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Visualizzazione dei post con l'etichetta '800

VITTORIO MATTEO CORCOS, SOGNI (1896)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Vittorio Matteo Corcos, Sogni (1896) Nel quartiere Pinciano di Roma, di fronte al parco di Villa Borghese, si trova la Galleria Nazionale di Arte Moderna. Tra le opere di pittori illustri come Klimt, Modigliani, Degas, Van Gogh e molti altri, ce n'è uno che cattura l'attenzione di molti. Mi riferisco a un dipinto del pittore livornese Vittorio Matteo Corcos dal titolo Sogni del 1896. Il dipinto ritrae Elena Vecchi, una giovane ragazza seduta su una panchina con accanto alcuni libri, un ombrellino parasole bianco e un cappellino in paglia da dove spunta una rosa che ha ormai perso i petali. L'artista è riuscito a dare alla figura della ragazza una tridimensionalità che la rende quasi reale, che ci catapulta verso il periodo della Belle Époque, dandoci quelle sensazioni tipiche del periodo. Vi ringrazio. Arrivederci al prossimo articolo. Massimo

ANTONIO CANOVA PER I FRATELLI BONAPARTE

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Antonio Canova è stato sicuramente uno degli scultori più bravi che la storia dell'arte abbia mai avuto. Sicuramente è questo uno dei motivi se agli inizi dell'Ottocento è stato molto impegnato con la famiglia Bonaparte. In Italia Camillo Borghese in occasione del suo matrimonio con la giovane Paolina Bonaparte, commissionò a Canova una scultura che esaltasse la sua bellezza, così Canova nel 1804 scolpì Paolina Borghese Bonaparte nelle vesti di Venere vincitrice in esposizione alla Galleria Borghese in Roma. In Francia due anni prima, nel 1802, il fratello Napoleone Bonaparte commissionò allo scultore veneto un busto molto probabilmente per celebrare la sua ascesa al trono, avvenuta effettivamente il 2 dicembre del 1804 con la propria auto-incoronazione nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Vi ringrazio. Arrivederci al prossimo articolo. Massimo

EMILIO FRANCESCHINI, EULALIA CRISTIANA (1880)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Emilio Franceschini, Eulalia cristiana (1880) La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma ospita in una delle sue sale un'opera in bronzo dell'artista fiorentino Emilio Franceschini (Firenze 1839 - Napoli 1890) che si intitola Eulalia cristiana. Nella scultura è raffigurata Eulalia di Mérida, una giovane cristiana di origine spagnola che all'età di soli tredici anni subì il martirio sotto Diocleziano dopo essersi autodenunciata come appartenente alla religione cristiana. Disprezzò i giudici e si rifiutò di compiere gesti rituali verso gli dèi. Emilio Franceschi reinterpretò il racconto originario modificando la tipologia del martirio; infatti, sostituì la condanna al rogo con una morte per crocifissione. L'opera ricevette il secondo premio all'Esposizione Nazionale di Torino nel 1880 che per l'occasione fu presentata in marmo. Vi ringrazio. Arrivederci al prossimo articolo. Massimo

FILIPPO BALBI, LA TESTA ANATOMICA (1854)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Filippo Balbi, La Testa anatomica (1854) Olio su tavola Filippo Balbi per realizzare nel 1854 la Testa anatomica si è ispirato sicuramente a Michelangelo Buonarroti; infatti, alcuni corpi che compongono la testa si rifanno a un bassorilievo dell'artista toscano realizzato in giovane età che si chiama Centauromachia conservato a Casa Buonarroti in Firenze, preso anche come modello dallo stesso Michelangelo per la Cappella Sistina. La Testa fu presentata all'Esposizione Internazionale di Parigi nel 1855 dove fu premiata con una medaglia di bronzo e dove ricevette molti apprezzamenti e svariate offerte di acquisto ma lui non volle mai venderla anche di fronte a periodi finanziariamente poco felici; infatti, restò nel suo studio fino al 1890, anno della sua morte. Successivamente fu acquistata da Gennaro Evangelista Gorga in arte Evan Gorga, un noto tenore originario del frusinate diventato collezionista al quale per m

PIETRO TENERANI, PSICHE SVENUTA (1869)

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Pietro Tenerani, Psiche svenuta (1869) Sarà il fatto che è nato vicino Carrara, sarà il fatto che il padre lavorava presso una cava di marmo, sarà il fatto che lo zio scultore l'ha aiutato, Pietro Tenerani è stato uno dei più bravi scultori italiani del ‘800. A me piace moltissimo questo artista, perché con la sua capacità di modellare il marmo, riesce a dare alle sue creazioni l’eleganza e raffinatezza come pochi sanno fare. Per comprendere meglio la cura che metteva nei suoi lavori, in questo post pubblicherò alcune fotografie di Psiche svenuta, scultura realizzata nel 1869 che si trova in una sala della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea a Roma. Tenerani ha colto il momento in cui la fanciulla, sentendosi venire meno, si appoggia a una roccia mentre lentamente si accascia a terra con gli occhi già chiusi e con la testa reclinata, perché poco prima aveva aperto un vaso datole da Proserpina che avrebbe

MUSEO DI ROMA - PALAZZO BRASCHI, FOLCLORE A ROMA TRA IL SEICENTO E OTTOCENTO

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© Photo by Massimo Gaudio L'Arte di fotografare l'Arte Vincenzo Morani, Pranzo in campagna con scena di saltarello (1858) Per vedere dipinti con scene di festa popolare, scene di vita comune e di svago nella Roma dei secoli scorsi, il circuito museale più adatto è quello dei Musei di Roma Capitale. Una buona raccolta si trova nei Musei Capitolini, ma per avere la possibilità di vederne molti, il posto più adatto è il Museo di Roma - Palazzo Braschi. È molto interessante e allo stesso tempo triste, vedere le feste popolari di una volta che purtroppo oggi non esistono più. Per fortuna, allo scopo di mantenere vivo l'interesse per il passato, si fanno spesso rievocazioni storiche, soprattutto nelle città e borghi medioevali. Sarebbe molto bello rivedere l'Albero della Cuccagna in piazza del Campidoglio, oppure la Festa dei Moccoletti in via del Corso o addirittura la Giostra del Saracino a piazza Navona durante il carnevale... Sarebbe molto bello! Agostino Tassi, L'alb

Danzatrice con il dito al mento

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Danzatrice con il dito al mento (prima metà XIX sec) Musei di Villa Torlonia - Roma Il prototipo di questa statua, priva di testa, braccia e piedi, può essere sicuramente considerato la “Danzatrice con il dito al mento” o “Danzatrice Manzoni” dal nome di Domenico Manzoni che la commissionò ad Antonio Canova nel 1811 per 4.400 scudi.  Ne esistono molte riproduzioni e nella Gipsoteca di Possagno si può ancora vedere il modello in gesso, realizzato da Canova nel 1809, da cui derivarono varie sculture.  Di sicuro sappiamo che Alessandro Torlonia fece eseguire da Luigi Bienaimé (1795-1878), della scuola di Thorvaldsen, una copia della “Danzatrice” del Canova, che ora si trova nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.  L’esemplare esposto rivela una lavorazione accurata e di buona qualità, con un effetto di non finito, dovuto probabilmente ai danni atmosferici provocati dall’esposizione all’aria. (testo tratto dal sit

Antonio Canova, Morte di Priamo

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Morte di Priamo - Musei di Villa Torlonia - Roma Il rilievo Torlonia descrive l’ultimo atto della vita del re troiano Priamo, e riprende solo la scena centrale del rilievo originario, che aveva ai lati diversi personaggi.  Il gesto crudele di Pirro, figlio di Achille, intento a colpire il vegliardo dopo averlo afferrato per i capelli, costituisce il punto focale della scena e viene sottolineato da linee verticali ed oblique, sbilanciate verso sinistra, che accentuano lo smarrimento provocato da una violenza così efferata.  Da un punto di vista stilistico si nota un collegamento con la scultura del ‘400 e con la pittura di Gavino Hamilton e dei vasi greci. (testo tratto dal sito Musei di Villa Torlonia) Autore: Antonio Canova  (Possagno 1757 - Venezia 1822) Titolo: Morte di Priamo Supporto: Gesso Anno: - Misure (cm.): - Posizione: Musei di Villa Torlonia Loca

Antonio Canova, Danza dei Feaci

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Danza dei Feaci - Musei di Villa Torlonia - Roma Il tema di questo bassorilievo Torlonia è quasi contrapposto, nella sua espressione di gioia, all’angoscia delle altre due composizioni precedenti.  Si ispira all’ottavo libro dell’Odissea, in cui Hallo e Laudamante, figli di Alcinoo, re dei Feaci, danzano davanti ad Ulisse.  Il ritmo che avvolge i corpi dei due giovani è come un’onda melodiosa sottolineata dalla circolarità del drappo che viene fatto volteggiare con grazia.  La palla, che resta sospesa ai loro piedi, sta a rappresentare il mito greco della perfezione dell’universo.  Il gesso Torlonia è stato strutturato in funzione della sua sistemazione in una sala della Villa e quindi è stato riprodotto solo l’episodio centrale, eliminando le figure che assistono alla danza come nelle altre serie a noi note.  La composizione sembra rispondente alle scelte tematiche dei Torlonia, dai quali la danza era p