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SAN GEROLAMO DI CARAVAGGIO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, San Gerolamo (1605-1606) - Galleria Borghese - Roma  Secondo quanto tramandato da Bellori, il dipinto fu eseguito dall'artista per il cardinale Scipione Borghese, ormai noto estimatore del promettente artista lombardo. Fino ad oggi, tuttavia, non risultano pervenuti documenti che ne testimoniano l'ingresso nella collezione. San Gerolamo, eremita, dottore della Chiesa e autore della traduzione della Bibbia dal greco al latino, la "Vulgata", è stato adottato di frequente nell'iconografia pittorica nel periodo della Controriforma, tanto che lo stesso Caravaggio eseguì almeno altre due tele con lo stesso soggetto. Nell'opera della Galleria Borghese il santo, anziché essere raffigurato secondo l'iconografia dell'eremita penitente, viene presentato per le sue qualità di uomo di studi. Descritto come un anziano 'umanista' affiancato dalla complessa eseg

NOLI ME TANGERE DI ANDREA DEL SARTO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Andrea del Sarto, Noli me tangere (1510) - Galleria degli Uffizi - Firenze Noli me tangere , letteralmente significa non mi toccare .  Si tratta di una frase attribuita a Gesù quando  si rivolge così a Maria Maddalena subito dopo la risurrezione.  L'artista esegui questa opera per la chiesa di San Gallo a Firenze e molto probabilmente valse la commissione di  altre due opere sempre per convento agostiniano: L'Annunciazione e la Trinità .  Dopo la demolizione della chiesa nel 1531, la tavola, insieme ad altri importanti opere, fu trasferita nella chiesa di S. Jacopo tra i Fossi, e collocata nella cappella Morelli.  La pala rimase nella cappella fino al 1849, per poi arrivare nelle residenze dei Morelli fino al 1875, quando entro' agli Uffizi. Autore:         Andrea del Sarto (Firenze 1486 - 1530) Titolo: Noli me tangere Supporto: Olio su tavola Anno: 1510 Misure (cm.):

RESURREZIONE DI CRISTO DI MARCO PINO

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Marco Pino, Resurrezione di Cristo (1569 - 1576) - Galleria Borghese - Roma La tavola, che comprende fedelmente l'affresco eseguito dall'artista per l'Oratorio del Gonfalone a Roma, documenta in modo esemplare gli stilemi propri  della fase più avanzata della "maniera". Un ritmo quasi frenetico sostiene l'intera composizione, dove le figure, atteggiate in pose innaturali, alludono ciascuna a un lontano modello estrapolato dal repertorio dei grandi maestri di inizio secolo, Raffaello e Michelangelo, rielaborato tuttavia, con l'apporto degli artisti nordici, secondo le esasperazioni formali e cromatiche del cosiddetto "manierismo internazionale". (da Galleria Borghese) Autore: Marco Pino o Marco da Siena (Castelpino Siena 1521 - Napoli 1583) Titolo: Resurrezione di Cristo Supporto: Olio su tavola Anno: 1569 - 1576 Misure (cm.): 131 x 97,5

COMPIANTO SUL CRISTO MORTO DI PIETER PAUL RUBENS

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Peter Paul Rubens, Pianto sul Cristo morto (1602) - Galleria Borghese - Roma  Nel dipinto Rubens fonde l'iconografia del compianto sul Cristo morto con quella della deposizione nel sepolcro, con Giuseppe d'Arimatea, la Madonna, san Giovanni Evangelista e la Maddalena che piangono l'evento.  L'opera risale al primo soggiorno romano del pittore all'inizio del Seicento. La suggestione dell'antico si riflette nell'ara con scene di sacrificio, ma sopratutto nel forte rilievo scultoreo delle figure. Verso la fine del XVIII, o all'inizio del seguente, l'opera è stata ingrandita su tutti i lati con l'aggiunta di strisce di tela forse per adattarla a una nuova cornice. L'ultimo restauro (1986-1987) ha consentito il recupero delle raffinatissime cromie della tavolozza rubensiana e ha messo in risalto la straordinaria capacità dell'artista nel differenziare e graduare, tramite i colori, le

CRISTO MOSTRATO AL POPOLO DI GREGORIO PRETI

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Gregorio Preti, Cristo mostrato al popolo (1645-1655) - Collezione privata L'inserzione dei volti espressivi dei due popolani consentì all'artista di superare la tradizionale raffigurazione dell'Ecce Homo, con il Cristo flagellato e coronato di spine presentato alla folla. L'opera costituisce una filiazione diretta del Pilato che si lava le mani  già presentato nell'articolo di questa mattina, realizzato da Gregorio in collaborazione con il più giovane e talentuoso Mattia. (da Palazzo Barberini) Autore: Gregorio Preti (Taverna 1603 - Roma 1672) Titolo: Cristo mostrato al popolo Supporto: Olio su tela Anno: 1645 - 1655 Misure (cm.): 113 x 157 Posizione: Collezione privata Si trovava: Palazzo Barberini Località: Roma

PILATO SI LAVA LE MANI DEI FRATELLI GREGORIO E MATTIA PRETI

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Gregorio e Mattia Preti, Pilato si lava le mani (1640ca.) - Collezione Rospigliosi presso la sede della Coldiretti - Roma Il quadro illustra due distinti passi del Vangelo: Pilato che si lava le mani e Cristo condotto al calvario. Il dipinto fu realizzato poco dopo il 1640 dai fratelli Gregorio e Mattia Preti , attivi a due mani sulla tela: se la primo spettano i personaggi del gruppo centrale e i due uomini che mimano con le dita il gesto della crocifissione, al secondo possiamo attribuire il gruppo di destra e il bell'armigero con l'alabarda. Autore: Gregorio e Mattia Preti Titolo: Pilato si lava le mani Supporto: Olio su tela Anno: 1640 ca. Misure (cm.): 135 x 320 Posizione: Collezione Rospigliosi presso la sede della Coldiretti Si trovava: Palazzo Barberini Località: Roma

ULTIMA CENA di VALENTIN DE BOULOGNE

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Valentin de Boulogne, Ultima Cena (1625-1626) - Palazzo Barberini - Roma Richiesta dal nobile collezionista Asdrubale Mattei per il suo palazzo romano, la commissione dell' Ultima Cena segna un momento decisivo nell'affermazione del pittore francese nella scena artistica romana. In ossequio alla tradizione iconografica consolidata, l'immagine si sviluppa in senso orizzontale, con gli apostoli che si dispongono in perfetto equilibrio intorno alla mensa, spartita dalla bisettrice della composizione, che coincide con la figura di Cristo e con la piega, non a caso cruciforme, della tovaglia. L'apertura centrale e il drammatico chiaroscuro di matrice caravaggesca servono a stabilire un più intimo contatto tra Cristo e l'osservatore, gli unici a conoscere l'identità del traditore, il primo per preveggenza divina, il secondo per il privilegio della sua posizione. (da Palazzo Barberini)