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Rosalba Carriera e Il segreto nello sguardo di Valentina Casarotto

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ROSALBA CARRIERA E ANTOINE WATTEAU: MAESTRI DELLA PITTURA ROCOCO' Rosalba Carriera "Ritratto di Caterina Barbarigo Sagredo" 1721, pastello, cm.43,4x31,7 Dresda, Gemäldegalerie (Fig.1) Recensione del romanzo Storico/Biografico "Il Segreto nello sguardo - Memorie di Rosalba Carriera prima pittrice d'Europa" di Valentina Casarotto.  Segue un approfondimento delle opere d'arte di Rosalba Carriera e Antoine Watteau. A cura di Manuela Moschin del blog Librarte.eu   Il romanzo "Il Segreto nello sguardo" inizia così: Il mio primo ricordo. La luminosa primavera del 1683, la primavera dei miei dieci anni. Mia madre era seduta sulla poltrona del salottino intenta al merletto. La luce del meriggio entrava dai tendaggi scostati, si riverberava sul tavolinetto in radica con le tazze da tè, dorava le sue gote e le mani sospese in gesti simili a danza. Sembrava ricamasse l'aria con fili invisibili. Il merletto, fragile come la tela di un ragno e prezioso

Raffaello Sanzio, Deposizione di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Raffaello Sanzio, Deposizione di Cristo (1507) Galleria Borghese - Roma La tavola, firmata e datata in basso a sinistra “Raphael Urbinas MDVII.”, fu commissionata da Atalanta Baglioni in memoria del figlio Grifonetto, ucciso durante una lotta fratricida per il possesso della signoria di Perugia. L’opera, utilizzata come pala d’altare nella chiesa di San Francesco, rimase nella città umbra per cento anni, finché una notte, con la complicità dei frati, fu prelevata di nascosto e inviata a Roma a papa Paolo V, che ne fece dono al nipote Scipione Borghese (1608). Originariamente era sormontata da una cimasa con l’immagine di Dio Padre benedicente (Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria) e accompagnata da una predella con la raffigurazione delle Virtù teologali, oggi ai Musei Vaticani. Nel mettere in scena il dramma della rappresentazione, Raffaello prese a modello il Compianto su Cristo morto di Perugino a Palazzo Pitti, eseguito nel 1495, in

I Disegni di Leonardo Da Vinci

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Leonardo da Vinci "Raffigurazione del feto nell'utero", ca. 1510 - penna e china seppia (due tonalità), acquerellata con matita rossa, mm 304x220 Castello di Windsor, Royal Library (R.L. 19102r) A cura di Manuela Moschin del blog  https://www.librarte.eu Leonardo da Vinci (Anchiano 1452 - Amboise 1519) pittore, ingegnere e scienziato, fu anche un abile disegnatore. Si può notare che in tutti i suoi dipinti applicò uno studio accurato tramite l'impostazione del disegno. Giorgio Vasari (1511-1574) pittore, architetto e storico dell'arte e grande sostenitore di questa tecnica, nella serie di biografie dedicata ad artisti, intitolata "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori" pose attenzione alla maestria di Leonardo nel creare un "Disegno Perfetto": "Leonardo da Vinci, il quale dando principio a quella terza maniera che noi vogliamo chiamare moderna, oltra la gagliardezza e bravezza del disegno, ed oltra il contraffa

"Davide con la testa di Golia" di Michelangelo Merisi da Caravaggio

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A cura di Manuela Moschin del blog Librarte.eu Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571, Porto Ercole, 16 luglio 1610), è uno degli artisti più rivoluzionari e anticonvenzionali della storia dell'arte. Egli, dotato di una personalità impulsiva, in conflitto con se stesso e con il mondo, è considerato un genio della pittura, poiché è riuscito ad apportare un profondo rinnovamento alla corrente artistica della tradizione italiana. Il maestro è da sempre un esempio di raffinatezza ed eccellenza, che perdura fino ai nostri giorni. Il malessere dell'uomo e della condizione umana vennero espressi dall'artista, mediante l'utilizzo straordinario della luce, che illuminando i personaggi, dona loro un'intensità psicologica, ricca di pathos. L'osservatore, ammirando i suoi capolavori, si sente trasportato emotivamente. Immedesimandosi nelle figure, rivive i loro stati d'animo. I vissuti e la sua sofferenza spiccano in tutti i dipinti. La rivoluzione

La Biblioteca Reale di Torino e la preziosa raccolta di Opere d'Arte.

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Biblioteca Reale di Torino A cura di Manuela Moschin Mi potete seguire anche nel Blog LibrArte.eu  "La Biblioteca particolare del Re è ricca delle più scelte e belle edizioni moderne di opere appartenenti a storia, viaggi, arti, economia pubblica e scienze diverse. Vi si annoverano più di 30.000 volumi a stampa, tra’ quali alcuni in pergamena e miniati". Davide Bertolotti (1840). Nel Palazzo Reale di Torino, che dal 1997 fa parte del Patrimonio dell'Umanità UNESCO, è ubicata la Biblioteca Reale. Attualmente la Biblioteca conserva 200.000 volumi, incisioni, 4.500 manoscritti, pergamene, disegni, carte antiche e il celebre "Autoritratto" di Leonardo Da Vinci, del quale ne parlerò nei prossimi articoli. Nel 1831 Carlo Alberto di Savoia-Carignano, amante della cultura, desiderò attuare un rinnovamento architettonico e artistico della struttura. Tra le sue innovazioni nel 1839 istituì la Biblioteca Reale, incaricando il Conte Michele Saverio Provana del Sabbione

Canova e la Gypsotheca di Possagno

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  Gypsotheca di Possagno (TV) A cura di Manuela Moschin Mi potete seguire anche nel blog librarte.eu  Il fratellastro di Antonio Canova, ossia il vescovo Giovanni Battista Sartori Canova, volle erigere un museo al fine di conservare i modelli da cui sono stati realizzati i marmi. Nella Gypsotheca è possibile ammirare i calchi originali in gesso, i bozzetti in terracotta o cruda oppure in cera.  L'edificio risalente al 1844 è stato progettato dall'arch. Francesco Lazzari, tuttavia, in seguito ai due conflitti mondiali, la Gypsotheca subì gravi danni. Nel 1957 fu affidata la costruzione di una nuova ala del museo all'arch. Carlo Scarpa (1906-1978), che ebbe la maestria di concepire un'ambientazione scenografica altamente suggestiva e coinvolgente, attraverso la predisposizione di involucri architettonici, che consentono di far filtrare la luce dall'alto. Entrando nella Sala Grande, si rimane affascinati dall'allestimento spettacolare. Le opere appaiono come atto

Danzatrice con il dito al mento

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Danzatrice con il dito al mento (prima metà XIX sec) Musei di Villa Torlonia - Roma Il prototipo di questa statua, priva di testa, braccia e piedi, può essere sicuramente considerato la “Danzatrice con il dito al mento” o “Danzatrice Manzoni” dal nome di Domenico Manzoni che la commissionò ad Antonio Canova nel 1811 per 4.400 scudi.  Ne esistono molte riproduzioni e nella Gipsoteca di Possagno si può ancora vedere il modello in gesso, realizzato da Canova nel 1809, da cui derivarono varie sculture.  Di sicuro sappiamo che Alessandro Torlonia fece eseguire da Luigi Bienaimé (1795-1878), della scuola di Thorvaldsen, una copia della “Danzatrice” del Canova, che ora si trova nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.  L’esemplare esposto rivela una lavorazione accurata e di buona qualità, con un effetto di non finito, dovuto probabilmente ai danni atmosferici provocati dall’esposizione all’aria. (testo tratto dal sit

Antonio Canova, Morte di Priamo

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Morte di Priamo - Musei di Villa Torlonia - Roma Il rilievo Torlonia descrive l’ultimo atto della vita del re troiano Priamo, e riprende solo la scena centrale del rilievo originario, che aveva ai lati diversi personaggi.  Il gesto crudele di Pirro, figlio di Achille, intento a colpire il vegliardo dopo averlo afferrato per i capelli, costituisce il punto focale della scena e viene sottolineato da linee verticali ed oblique, sbilanciate verso sinistra, che accentuano lo smarrimento provocato da una violenza così efferata.  Da un punto di vista stilistico si nota un collegamento con la scultura del ‘400 e con la pittura di Gavino Hamilton e dei vasi greci. (testo tratto dal sito Musei di Villa Torlonia) Autore: Antonio Canova  (Possagno 1757 - Venezia 1822) Titolo: Morte di Priamo Supporto: Gesso Anno: - Misure (cm.): - Posizione: Musei di Villa Torlonia Loca

Antonio Canova, Danza dei Feaci

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L'Arte di fotografare l'Arte © Photo by Massimo Gaudio Antonio Canova, Danza dei Feaci - Musei di Villa Torlonia - Roma Il tema di questo bassorilievo Torlonia è quasi contrapposto, nella sua espressione di gioia, all’angoscia delle altre due composizioni precedenti.  Si ispira all’ottavo libro dell’Odissea, in cui Hallo e Laudamante, figli di Alcinoo, re dei Feaci, danzano davanti ad Ulisse.  Il ritmo che avvolge i corpi dei due giovani è come un’onda melodiosa sottolineata dalla circolarità del drappo che viene fatto volteggiare con grazia.  La palla, che resta sospesa ai loro piedi, sta a rappresentare il mito greco della perfezione dell’universo.  Il gesso Torlonia è stato strutturato in funzione della sua sistemazione in una sala della Villa e quindi è stato riprodotto solo l’episodio centrale, eliminando le figure che assistono alla danza come nelle altre serie a noi note.  La composizione sembra rispondente alle scelte tematiche dei Torlonia, dai quali la danza era p

Jan Brueghel il Vecchio, Paesaggio con mulini a vento

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Jan Brueghel il Vecchio, Paesaggio con mulini a vento (1607) Galleria Spada - Roma Firmato dal pittore e datato 1607 in basso a sinistra, il dipinto è ricordato dagli inventari secenteschi tra quelli appartenenti al cardinal Bernardino Spada.  Piccolo capolavoro che riassume il mondo visivo e spirituale di Brueghel il Vecchio, il dipinto si mette in relazione con un disegno conservato al Metropolitan Museum di New York, nonchè con svariate repliche, copie e versioni successive da esso dipendenti. La qualità della pittura è ancora quella della tradizione fiamminga, minuziosa, perfetta e lenticolare, mentre pienamente moderno è lo sguardo di Brueghel, che presenta, in una prospettiva a volo d'uccello che spazia verso un orizzonte infinito, la sintesi del mondo rurale e del suo "fare" quotidiano con l'eternità del paesaggio e della luce nordica. Un colore brillante e vario è usato per la descrizione dei lavori de