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Guido Reni, Ritratto del Cardinale Bernardino Spada

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Guido Reni, Ritratto del Cardinale Bernardino Spada (1631) Galleria Spada - Roma Rarissimo esempio della produzione ritrattistica di Guido Reni, il dipinto fu eseguito a Bologna tra il 1630 e il 1631, quando il Cardinal Bernardino ricopriva la funzione di legato pontificio nella città emiliana. Vertice assoluto di introspezione psicologica, questo capolavoro della ritrattistica italiana del Seicento restituisce la nobiltà, la finezza intellettuale e la spiritualità del Cardinale, mostrato all'interno del proprio studio in atto di scrivere una missiva al pontefice, come indica la scritta Beatus Padre che compare sul foglio; alle sue spalle, l'archivio contenente la corrispondenza del porporato, una soluzione che ci trasporta sia nel mondo ufficiale che in quello più intimo del personaggio ritratto.  La magistrale abilità di Guido Reni nel rendere la naturalezza delle cose, al contempo divinizzandole, è evidente qui sia

Artemisia Gentileschi, Madonna che allatta

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Artemisia Gentileschi, Madonna che allatta (1610-1611) Galleria Spada - Roma L'originalissimo e celebre dipinto mostra, in modo del tutto inedito, una Vergine Maria che si è leggermente assopita mentre allatta il Bambino: il capo leggermente reclinato, gli occhi socchiusi, la mano sinistra abbandonata ci parlano della dolcezza, ma anche della fatica, della maternità, in una nuova visione dell'arte che si ispira direttamente al vero, senza per questo perdere i suoi densi riferimenti spirituali. E' stata la giovanissima Artemisia Gentileschi, figlia del pittore Orazio, a ideare questa scena intima in cui un biondo Gesù infante pare risvegliare la madre con una leggera carezza; dall'arte del padre pittore deriva, invece, l'estremo preziosismo del colore, brillante, sfumato in una serie di trapassi di rosa perla luminosi e cangianti, che molto devono alla tradizione toscana. Databile intorno al 1610, il d

Giovanni Battista Gaulli detto IL BACICCIA, Il Trionfo del nome di Gesù

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Battista Gaulli detto IL BACICCIA, Il Trionfo del nome di Gesù (1677 ca.) Galleria Spada - Roma Questo luminoso "bozzettone" è un grande modello preparatorio per la più importante decorazione a fresco del barocco romano, la volta della chiesa del Gesù, a pochi passi da piazza Venezia.  Si tratta di una testimonianza preziosa sia per le dimensioni che per il grado di finitura, nonchè per la qualità eccelsa della pittura e per l'importanza dell'affresco finale che ad essa fa riferimento.  Giovan Battista Gaulli, fondamentale protagonista della pittura romana della seconda metà del Seicento, eseguì la decorazione del Gesù tra 1668 e 1679; i Gesuiti richiesero dei modelli per l'approvazione dell'opera da compiersi e il pittore presentò, quindi, la sua visione dello sfolgorante trionfo, al centro del sole e in mezzo alle schiere angeliche, del monogramma di Cristo, IHS, emblema della compagnia di sa

Bernardino Cesari, Diana e Atteone

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Bernardino Cesari, Diana e Atteone (1601-1613) Galleria Borghese - Roma Il dipinto è un probabile acquisto del cardinale Scipione Borghese. Menzionato in un poemetto che descrive la collezione scritto nel 1613, la tela reca sul sasso la firma del pittore. Si tratta di una copia fedele di un dipinto di analogo soggetto eseguito dal fratello di Bernardino, Giuseppe cesari detto il Cavalier d’Arpino, di cui esistono varie versioni. Di grande interesse è la presenza della firma dell’autore, al quale si possono riferire con certezza ben poche opere.    (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Bernardino Cesari (Arpino 1571 - 1622) Titolo: Diana e Atteone Supporto: Olio su tela Anno: 1601 - 1613 Misure (cm.): 62,5 x 83 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, La cattura di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, La cattura di Cristo (1598) Galleria Borghese - Roma Il dipinto venne definito già nel Seicento come la più bella opera eseguita dal Cavalier d’Arpino. Giunse nella collezione di Scipione Borghese in seguito al sequestro delle opere conservate nello studio del pittore, ordinato nel 1607 da Paolo V. L’aggressione notturna rappresentata nel dipinto è tra le composizioni più celebri e imitate del Cesari.    (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO (Arpino 1568 - 1640) Titolo: La cattura di Cristo Supporto: Olio su rame Anno: 1598 Misure (cm.): 79 x 58 Posizione: Galleria Borghese Località: Roma

Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, Ratto di Europa

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO, Ratto d'Europa (1603-1606) Galleria Borghese - Roma Il dipinto, di piccolo formato, fa parte della collezione del cardinale Scipione Borghese che, probabilmente, l’acquistò direttamente dall’autore. La scena, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, è costruita sul binomio formato dai colori complementari, l’azzurro e il giallo, ed è una delle più armoniose composizioni del Cesari. L’artista non appare interessato al dramma della giovane Europa che viene rapita da Giove contrariamente alla sua volontà, ma si limita a ritrarre il momento del rapimento, il trasporto per mare, una rappresentazione finalizzata a produrre un effetto piacevole.   (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Giuseppe Cesari detto CAVALIER D'ARPINO (Arpino 1568 - 1640) Titolo: Ratto di Europa Supporto: Olio su tavola Anno: 1603 - 1606 Misure (cm.

Ludovico Cardi detto CIGOLI, Giuseppe con la moglie di Putifarre

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Ludovico Cardi detto CIGOLI, Giuseppe con la moglie di Putifarre (1610) Galleria Borghese - Roma Il dipinto, firmato e datato “Lod. Cigoli F. 1610”, venne eseguito per Antonio Ricci, vescovo di Arezzo nel 1611. Ricci lo donò poi al cardinale Scipione Borghese, probabilmente in segno di gratitudine per l’importante nomina ricevuta .L’immediatezza narrativa del soggetto, resa attraverso l’effetto dei colori, delle espressioni e dei gesti, rimanda a una teatralità di costume e a un sentimento già barocco. Il tema, tratto dal Vecchio Testamento, è rivisto in chiave laica, una scena d’alcova dove la moglie di Putifarre appare come una perfetta cortigiana. (testo tratto dal sito Galleria Borghese) Autore: Ludovico Cardi detto CIGOLI (Cigoli 1559 ca - Roma 1613) Titolo: Giuseppe con la moglie di Putifarre Supporto: Olio su tela Anno: 1610 Misure (cm.): 220 x 150 Posizione: Galle