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Orfeo ed Euridice di Canova a cura di Manuela Moschin

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A cura di Manuela Moschin del blog https://www.librarte.eu Orfeo ed Euridice (1775-76) è un gruppo scultoreo in pietra di Vicenza realizzato da Antonio Canova, conservato nel Museo Correr di Venezia. Canova realizzò l'opera quando aveva soltanto diciotto anni. Egli nacque a Possagno (Treviso) nel 1757, in una famiglia di scalpellini. Fu il nonno che impartì allo scultore le prime lezioni. Le sculture sono ispirate alla vicenda di Orfeo ed Euridice, che racconta la storia del musico Orfeo, che era lo sposo della ninfa Euridice, la quale, il giorno stesso del matrimonio, morì avvelenata per un morso di un serpente. Orfeo, disperato per la morte dell’amata, scese negli inferi per riprenderla. Egli, però, dovette accettare di poterla salvare soltanto a una condizione, ossia non avrebbe dovuto guardarla, fino a quando non fossero entrambi usciti dalla vallata dell’Averno. Orfeo, invece, temendo di perderla di nuovo, poiché percorse un sentiero tortuoso e molto pericoloso, ebbe l’istinto

Adorazione del Bambino di Fra Bartolomeo

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      #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Bartolomeo della Porta detto FRA' BARTOLOMEO, Adorazione del Bambino (1495) L’attribuzione del dipinto, a lungo discussa, è ormai concordemente riferitaalla mano del giovane Fra’ Bartolomeo. La tavola, la cui grandiosità d’impianto si avvicina alla nuova sensibilità d’impronta cinquecentesca, è di fondamentale importanza per gli orientamenti figurativi della fine del Quattrocento. Fra’ Bartolomeo interpretò il formato circolare del supporto in chiave tridimensionale, nel quale i corpi e gli oggetti sono saldamente accampati nello spazio, seppure unificati nella resa atmosferica di matrice leonardesca.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bartolomeo della Porta detto FRA BARTOLOMEO    (Prato 1472 - Firenze 1517) Titolo: Adorazione del Bambino Datazione: 1495 Supporto : Tempera su tavola Misure (cm): 89 diametro Si trova: Galleria Borghese Luogo:

VENETIA 1600 Nascite e rinascite a cura di Manuela Moschin

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Mostra visitabile dal 4 settembre 2021 al 25 marzo 2022 - Palazzo Ducale, Venezia Vittore Carpaccio, Leone di San Marco (1516) tempera su tela, 130x368 cm, Palazzo Ducale, Venezia. A cura di Manuela Moschin del blog  https://www.librarte.eu/ Secondo la tradizione, la fondazione di Venezia avvenne il 25 marzo 421. Quest'anno, dunque, ricorrono i 1600 anni dalla sua nascita, che si fa risalire, in modo indicativo, alla posa della prima pietra della chiesa di San Giacometo (San Giacomo) e ai primi insediamenti sulla Riva Alta (Rialto). E' interessante sapere che dal 4 settembre 2021 sarà possibile visitare, nel Palazzo Ducale di Venezia, una mostra dedicata alle vicende storiche e artistiche della Serenissima. Il nucleo dell'esposizione si concentrerà sulle nascite e rinascite che la città lagunare visse nei secoli. Una sintesi stimolante, che accompagnerà lo spettatore tra i meandri della storia di questa celeberrima città. Saranno esposte opere di artisti, architetti e uomin

Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo del Pinturicchio

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     #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Bernardino di Betto detto PINTURICCHIO, Crocefissione tra i santi Cristoforo e Girolamo (1473 ca.) È sconosciuta la destinazione originaria della tavola, forse la parte centrale di un’anconetta portatile che, per le ridotte dimensioni, è di sicura destinazione privata. Le sue perfette condizioni di conservazione permettono di apprezzarne la tecnica quasi miniaturistica, i colori smaltati e la nitida messa a fuoco dei particolari. L’atteggiamento narrativo e favolistico dell’artista, che lo spinge a ricercare continuamente effetti di prezioso decorativismo, non gli impedisce di aprirsi alle tendenze più moderne dell’arte.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bernardino di Betto detto Pinturicchio   (Perugia 1454 ca - Siena 1513) Titolo: Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo Datazione: 1598 Supporto : Olio su tavola Misure (cm): 59 x 40 Si trova: Galleri

Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma alla Galleria Borghese

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    #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Giovanni Antonio Bazzi detto SODOMA, Pietà (1540) Il dipinto risulta in Collezione già dalla metà del XVII secolo, come opera di Leonardo o di Sodoma, nome quest’ultimo poi definitivamente accettato.La Pietà appartiene alla produzione tarda dell’artista. Il forte chiaroscuro delle figure e il paesaggio cupo nello sfondo infondono un forte sentimento di melanconia.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Bazzi Giovanni Antonio detto Sodoma   (Vercelli 1477 - Siena 1549) Titolo: Pietà Datazione: 1540 Supporto : Olio su tavola Misure (cm): 69 x 58 Si trova: Galleria Borghese Luogo: Roma Giovanni Antonio Bazzi detto SODOMA, Sacra Famiglia (1525-1530) L’opera, documentata nella raccolta dalla metà del Seicento, è menzionata nell’ inventario del 1790 con l’attribuzione al Sodoma, nome poi sempre accettato dalla critica. Il dipinto fa parte di una serie di tavo

La fuga di Enea da Troia di Federico Barocci

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Federico Barocci detto il FIORI, La fuga di Enea da Troia (1598) L’opera, firmata e datata, è documentata come replica del dipinto per Rodolfo II d’Asburgo, purtroppo perduto. La rappresentazione di questo episodio della storia di Enea costituisce un unicum nella produzione del pittore urbinate, costantemente impegnato su temi religiosi o ritratti. Non è chiaro come la tela sia giunta in Collezione, ma si ipotizza che sia stato lo stesso committente, Giuliano della Rovere, a donarla al cardinal Scipione. Nella tela si riconoscono riferimenti a due famosi artisti urbinati: Raffaello, per la ripresa dell’affresco con l’Incendio di Borgo in Vaticano, e Donato Bramante, per la presenza sullo sfondo del tempietto di S.Pietro in Montorio al Gianicolo.  (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Federico Barocci detto il Fiori   (Urbino 1535 -1612) Titolo: La fuga di Enea da Troia Datazione:

Andrea d'Agnolo detto ANDREA DEL SARTO alla Galleria Borghese

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   #artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Andrea d'Agnolo detto ANDREA DEL SARTO, Pietà con quattro santi (1507) Citata per la prima volta nell’inventario del 1693 con l’attribuzione al Perugino, l’opera ha mantenuto il riferimento all’area umbra fino a quando è stata assegnata al catalogo di Andrea del Sarto, includendola tra le opere giovanili. Si tratta verosimilmente della predella della dispersa tavola della chiesa delle monache di Monte Domini a Greve in Chianti. Le figure (nel centro Cristo, la Madonna,san Giovanni evangelista e la Maddalena e ai lati da sinistra a destra, i santi Apollonia, Antonio da Padova, Elisabetta d’Ungheria e Margherita) sono coerentemente disposte nello spazio secondo quel rapporto architettonico figura-ambiente che diverrà costante nella sua produzione più matura.   (testo tratto dal sito della Galleria Borghese) Autore: Andrea d’Agnolo detto Andrea del Sarto   (Firenze 1486 -1531) Titolo: Pietà e quattro santi Da