Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo

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© Photo by Massimo Gaudio


 Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo


A pochi passi dalla Stazione Termini nel rione Castro Pretorio, si trova Palazzo Massimo che fu edificato tra il 1883 e il 1887 dal padre gesuita Massimiliano Massimo per ospitare la nuova sede del Collegio dei Gesuiti. Un secolo dopo, più precisamente nel 1981 fu acquistato dallo Stato Italiano per diventare una delle sedi del Museo Nazionale Romano (gli altri sono Crypta Balbi, Palazzo Altemps e Terme di Diocleziano). Il Museo si estende su quattro piani dove sono esposti alcuni tra i maggiori capolavori dell'intera produzione artistica dell'Antica Roma come statue, sarcofagi, mosaici, affreschi oggetti di vario genere e di uso comune ritrovati principalmente nelle zone circostanti durante gli scavi eseguiti dal 1870 in poi per l'ammodernamento di Roma diventata da poco la capitale d'Italia.
Nella varie sezioni avremo modo di vedere una breve panoramica di quello che è più rappresentativo presente all'interno del Museo.


Le Statue

Nella Sala VIII del piano terra, è esposta la statua che raffigurala la dea Afrodite che fu ritrovata nella chiesa di San Gregorio al Celio. Si tratta di una copia della statua di Afrodite che si trovava nella Troade. La dea è raffigurata nella classica posa delle Afroditi pudiche come per esempio la Venere Capitolina, riconducibili alla celebre Afrodite Cnidia di Prassitele del IV secolo a.C. Il marmo è greco a grana fine che lo scultore Menophantos scolpì molto probabilmente nel I secolo a.C.. Si ha la certezza dell'autore perché sul cofanetto vicino al piede sinistro, c'è incisa una iscrizione in greco che recita: "dall'Afrodite che si trova nella Trodae, Menophantos fece"

Statua di Afrodite con la firma di Menophantos (I sec. a.C.)
Sempre al piano terra del Palazzo si trova una statua marmorea che ritrae l'Imperatore Augusto nelle vesti di pontefice massimo. Non si conosce l'autore, ma è stata datata intorno al 12 a.C. ed è alta poco più di due metri.
Statua di Augusto  (12 a.C. ca.)


All'interno della stessa sala situata al piano terra, sono collocate due statue che furono ritrovate vicine su un versante del colle Quirinale nel 1885 durante la costruzione del Teatro Nazionale. Il Pugile in riposo e il cd. Principe ellenistico erano sepolte ma sicuramente in epoche diverse. Il Pugile in riposo è una statua in bronzo alta 128 cm. risalente al IV secolo a.C. è stata attribuita a Lisippo o ad uno della sua cerchia.

Pugile in riposo(IV sec. a.C.)


Il cosiddetto Principe ellenistico è una statua in bronzo alta circa 200 cm. I caratteri della statua, che costituisce una delle rare sculture in bronzo dell'età ellenistica, rimandano alla metà del II secolo a.C.

c.d. Principe ellenistico (metà II sec. a.C.)

In una sala del primo piano sono esposti alcuni frammenti di sculture in avorio risalenti al primo secolo d.C., recuperati dal mercato clandestino dal Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, provenienti da Anguillara Sabazia (Roma) da uno scavo clandestino. I frammenti farebbero parte di due o più statue crisoelefantine costruite a Roma su modelli greci. Il pezzo più interessante tra tutti è sicuramente il volto d'avorio.
Il volto d'avorio

Questa scultura marmorea il cui nome è Il Discobolo Lancellotti, è una delle copie del Discobolo di Mirone (465 a.C.), è alta 155 cm ed è risalente al II secolo d.C.. Fu ritrovata nel 1781 a Villa Palombara nel Rione Esquilino a Roma e per molto tempo ha fatto parte della collezione della famiglia Lancellotti da cui prende il nome. E' Collocata al primo piano.

Statua del Discobolo Lancellotti (metà II sec. d.C.)
 

Uno dei sarcofagi più belli ed integri arrivati fino a noi si trova sempre al primo piano del Museo in una stanza ad esso dedicata. Si tratta di un sarcofago con scene di battaglia denominato Sarcofago di Portonaccio rinvenuto nel 1931 vicino la Via Tiburtina nei pressi del quartiere di Portonaccio. Da alcune caratteristiche dei fregi, sembra che sia stato utilizzato per l'inumazione di Aulus Iulius Pompilius, ufficiale di Marco Aurelio al comando di due squadroni di cavalleria. Per capire meglio la grandezza del sarcofago in marmo databile intorno il 180 d.C., l'altezza è circa 150 cm. di cui 36 cm. interessano il coperchio, mentre la lunghezza è 240 cm. e la profondità è di 115 cm. Nelle raffigurazioni si vedono scene di combattimento tra romani e barbari, dove questi ultimi venivano sconfitti e sottomessi all'impero romano.

Sarcofago di Portonaccio (180 d.C.)


Le erme sono delle colonne con la sezione quadrata di piccole dimensioni sormontate da figure maschili o femminili. Il loro nome deriva da Hermes e venivano poste lungo i confini di proprietà, lungo le strade ed anche davanti le porte delle case per invocare la protezione di Hermes. Nei post di oggi troveremo vari tipi di erme, compresa quella dedicata ad Hermes, ma in questo post troveremo varie erme di aurighi rinvenute durante gli scavi della stazione di Trastevere in quello che si considera un luogo sacro dedicato ad Ercole. Sono tutte di vincitori di agoni sportivi che consacrano i propri ritratti ad Ercole. Si trovano al primo piano all'interno di una scenografia circolare denominata Le erme di aurighi nel sacello di Ercole.
Erma di Auriga (I-II se. d.C.)

Erma di Auriga (I-II se. d.C.)

Erma di Auriga (I-II se. d.C.)

Erma di Auriga (I-II se. d.C.)

Erma di Auriga (I-II se. d.C.)

Erma di Auriga (I-II se. d.C.)


Durante i lavori di arginatura del Tevere verso la fine del XIX secolo è stato fatto un ritrovamento di notevole valore per la rarità delle sculture bronzee di grandi dimensioni che ci arrivano dall'antichità. L'opera è il Dioniso bronzeo, è di età adrianea (II sec. d.C.), è alta 158 cm e si trova al primo piano.

Dioniso bronzeo (117-117 d.C.)

Sempre al primo piano poco distante dal Discobolo Lancellotti troviamo l'Ermafrodito dormiente, una scultura romana in marmo lunga 148 cm. risalente al II secolo a.C. Fu rinvenuta poco distante dal Museo che l'accoglie nel 1879 sotto un edificio privato sotto il Teatro dell'Opera di Roma all'interno di una nicchia murata e riempita di terra. Questa tecnica veniva spesso utilizzata in passato per nascondere statue di una certa importanza evitando che venissero trafugare.

Ermafrodito Dormiente (metà II sec. a.C.)


I Mosaici

La realizzazione dei mosaici nell'antica Roma era particolarmente attiva. La bravura dei mosaicisti di allora possiamo fortunatamente vederla salendo al secondo piano del museo. Si può ammirare un allestimento di vari mosaici dei quali la maggior parte sono pavimentali. Alcuni sono rimasti integri, di altri però se ne possono ammirare soltanto alcune parti, inoltre sono esposti mosaici parietali si spiccata bellezza.

Mosaico pavimentale a cassettoni con Muse e scene mitologiche paesistiche (fine II sec. d.C.) - Palazzo Massimo - Roma

Mosaico pavimentale con aurighi del circo (prima metà III sec.) - Palazzo Massimo - Roma

Mosaico pavimentale con aurighi del circo (prima metà III sec.) - Palazzo Massimo - Roma

Mosaico pavimentale con aurighi del circo (prima metà III sec.) - Palazzo Massimo - Roma

Mosaico pavimentale con aurighi del circo (prima metà III sec.) - Palazzo Massimo - Roma

Pannello parietale in Opus Sectile con scena del ratto di Hylas da parte delle Ninfe (prima metà IV sec.)


Mosaico pavimentale con busto di Dioniso (III sec.)

Mosaico pavimentale con uccelli e decorazioni floreali (III sec.)

Mosaico pavimentale geometrico (69-79 d.C.)

Mosaico pavimentale geometrico a cassettoni con rosette (128-180 d.C.)

Mosaico pavimentale

Mosaico pavimentale geometrico con busto di stagione nel riquadro centrale (III sec.)

Mosaico pavimentale con lotta tra Dioniso e gli indiani (prima metà IV sec.)

Mosaico raffigurante satiro

Mosaico raffigurante satiro

Pannello parietale in opus sectile con console su biga e quattro cavalieri (prima metà IV sec.)






La Villa di Livia

Le residenze urbane e suburbane appartenute agli imperatori e all'alta società romana, erano affrescate con decorazioni ad affresco, stucco e a mosaico, creando un ampliamento degli spazi attraverso questi decori. Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, ha dedicando l'intero secondo piano ad alcuni dei più raffinati capolavori decorativi. Si possono ammirare cicli di affreschi e mosaici provenienti da complessi residenziali, staccati e ricomposti seguendo l'ordine degli ambianti originali, permettendo così di rivivere le ambientazioni di un tempo. Sale e corridoi ospitano in bella vista mosaici pavimentali e parietali, in altre invece sono state ricostruite sale provenienti da scavi dove oggi si trova Villa Farnesina, ma c'è una sala, forse la più bella, dove è stato ricomposto un intero affresco proveniente dalla Villa di Livia. Durante gli scavi del 1863, fu rinvenuta lungo la via Flaminia nella zona di Prima Porta a nord di Roma, la Villa di Livia Drusilla, terza moglie dell'imperatore Augusto. Una delle sale sotterranee era adibita a triclinio (sala da pranzo). Sulle pareti un lussureggiante giardino affrescato, interessava tutto il perimetro di una sala che misura 6 x 11,50 metri. Nelle pitture si possono vedere varietà diverse di piante sia da frutto che da giardino, fiori e molte specie diverse di uccelli, alcuni di essi in gabbia e la scena è delimitata da una doppia recinzione con un prato interno.

Villa Livia, Il giardino dipinto






Villa della Farnesina

Al secondo piano del palazzo, si trovano alcune grandi stanze dove al loro interno sono state ricostruite le sale che facevano parte della Villa della Farnesina. In queste sale sono stati ricollocati gli affreschi che abbellivano le sale della Villa, ritornate alla luce durante la ricostruzione degli argini del Tevere nel 1879 nel luogo dove attualmente si trova Villa Farnesina a pochi passi da Galleria Corsini nel rione Trastevere. Oltre agli affreschi splendidamente conservati e sapientemente ricollocati ad arte, si possono vedere alcune parti della pavimentazione e degli stucchi che avvolgevano il soffitto.

Villa della Farnesina - Palazzo Massimo - Roma









L'oreficeria e i corredi funerari

Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo ha molte finestre che si affacciano che si affacciano anche su piazza dei Cinquecento, ma la sala che espone preziosi ritrovamenti non ha finestre perché si trova nel piano -2, proprio di fronte al caveau dov'è esposta la collezione del Medagliere del Museo. Nella sala e in alcune teche che si trovano al di fuori di essa, sono conservati numerosi manufatti di oreficeria e di corredi funerari, in modo prevalente del periodo della Roma Imperiale. Alcuni di questi reperti sono stati restituiti dal Tevere e dal sottosuolo di Roma durante i lavori di urbanizzazione della nuova capitale del Regno d'Italia verso la fine Ottocento - inizio Novecento. Importanti e preziosi corredi funerari sono stati rinvenuti ad Ariccia, Tivoli, Castel di Decima, Fidene, Mentana, Vallerano e la Bufalotta. Una nota di interesse è sicuramente quella del ritrovamento a nord di Roma in zona Grottarossa, che riguarda un sarcofago con all'interno una piccola mummia conservata dentro una teca a temperatura controllata ed il suo corredo funerario.

Dall'età Regia ad Augusto, Collana in oro con inserti in pasta vitrea e orecchini d'oro

L'età Imperiale

L'età Imperiale

L'età Imperiale

Il lusso nelle accomciature, Il reticulum

Il lusso nelle accomciature, Il reticulum

Il lusso nelle accomciature, L'acus crinalis

L'età Imperiale: bambola in avorio e cofanetto in ambra

Il tardo antico: Il gioiello monetale e l'opus interassile

Dall'età Regia ad Augusto, Diaspro di Aspasios con testa di Athena Parthenos

L'età Imperiale, Spilla in oro e granati

L'età Imperiale, Spilla in oro e sardonice

Mummia di Grottarossa, Sarcofago (seconda metà II sec. d.C.)

Mummia di Grottarossa (seconda metà II sec. d.C.)

Urna cineraria (fine I sec. d.C.)

Urna cineraria (metà I sec. d.C.)



Il Medagliere

Nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, oltre a godere delle bellezze artistiche provenienti dall'Antica Roma, si può ammirare una collezione numismatica che abbraccia un arco cronologico vastissimo, che dal IX sec. a.C. circa, giunge sino al Regno d’Italia per arrivare a toccare l’età contemporanea. 
Verso la fine dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento, a seguito dei lavori di adeguamento urbanistico della nuova capitale del Regno D'Italia, si rese necessario istituire nel Complesso delle Terme di Diocleziano, un luogo dove far confluire tutti i materiali numismatici ritrovati. Insieme al grande quantitativo ritrovato in forma sporadica o riuniti in gruzzoli, nel corso degli anni il Medagliere si è arricchito ulteriormente con acquisizioni, fino a superare i 500.000 pezzi tra monete, medaglie, pesi monetali, tessere, oggetti da conio, gemme, oreficerie, preziose suppellettili e altri pregiati manufatti in metallo, quindi per la consistenza degli oggetti presenti, può essere considerato tra le più importanti e prestigiose strutture di settore a livello nazionale e internazionale.
Dal 1996 la sala espositiva è stata trasferita nell'attuale sistemazione, situata nel piano -2 del Palazzo, all'interno di un caveau protetto da spesse porte blindate che ne garantiscono la sicurezza.
Per ovvi motivi, le fotografie presenti in questo articolo sono soltanto a titolo rappresentativo, ma vi assicuro che dedicando alla collezione il giusto tempo, si può ripercorrere una storia lunga quasi tremila anni.


Una moneta per l'Europa

Monete di Roma. Bilancia e lingotti di bronzo

Monete di Roma del IV-III sec. a.C.

Monete di Roma del II sec. d.C.

Monete di Roma del IV sec. d.C.

Monete veneziane, Oselle

Monete del Regno di Sardegna

 Vittorio Emanuele III, monete conii e punzoni

Vittorio Emanuele III, monete conii e punzoni

Didracma in argento

Repubblica Romana, Giulio Cesare (46 a.C.)

Impero Romano, Vitellius (69 d.C.)

Impero Romano, Adriano (117-138 d.C.)

Impero Romano d'Oriente, Niceforo II e Basilio II (963-969)

Regno Longobardo, Romoaldo II (706-731)

Regno Lombardo-Veneto, Zecca di Venezia (1848-1849)

Regno di Sandegna, Vittorio Emanuele II (1849-1861)

Regno d'Italia, 1° anniversario della marcia su Roma (1923) (prova)


Grazie

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