GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA - PALAZZO BARBERINI: IL PIANO NOBILE, ALA SUD

© Photo by Massimo Gaudio

L'Arte di fotografare l'Arte




L' Ala sud
Il Museo negli ultimi tempi ha vissuto fasi molto importanti dedicate alla ristrutturazione delle sale espositive. A dare il via ai nuovi spazi espositivi è stata l'apertura dell'ala sud che si trova in corrispondenza dello scalone elicoidale del Borromini, dove hanno trovato collocazione molte delle opere che si trovavano una volta al secondo piano del palazzo. Parliamo di artisti del calibro di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), Pompeo Batoni (1708-1787). Mattia Preti (1613-1699), Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO (1697-1768) e molti altri ancora, sia italiani che stranieri.
    Mettetevi comodi, inizia la visita 
Sala del Trono
Chi conosce già Palazzo Barberini ricorda sicuramente che la visita al museo terminava con la Sala dei Marmi. Ora invece è proprio da quest'ultima attraverso una porta si accede alla nuova Ala sud. Varcata la soglia si accede in un grandissimo salone oggi chiamato SALA DEL TRONO (Sala 33) con al centro un magnifico e imponente lampadario in vetro e alle pareti sono collocati tre enormi quadri.

Sala 33 - Sala del Trono


Giuseppe Belloni, Bacco e Arianna (1665-1673)




Sala Lanfranco
Dalla Sala del Trono si accede ad altre sale attraverso quattro porte. Io consiglio di iniziare la visita da quella che si trova subito a sinistra che collega quest'ultima alla Sala 34 chiamata LANFRANCO. Al suo interno ci sono dipinti di Guido Cagnacci (1601-1663), Francesco Furini (1603-1643), Giovanni Lanfranco (1584-1647), inoltre all’interno di una teca in vetro sono esposti due Calcagnini in legno e cuoio del XVII secolo (una sorta di sandalo con tacco unico alto 27 cm.).

Sala 34 - Sala Lanfranco
Francesco Furini, Giuditta e Oloferne (1630-1635) Olio su tela

Giovanni Lanfranco, Venere suona l'arpa (1630 ca.) Olio su tela

Guido Cagnacci, Santa Maria Maddalena penitente (1626-1627) Olio su tela

Manifattura veneziana, Calcagnini (inizio XVII sec.) Legno e cuoio


Sala Mattia Preti
La sala successiva è dedicata a MATTIA PRETI (sala 36) dove si trovano quattro grandi tele dell'artista calabrese e caravaggesco tra i più affermati, una delle quali dipinta con il fratello Gregorio.

Sala 36 - Mattia Preti


Gregorio e Mattia Preti, Allegoria dei cinque sensi (1642-1646)

Mattia Preti, La cena del ricco Epulone (1655-1660) Olio su tela

Mattia Preti, La fuga da Troia (1635 ca.) Olio su tela

Mattia Preti, La resurrezione di Lazzaro (1655-1660) Olio su tela

Sala Pittura a Napoli
Dalla Sala 36 si accede alla Sala 35 chiamata PITTURA A NAPOLI che si affaccia sui giardini del Palazzo. Sono presenti dipinti di artisti che per nascita o per adozione, hanno espresso la loro arte influenzati dalla pittura caravaggesca come Jusepe de Ribera detto LO SPAGNOLETTO 1591-1652), Luca Giordano (1634-1705), Giovanni Battista Caracciolo detto BATTISTELLO (1578-1635), Massimo Stanzione (1585-1656) e infine Hendrick van Somer (1607-1656).
Sala 35 - Pittura a Napoli


Battistello Caracciolo, Sant'Onofrio (1625 ca.) Olio su tela

Hendrick van Somer, San Girolamo (1652) Olio su tela

Jusepe de Ribera, San Giacomo (1632-1635) Olio su tela

Luca Giordano, Ritratto di Capomastro (Cratete) (1660 ca.) Olio su tela

Massimo Stanzione, Compianto su Cristo morto (1621-1627) Olio su tela

Sala Roma 1670-1750
Entrando nella sala 37 si rimane subito affascinati dal busto realizzato da Gian Lorenzo Bernini che ritrae papa Clemente X Altieri in una delle ultime sue opere, e con Carlo Maratta (o Maratti), finiscono il secolo del Barocco, mentre il romano Marco Benefial è ormai attivo già nella fine del Seicento spingendosi ben dentro il nuovo secolo dei Lumi, al quale fa compagnia il capodistriano Francesco Trevisani con quattro opere su altrettanti continenti fino allora conosciuti, dei quali copie in mosaico si trovano nella basilica di San Pietro in Vaticano.
Alle opere riunite in questa sala fa eco il dipinto nel soffitto affrescato da Giuseppe Bartolomeo Chiari, allievo del Maratta, con la scena della favolosa nascita di Pindaro: Soggetto scelto per celebrare l'eloquenza poetica di papa Urbano VIII e dei Barberini, in quella che era la camera per le udienze dei cardinali della famiglia.

Sala 37 - Roma 1670-1750

Carlo Maratta, San Giovanni Evangelista (1690 ca.) Olio su tela

Carlo Maratti, San Paolo (1667 ca.) Olio su tela

Francesco Trevisani, Africa (1709 ca.) Olio su tela

Francesco Trevisani, America (1709 ca.) Olio su tela

Francesco Trevisani, Asia (1709 ca.) Olio su tela

Francesco Trevisani, Europa (1709 ca.) Olio su tela

Gian Lorenzo Bernini, Busto di Papa Clemente X Altieri (1676-1680) Marmo

Marco Benefial, Ercole e Onfale (1735-1740) Olio su tela

Marco Benefial, Piramo e Tisbe (1735-1750) Olio su tela

Marco Benefial, Ritratto della famiglia Quarantotti (la famiglia del Missionario) (1756) Olio su tela

Marco Benefial, Santa Maria da Cortona ritrova il cadavere dell'Amante (1728-1732) Olio su tela

Pierre-Etienne Monnot, Modello del monumento funebre di Innocenzo XII Odescalchi (1697ca.) Legno dipinto e terracotta

Volta di Giuseppe Bartolomeo Chiari, La nascita di Pindaro


Sala Pompeo Batoni
La sala 38 è dedicata a POMPEO BATONI, ci sono degli eccellenti ritratti di personaggi altolocati sia italiani che stranieri. Questi facevano di tutto per farsi fare un ritratto da Pompeo Batoni che nell’Ottocento era uno dei ritrattisti più ricercati sia in ambito ecclesiastico che in quello nobiliare, soprattutto per l’eleganza, la raffinatezza e la cura dei dettagli.

Sala 38 - Pompeo Batoni - Pierre Subleyras

Pompeo Batoni, Agare e l'angelo (1776) Olio su tela

Pompeo Batoni, Ritratto del conte Niccolò Soderini (1765) Olio su tela

Pompeo Batoni, Ritratto del principe Abbondio Rezzonico (1766) Olio su tela

Pompeo Batoni, Ritratto di Clemente XIII Rezzonico (1760) Olio su tela

Pompeo Batoni, Ritratto di Sir Henry Peirse(1765) Olio su tela

Pierre Subleyras, Nudo femminile di schiena (1740 ca.) Olio su tela


Sala la Veduta Veneziana
Nella Sala 39 si trovano esposte tele riferite al Settecento veneziano. Infatti, si chiama LA VEDUTA VENEZIANA e non riguarda soltanto il paesaggio cittadino, ma spazia anche fuori dal territorio veneto arrivando fino in Austria. In sintesi, il tema è incentrato sulla visione del paesaggio secondo gli artisti nati a Venezia. Tra tutti spicca senza dubbio Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, ma ce ne sono altri che meritano grande considerazione perché veramente bravi e i loro dipinti esposti nella sala lo dimostrano.
Sala 39 - La Veduta Veneziana


Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Vanezia dal Canal Grande (1335-1740)

Bernardo Bellotto, Veduta del castello imperiale di Schlossof (1760-1763)
Francesco Guardi, Venezia, la chiesa di san Giorgio vista dal canale della Giudecca (1770-1780)
Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Vanezia con piazza San Marco con le Procuratie (1335-1740)

Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Venezia con il Ponte di Rialto (1735-1740)

Giovanni Antonio Canal detto CANALETTO, Veduta di Venezia con la Piazzetta (1735-1740) 

Bernardo Bellotto, Veduta della piazza del mercato di Dresda (1743)

Francesco Guardi, Capriccio di architettura con una piramide rovine romane e figure (1770-1780)


Sala La Veduta Romana
L’altra sala ad angolo dell'Ala Sud speculare alla precedente che si affaccia sul piazzale di Palazzo Barberini è la 40 ed è dedicata a LA VEDUTA ROMANA con sette splendidi paesaggi immortalati dal pennello del grande pittore olandese Gaspar van Wittel (1653-1736) che in molti conoscono anche con il nome italianizzato Vanvitelli. Oltre a Vanvitelli è presente un’opera di Giovanni Paolo Panini (1691-1795) che in un solo quadro, con un capriccio, racchiude molti monumenti romani. Anche io ho voluto contribuire con una foto dove attraverso la finestra si vede la facciata e il piazzale del Palazzo e uno scorcio su Via Veneto.

Sala 40 - La Veduta Romana
Giovanni Paolo Panini, Capriccio con i più celebri monumenti e sculture dell'antichità di Roma (1734)

Gaspar van Wittel, Roma, veduta della piazza del Quirinale (1685)
Gaspar van Wittel, Roma, veduta di ponte rotto a Ripa Grande (1681)
Gaspar van Wittel, Roma, la passeggiata di Villa dei Medici (1683)

Gaspar van Wittel, Roma, veduta della chiesa di Trinità dei Monti (1683)

Gaspar van Wittel, Roma, veduta della piazza del Quirinale (1681)

Gaspar van Wittel, Roma, veduta di Castel sant'Angelo e dei prati di Castello (1865 ca.)

Gaspar van Wittel, Roma, veduta di ponte rotto a Ripa Grande (il Tevere e l'Aventino)

Gaspar van Wittel, Veduta di Roma da Ripa Grande (1681)

La facciata ed il piazzale del Palazzo ed uno scorcio su Via Veneto. 

Sala il Grand Tour
A partire dal XVII secolo, si sviluppò la moda dei viaggi per conoscere e arricchire il proprio sapere attraverso la conoscenza delle arti, comprese quelle antiche, i costumi e la cultura dei vari paesi europei. Questo modo di viaggiare venne chiamato IL GRAND TOUR e poteva durare mesi o addirittura anni; quindi, una tale possibilità era riservata ai giovani ricchi aristocratici, anche perché nel viaggio era previsto l'acquisto di oggetti riguardanti il posto visitato. Uno dei Paesi dove non poteva mancare assolutamente il passaggio di questi giovani era l'Italia da sempre ricca di storia antica con le rovine sia romane che greche, perciò Roma, la Sicilia e Napoli con la vicina Pompei, erano sicure tappe dove soggiornarvi per molto tempo. Anche l'arte di quei tempi veniva presa in grande considerazione e spesso era di norma farsi fare un ritratto dai più affermati pittori del momento come, ad esempio, i ricercatissimi Pompeo Batoni e Canaletto. Anche le vedute paesaggistiche venivano prese fortemente in considerazione se non si aveva la fortuna di poter conoscere pittori affermati. La sala 41 è stata dedicata proprio al Grand Tour, con opere di artisti di varie nazionalità europee che ebbero modo di passare gran parte della loro vita in Italia e alcuni di loro rimasero affascinati dalla bellezza del nostro Paese da restare fino alla fine dei propri giorni.

Sala 41 - IL Grand Tour 
Sala 41 - Il Grand Tour, La volta
Anton Von Maron, Ritratto di Sir Robert Clive (1766)


Anton Raphael Mengs, Giove e Ganimede (1760)

Jacob Philippe Hackert, La cascata dell'Aniene a Tivoli (1769)

Angelica Kauffmann (Coire, Svizzera 1741 - Roma 1807), Ritratto di giovinetta in veste da baccante (1801)

Emile Jean Horace Vernet (Parigi 1789-1863), Ritratto di Filippo Agricola (1820)

Anton Von Maron (Vienna 1733 - Roma 1808), Ritratto del cardinale Vincenzo Maria Altieri (1780)

Jean-Jacques Caffieri, Ritratto di gentiluomo (Seconda metà XVIII sec.) Marmo

Sala Donazione Lemme
Nella Sala 42 si trova una raccolta di ventuno dipinti donati da Fabrizio e Fiammetta Lemme nel 1998 alla Galleria Nazionale di Palazzo Barberini. Al suo interno ci sono opere di artisti del '600 e '700 italiano come Pier Leone Ghezzi, Sebastiano Conca, Domenico Corvi, Francesco Trevisani e Giuseppe Chiari.

Sala 42 - Donazione Lemme


Quella della Donazione Lemme era l'ultima Sala dell'Ala Sud. Usciti da questa stanza si ritorna nuovamente al punto di partenza ovvero la Sala del Trono. Per andare verso l'uscita bisogna passare per la Sala dei Marmi, dopodiché ad attenderci c'è il magnifico scalone elicoidale progettato da Francesco Borromini nel 1633-1634.
Lo scalone elicoidale del Borromini

Vi ringrazio.

Arrivederci al prossimo articolo.

Massimo

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