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I grandi artisti nella basilica di san Pietro

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#artiebellezzeitaliane © Photo by Massimo Gaudio Botticelle davanti Piazza e Basilica di San Pietro nel 1992 Chissà quante volte siamo entrati all'interno di una chiesa senza immaginare o sapere di essere circondati da opere di pregio. La basilica papale maggiore di san Pietro in Vaticano per ovvi motivi ha moltissime opere d'arte al suo interno, basti pensare che essa stessa è un capolavoro dell'arte italiana. Dal 1506 per più di due secoli architetti di grande rilievo si sono susseguiti nella realizzazione della basilica; Bramante, Antonio e Giuliano da Sangallo, Raffaello Sanzio, Baldassarre Peruzzi, Michelangelo Buonarroti, Giacomo della Porta, Domenico Fontana, Carlo Maderno ed infine Gian Lorenzo Bernini. Dall'unione di così tante eccellenze non poteva non essere realizzata un'opera così magnifica. Architetti Metterò in risalto i lavori di due tra i più famosi ed importanti architetti che hanno partecipato alla realizzazione della basilica, coloro i quali hann

RAFFAELLO, LA STANZA DELL'INCENDIO DI BORGO AI MUSEI VATICANI

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  © Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Stanze di Raffaello, Stanza dell'Incendio di Borgo, Incendio di Borgo (1514-1517) - Musei Vaticani Ai Musei Vaticani , optando per il percorso più lungo per arrivare alla Cappella Sistina, si passa attraverso quattro Sale chiamate Stanze di Raffaello . In queste Stanze si trovano vari affreschi realizzati principalmente da Raffaello Sanzio (Urbino 6 Aprile 1483 - Roma 6 Aprile 1520) e i suoi aiuti a partire dal 1508 e terminati dagli aiuti nel 1524 dopo la morte del Maestro. Costituiscono parte dell'appartamento pontificio, decorato principalmente durante il pontificato di papa Giulio II (1503-1513) e di papa Leone X (1513-1521) e utilizzato dai loro successori fino a papa Gregorio XIII (1572-1585). La Stanza a cui si riferisce questo articolo, è l'ultima che s'incontra lungo il percorso e prende il nome da uno degli affreschi nei lunettoni, ossia Stanza dell'Incendio di Borgo , commission

Leonardo da Vinci, San Girolamo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Leonardo da Vinci, San Girolamo (1482 ca.) - Pinacoteca dei Musei Vaticani Non abbiamo notizie sulla destinazione e sul committente del dipinto, ancora allo stato di abbozzo e tra i più enigmatici del grande pittore, scultore, architetto, ingegnere e filosofo toscano. La più antica citazione del S. Girolamo infatti risale solo agli inizi dell'Ottocento, quando è menzionato, con attribuzione a Leonardo, nel testamento della pittrice svizzera Angelica Kauffmann. Alla morte della Kauffmann se ne persero nuovamente le tracce, finché fu ritrovato per caso e acquistato dallo zio di Napoleone, il Cardinal Joseph Fesch. Secondo la tradizione il cardinale rinvenne il quadro diviso in due parti: quella inferiore nella bottega di un rigattiere romano dove costituiva il coperchio di una cassetta, mentre quella con la testa del santo presso il suo calzolaio che ne aveva fatto il piano dello sgabello. Al di là del racconto romanzato la tav

Sisto IV nomina Bartolomeo Platina Prefetto della Biblioteca Vaticana di Melozzo da Forlì

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Melozzo degli Ambrosi detto MELOZZO da FORLI', Sisto IV nomina Bartolomeo Platina Primo Prefetto della Biblioteca Vaticana (1477) - Pinacoteca dei Musei Vaticani - Città del Vaticano L'affresco staccato proviene da uno degli ambienti della antica Biblioteca Vaticana, fondata nel 1475 da Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484). Melozzo da Forlì, trasferitosi a Roma nel 1475 e affermatosi alla Corte Pontificia, illustra l'episodio storico della nomina dell'umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, a primo Prefetto della Biblioteca. I protagonisti, fortemente caratterizzati nei tratti somatici e quindi da considerarsi veri e propri ritratti, si collocano entro una grandiosa architettura che conferisce una dimensione monumentale alla scena, sottolineandone la solennità. Il Platina, al centro in ginocchio, riceve l'investitura e punta l'indice della mano destra verso un'iscrizione da lui

LA PIETA' DI CARLO CRIVELLI

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Carlo Crivelli, La Pietà (1488) - Pinacoteca dei Musei Vaticani - Città del Vaticano L'opera, firmata da Carlo Crivelli, costituiva probabilmente la parte alta (cimasa) di un polittico e fu acquistata nel 1831 da Pio VII (pontefice dal 1800 al 1823) nelle Marche. In questa regione, dopo aver abbandonato Venezia, l'artista passò la maggior parte della sua vita, lavorando, a capo di un'importante bottega, per chiese e conventi locali. In questa composizione si evidenzia l'estrema originalità del linguaggio elaborato dal Crivelli, in cui le conquiste rinascimentali della prospettiva e della nitida modellazione dei volumi si legano a cadenze decorative e all'uso dell'oro di gusto tardogotico. La linea contorta crea figure quasi astratte e irreali, eppure la composizione raggiunge un effetto di solenne e straordinaria drammaticità.  (dal sito Musei Vaticani) Autore:       C arlo Crivelli (Venezia

LA VERGINE COL BAMBINO TRA I SANTI LORENZO, LUDOVICO DA TOLOSA, ERCOLANO E COSTANZO DEL PERUGINO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Pietro Vannucci detto IL PERUGINO, La Vergine col Bambino tra i santi Lorenzo, Ludovico da Tolosa, Ercolano e Costanzo - detta La Madonna dei Decemviri (1496) - Pinacoteca dei Musei Vaticani - Città del Vaticano La pala, firmata dall'artista e commissionata dai Decemviri di Perugia per la cappella del Palazzo Pubblico, fu eseguita tra la fine del 1495 e il 1496.  In origine l'opera si componeva di due elementi: la cimasa (parte alta), raffigurante Cristo nel sepolcro (ora alla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia), e la tavola vaticana. In quest'ultima, al centro di un'architettura ad arcate la Vergine, col Bambino sulle ginocchia, siede su un trono monumentale, ai lati del quale si dispongono i SS. Lorenzo, Ludovico di Tolosa, Ercolano e Costanzo, protettori della città. L'equilibrio della composizione, il chiaro impianto prospettico, l'armonia con cui le figure si accordano con il paesaggio, la

GIOTTO E IL POLITTICO STEFANESCHI

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giotto di Bondone e aiuti, Trittico Stefaneschi (1320-1325) - Musei Vaticani - Pinacoteca Nei Musei Vaticani e più precisamente nella seconda sala della Pinacoteca, posta al centro della stanza è collocata una splendida opera di Giotto di Bondone (Colle di Vespignano 1267 - Firenze 1337) più comunemente conosciuto come Giotto. L'opera, una tempera su legno, si intitola Trittico Stefanesch i , eseguito dall'artista toscano e dai suoi aiuti tra il 1320 ed il 1325. Prende il nome dal cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi che lo commissionò all'artista per essere collocato nell'altare maggiore della vecchia basilica di San Pietro in Vaticano. Il polittico è dipinto su i due lati per essere visto sia dai fedeli che da chi ufficiava la messa. Giotto inserì il committente all'interno del pannello centrale di uno dei due lati mentre dona a San Pietro il polittico (foto ingrandita). Giotto d