gaudio

L'Arte di fotografare l'Arte


Castel Sant'Angelo

Castel Sant'Angelo è un monumento di Roma detto anche mausoleo di Adriano che con il tamburo originale di 64 metri è secondo soltanto al mausoleo di Augusto dal quale Adriano prese ispirazione nel 135 d.C. pensandolo come monumento funebre per sé e per i suoi familiari.
Nel corso dei secoli, specialmente in epoca medievale e rinascimentale, il Castello subì numerose variazioni architettoniche, come sopraelevazioni e fortificazioni, compreso il Passetto di Borgo che lo collega con lo Stato del Vaticano. Oggi la gestione del Castello, che è a tutti gli effetti un Museo, è di proprietà del Ministero della Cultura.
L'attuale nome risale all'anno 590, quando a seguito di una pestilenza che flagellava Roma, papa Gregorio I organizzò una processione penitenziale. Durante lo svolgimento mentre si trovava alla guida della processione, sopra Ponte Elio (Ponte Sant'Angelo) ebbe la visione dell'arcangelo Michele sopra la Mole Adriana che rinfodera la sua spada. Questo fu interpretato dal pontefice come un segno celeste che preannunciava la fine della pestilenza. Effettivamente da lì a poco l'epidemia terminò.


Ricostruzione plastica dell'antico Sepolcro di Adriano

La visita al Castello ha un percorso ben segnalato ed è utile seguirlo per riuscire a godere al meglio delle bellezze che offre. Potrebbe sembrare un pochino bizzarro, ma è lo stesso percorso che ci accingiamo a fare insieme.

            Iniziamo

Livello zero
Dalla biglietteria si procede lungo l'ambulacro circolare interno alle mura fortificate, dove è possibile ammirare le imponenti mura cella base del cilindro che fu il Sepolcro di Adriano. Si viene accolti da due teste colossali risalenti al II secolo d.C. e, passando per l'ambulacro di Bonifacio IX si arriva in un cortile dove si affaccia la Cappella dei condannati e dove c'è il luogo delle esecuzioni chiamato appunto Cortile delle fucilazioni. Lasciato quest'ultimo e dopo aver percorso circa metà delle mura, si giunge al Dromos e quindi all'Atrium da dove in epoca romana partivano i cortei funebri che percorrendo la Rampa elicoidale, giungevano alla Sala delle Urne. Oggi il percorso è stato alterato dall'apertura della Rampa diametrale che accorcia il percorso e permette di arrivare al Cortile dell'Angelo situato al primo livello.

Testa colossale virile (sec. II)

Testa colossale virile (sec. II)

Ambulacro di Bonifacio IX

Cappella dei condannati

Cortile delle fucilazioni 

Olearie

Atrium

Rampa elicoidale

Sala delle urne 

Rampa diametrale


Livello uno
Nel livello uno del castello si trova il Cortile d’Onore che completò la sua evoluzione nella prima metà del XVI secolo tra i pontificati di Leone X Medici e Paolo III Farnese. Il cortile è a pianta rettangolare ed è sviluppato nella parte nord-sud del castello che fu concepito come spazio di rappresentanza e di accesso agli appartamenti papali. Vi si affacciano l'Armeria inferiore e nel blocco centrale ci sono vari ambienti costruiti da epoche differenti: Sala della Giustizia, Sala di Apollo, Sale di Clemente VII e la Cappella di Leone X. Al centro del cortile si trova la statua di San Michele Arcangelo a cui il castello fu dedicato dopo la sua leggendaria apparizione, scolpita nel 1544 dall'architetto e scultore Raffaello da Montelupo. Egli faceva parte della cerchia di Raffaello Sanzio e operò sia con Jacopo Sansovino che con Michelangelo Buonarroti e fu proprio quest'ultimo a dargli notorietà attraverso le opere da lui commissionate. Il cortile viene chiamato dell'angelo grazie a questa scultura, rimasta oltre due secoli sulla terrazza più alta, che però venne rimossa nel 1747 perché molto danneggiata e sostituita da quella attuale in bronzo creata dallo scultore fiammingo Peter Anton van Verschaffelt.

Cortile d'Onore o Cortile dell'Angelo


Raffaello da Montelupo, San Michele Arcangelo (1544)


Sala Clemente VII

Sala Clemente VIII

Sala della Giustizia

Cordonata di accesso al Giretto scoperto lato sud

Cordonata di accesso al Giretto scoperto lato nord

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Il  giretto scoperto
Il secondo livello vede girare tutto intorno come un anello di collegamento una passeggiata chiamata giretto suddiviso in due zone: quello scoperto e quello coperto. Tutti e due sono molto importanti perché da qui si accede praticamente a tutti i locali e aree coperte e scoperte di Castel Sant'Angelo.
Per il momento il tratto che ci interessa è il Giretto scoperto o Giretto di Alessandro VII, un tratto di corridoio semianulare delimitato dalle logge di Giulio II e di Paolo III, accessibile mediante le due cordonate che salgono dal Cortile dell'Angelo (le ultime due fotografie).

Giretto scoperto o di Alessandro VII, Splendida vista su San Pietro

Giretto scoperto o di Alessandro VII all'altezza del punto di ristoro

Giretto scoperto o di Alessandro VII, Vista su piazza Adriana

Giretto scoperto o di Alessandro VII, Vista sul Tevere e San Pietro


Livello tre
Vicino alla Loggia di Paolo III, c'è una scalinata che porta al livello tre. Si inizia con l'accesso alla Sala della biblioteca decorata da Luzio Luzi da Todi tra il 1544 e il 1545. La decorazione della volta è stata ispirata da quella della Sala della Volta dorata della Domus Aurea, dove appaiono dieci storie dell'Antica Roma con divinità mitologiche, Vittorie, medaglioni in stucco, grottesche su fondo bianco e con al centro lo stemma Farnese di papa Paolo III affiancato da emblemi raffiguranti la Vergine con l'unicorno e il Giglio della Giustizia.

Sala della biblioteca




Da una porta della Sala della Biblioteca si accede alla Sala del Tesoro che prende il nome dalla sua funzione di sede dell'erario e del luogo di conservazione di documenti e preziosi. Secondo alcuni studiosi, pare che questa sala fosse la vera cella sepolcrale dell'imperatore Adriano e che qui fu rinvenuto il sarcofago in porfido rosso con le sue spoglie, trasformato secoli dopo il suo ritrovamento da Carlo Fontana nel 1698 nel catino battesimale che si trova nella Basilica papale di San Pietro nella navata di sinistra. Da questa Sala parte una stretta e ripida scalinata in pietra che porta al terrazzo panoramico del livello quattro.

Sala del tesoro

Sarcofago trasformato da Carlo Fontana in fonte battesimale. Basilica papale di San Pietro

Sempre dalla Sala della Biblioteca si accede alla Sala dell'Adrianeo, chiamata così dal primo direttore del Museo di Castel Sant'Angelo che, insieme all'adiacente Sala dei Festoni, furono i primi ambienti del Castello portati a termine durante il pontificato di papa Paolo III. Le decorazioni delle due sale sono sempre opera di Luzio Luzi da Todi, anch'esse realizzate tra il 1544 e il 1545. I dipinti monocromi si trovano sulla sommità delle pareti, suddivisi in diverse scene a tema mitologico intercalate da figure con satiri, finte cariatidi e telamoni che incorniciano vedute di monumenti che si trovavano anticamente nell'area vaticana.

Sala dell'Adrianeo

Sala dell'Adrianeo

Signorelli Luca, La madonna col Bambino in gloria tra i SS. Pietro, Paolo, Bernardo e Stefano (1515-1520) Olio su tavola, cm. 189 x 176

Giovanni Luteri detto DOSSO DOSSI, Baccanale (1515)

Niccolò Poussin (copia di Giovanni Bellini terminato dal TIZIANO), Baccanale (inizio XVI sec.)

Sala dei Festoni, Cornice decorata a motivi vegetali con putti alati (sec. XVI)

Sala dei Festoni, Ignoto, Medaglione raffigurante la testa di un leone (sec. XVI)

Accesso alla terrazza del livello 4

Livello quattro
Nel 590 a Roma ci fu una grande pestilenza arrivata dall'Egitto. Anche papa Pelagio II morì nel settembre di quell'anno a causa della peste. Gli succedette papa Gregorio Magno (divenuto in seguito santo) il quale organizzò una processione suddivisa in ben sette cortei che avevano il compito di girare per le vie della città portando con sé l'immagine della Maria Salus populi romani conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore dipinta da san Luca evangelista. Giunti al ponte che collegava la città al mausoleo di Adriano, la folla avrebbe visto l'angelo Michele rinfoderare la spada, segno che la calamità era cessata, così da quel giorno in memoria dell’accaduto, il castello mutò da mausoleo di Adriano in Castel Sant'Angelo. In un primo momento in cima al castello fu costruita una cappella ma venne sostituita da vari angeli che si sono succeduti durante il secondo millennio. La prima statua era in legno, sostituita con una in marmo andata distrutta durante un assedio nel 1379. Nel 1453 un'altra statua in marmo con le ali in bronzo venne posizionata al suo posto, ma anche questa andata distrutta quarantaquattro anni dopo durante l'esplosione della polveriera colpita da un fulmine. Nel 1544 papa Paolo III incaricò Raffaello da Montelupo di scolpire una nuova che però fu sostituita da quella attuale in quanto nel frattempo, aveva subito dei danni. Quest'ultima fortunatamente è stata restaurata e ora è visibile nel Cortile dell'Angelo. La statua che invece tutti noi possiamo oggi ammirare è opera dello scultore fiammingo Peter Anton Verschaffelt, che vinse il concorso indetto da papa Benedetto XIV Lambertini in occasione del Giubileo del 1750.

Statua dell'Angelo di Peter Anton van Verschaffelt (1752)




Pietro Leone Bombelli, Statua dell'arcangelo Michele (1779)

Scuola Fiorentina, Il miracolo dell'Angelo (sec. XVI)


Livello due
Dalla terrazza del livello quattro si scende attraverso una scalinata e si arriva in una bellissima sala tutta affrescata sia nelle pareti che nella volta e il pavimento è in marmi policromi. Si chiama Sala Paolina, salone di rappresentanza della residenza di Paolo III Farnese (1534-1549). La decorazione fu progettata tra il 1545 e il 1547 da Perin del Vaga (1501-1547) che la realizzò con vari collaboratori, come Pellegrino Tibaldi, Domenico Rietti detto lo Zaga, Marco Pino, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Livio Agresti e Giacomo Bertucci detto Giacomone da Faenza. Nella volta della sala, oltre lo stemma papale che si trova al centro, sono stati raffigurati sei episodi della vita di Alessandro Magno in altrettanti affreschi dal senese Marco Pino. Anche sulle pareti ci sono affreschi monocromi che riguardano Alessandro Magno, ma forse quello che tra gli affreschi più di tutti cattura l'attenzione è il San Michele Arcangelo che rinfodera la spada, opera di Pellegrino Tibaldi (1527-1596) eseguito nel 1545.
In fondo alla sala, sulla sinistra c'è una porta dalla quale parte il Corridoio Pompeiano, chiamato così per via della fitta decorazione a grottesche che lo riveste interamente, eseguita tra il giugno del 1545 e dicembre dell'anno seguente, prevalentemente da Perin del Vaga e Luzio Luzi.
Sala Paolina
Sala Paolina

Sala Paolina, Pellegrino Tibaldi, San Michele arcangelo (1545)

La volta della Sala Paolina

Corridoio Pompeiano di Perin del Vaga

Dalla Sala Paolina si passa alla Sala di Perseo che costituì lo studio di papa Paolo III Farnese. Fu decorata sul soffitto e nella parte superiore delle pareti da Perin del Vaga e dai suoi collaboratori. Il soffitto a cassettoni presenta i simboli araldici del Papa e al centro spicca la figura dipinta a rilievo dell'Arcangelo Michele. La sala ospita parte delle collezioni di dipinti e di arredi del Museo: Due tavole con Cristo benedicente e Sant'Onofrio di Carlo Crivelli, il San Girolamo di Lorenzo Lotto, la Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto di Ambrogio Zavattari e bottega, una coppia di grandi candelabri in legno dorato, la base di un tronetto e altre opere e suppellettili varie.

Sala di Perseo

Tronetto (sec. XVI)

Ambrogio Zavattari e bottega, Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto (1444-1450)

Carlo Crivelli, Cristo benedicente (sec. XV) Olio su tavola, cm. 33 x 26,5

Carlo Crivelli, Sant'Onofrio (sec. XV)

Sala di Perseo, Soffitto


Dalla Sala di Perseo attraverso una porta si accede alla Sala di Amore e Psiche che fu la camera da letto di papa Paolo III, anche questa decorata da Perin del Vaga e aiuti tra il 1545 e il 1546. Il soffitto, a cassettoni, è ornato da grottesche su fondo oro, da rilievi con unicorni affrontati e da gigli alternati a targhe con il nome del papa e al centro il suo stemma. Anche qui sono presenti vari oggetti di arredamento come il Letto di Parata, la spinola, l'inginocchiatoio e vari dipinti sulle pareti, tra i quali il Cristo Portacroce di Paris Bordon.

Inginocchiatoio e spinola (sec. XVI)

Ignoto, Letto di parata (sec. XVI)

Paris Bordon, Cristo portacroce (sec. XVI)

Sala di Amore e Psiche, Soffitto

La visita al livello due termina uscendo dalla Sala Paolina scendendo alcuni gradini e arrivando così in una delle logge più belle e suggestive di Roma che prende il nome da papa Giulio II, il quale l'aveva concepita come luogo da cui impartire le benedizioni. Dai mandati di pagamento della Camera Apostolica viene indicato l'architetto fiorentino Giuliano da Sangallo (1445-1516) quale responsabile dei lavori. La loggia che si affaccia sul fiume Tevere, il fiume Sacro di Roma, si presenta con le volte, le lunette e i pennacchi affrescati con motivi floreali. Il parapetto in marmo bianco è sormontato da una coppia di colonne libere e da due semicolonne addossate agli stipiti. Tutto questo forma una cornice dalla quale si può vedere la Città Eterna in tutto il suo splendore.

Giuliano da Sangallo, Loggia papa Giulio II - Castel Sant'Angelo - Roma
Loggia papa Giulio II
Loggia papa Giulio II vista dalla Sala Paolina


Il  giretto coperto, il  Cortile di Alessandro VI e la Loggia di Paolo III
Sempre al livello due, mentre si è affacciati alla Loggia di Giulio II, a sinistra continua il percorso della visita con l'inizio del giretto coperto che in sostanza è un corridoio semicircolare che si affaccia verso l'esterno attraverso arcate in muratura che collega la suddetta Loggia con la Loggia di Paolo III. Fu realizzato durante il pontificato di Pio IV ed è parte della copertura della ronda sottostante fatta costruire a fine Quattrocento da Alessandro VI che collega i bastioni a nord. A metà percorso del giretto coperto quindi a ovest del Castello, si trova l'accesso mediante una piccola scala in marmo al Cortile di Alessandro VI. Al piano del calpestio ci sono molte porte che danno accesso a tante piccole stanze comunicanti a volta utilizzate per mostre. Nel piazzale si trova un pozzo ed è stata posizionata una catapulta lignea con vicino palle di pietra rinvenute negli anni Trenta del Novecento nell'Ambulacro di Bonifacio IX. A nord del piazzale c'è una scala che porta alla parte finale del giretto coperto in prossimità della Loggia di Paolo III che si apre a nord dominando l'area del Vaticano, Prati e Monte Mario. Le volte sono affrescate a grottesche su sfondo chiaro e i pennacchi raffiguranti episodi della vita di Adriano. 
Usciti dalla loggia e facendo alcuni metri, si arriva alla cordonata per tornare nuovamente al Cortile dell'Angelo.

Giretto coperto

Cortile di Alessandro VI



Loggia di Paolo III

La cordonata per tornare nuovamente al Cortile dell'Angelo


Livello Bastioni
Dopo aver impegnato la cordonata dalla Loggia di Paolo III, si ritorna al Cortile dell'Angelo e da qui si ritorna indietro imboccando la Rampa diametrale e dopo essere passati di nuovo attraverso la Sala delle urne, al termine della rampa stessa si gira a sinistra e si ritorna nuovamente all'aperto sulla Ronda della cinta quadrata dove si possono visitare i Corpi di guardia e i quattro Bastioni degli Evangelisti: S. Matteo, S. Marco, S. Luca e S. Giovanni. In quello di S. Marco c'è l'accesso al Passetto di Borgo, un corridoio sopraelevato realizzato nel Medioevo, precisamente nel 1277 da Niccolò III, che collega la Basilica di San Pietro con Castel Sant'Angelo, che consentiva al pontefice di rifugiarsi qui in caso di pericolo. Molto interessante è l'Officina cinquecentesca dell'armaiolo situata al Bastione San Giovanni. 
Purtroppo, dopo quest'ultimo bastione la visita volge al termine e, dopo aver impegnato una grande scalinata si va verso l'uscita con la bellissima sensazione di aver trascorso il nostro tempo attraverso la storia dall'Antica Roma fino ai nostri giorni.

Livello Bastioni - Accesso

Livello Bastioni - Corpo di Guardia

Bastione San Matteo

Bastione San Marco

Marcia Ronda

Marcia Ronda

Bastione San Luca

Bastione San Giovanni

Bastione San Giovanni, Officina di armaiolo cinquecentesca

Verso l'uscita

Verso l'uscita


Vi ringrazio.

Arrivederci al prossimo articolo.

Massimo

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