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ANNIBALE OPPURE LUDOVICO CARRACCI A PALAZZO BARBERINI ?

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Annibale (o Lodovico) Carracci, Tabernacolo portatile con la Pietà, scene di santi e martiri (1603) - Palazzo Barberini - Roma   Visitando i nuovi allestimenti delle nuove Sale al primo piano dell'Ala nord della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, sono entrato in una Sala che non avevo mai visto prima nel corso delle varie visite effettuate al museo. La Sala 22 è bellissima ed è ricca di marmi e decorazioni che dalle pareti salgono su fino alla volta. Non conosco la sua destinazione iniziale, ma le decorazioni non hanno riferimenti religiosi quindi non credo che fosse una cappella privata. La Sala è dedicata ad una sola singola opera esposta all'interno di una teca che la protegge. L'opera è di un pittore bolognese della famiglia Carracci che si intitola Tabernacolo portatile con la Pietà, scene di santi e martiri   realizzata intorno al 1603 ed è un olio su tavola, rame, ebano e o

Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO, San Pietro e San Paolo - Fondazione Alda Fendi-Esperimenti

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO, San Pietro e San Paolo (1587-1592) - Ermitage - San Pietroburgo (RU) L'opera dell'artista greco Domínikos Theotokópoulos detto EL GRECO  (Candia 1541-Toledo 1614) proviene dal Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, il quale lo ha dato in prestito per qualche mese alla Fondazione Alda Fendi-Esperimenti di Roma. Il dipinto si intitola San Pietro e San Paolo realizzato tra il 1587 ed il 1592, molto probabilmente durante il soggiorno dell'artista a Toledo in Spagna. In quei tempi, l'isola di Creta era sotto il dominio della Repubblica di Venezia e proprio dalla città veneta l'artista incominciò il suo percorso artistico che lo portò prima a Roma e poi definitivamente in Spagna. Ebbe così modo di rielaborare gli stili artistici dei grandi pittori italiani come il Parmigianino, Tintoretto, Tiziano, Correggio, Raffaello, che lo portarono ad improntare uno stile tutto

Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Battesimo di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Battesimo di Cristo (1596-1597) - Palazzo Barberini - Roma Il  Battesimo di Cristo  può essere letto parallelamente all’altro dipinto in collezione, l' Adorazione dei pastori ,  realizzati entrambi come bozzetti per un’opera monumentale composta da più tele e destinata ad una chiesa madrilena. El Greco ha sfruttato il formato verticale per conferire uno slancio ascendente alle composizioni: se per le raffigurazioni del Battesimo è abbastanza comune impostare la scena sulla verticale, per mettere in risalto la discesa dello Spirito Santo su Gesù, questa modalità risulta, invece, decisamente insolita per l’Adorazione dei pastori.  Nei due dipinti, El Greco ha organizzato lo spazio dividendolo a metà: in basso il mondo materiale, in alto la realtà ultraterrena, unificati da una luce quasi argentata, la luce divina, emanata da Dio nel  Battesimo , dalle schiere angeliche e dal Bambino n

Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Adorazione dei pastori

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Dominikos Theotokopoulos detto EL GRECO, Adorazione dei pastori (1596-1597) - Palazzo Barberini - Roma L’ Adorazione dei pastori  e il Battesimo di Cristo   sono stati messi in relazione con un’importante commissione che El Greco ricevette nel 1596, un  retablo  – una pala d’altare di grandi dimensioni composta da più dipinti – per la chiesa dell’Incarnazione del Colegio de Doña Maria de Aragón a Madrid. Il  retablo  venne smembrato durante l’età napoleonica e l’ipotesi di ricostruzione più accreditata prevede l’originaria presenza di sei maestose tele, alte fino a 3,5 metri; cinque di queste si trovano al Museo del Prado, mentre l’ Adorazione dei pastori  è conservata presso il Museu de Artà di Bucarest.  I recenti studi e l’ultimo restauro (2009), condotto sulle piccole tele di palazzo Barberini, ne hanno dimostrato l’autografia: si pensa, quindi, che potessero essere dei bozzetti preparatori per il  retablo  o delle copie succe

Giovanni Baronzio, Storie della Passione di Cristo

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Giovanni Baronzio, Storie della Passione di Cristo (1330-1335) - Palazzo Barberini - Roma Il dipinto di Giovanni Baronzio illustra sei episodi tratti dalla Passione di Cristo, inseriti in scomparti quadrati e leggibili in senso antiorario, partendo in alto a sinistra:  Deposizione ,  Compianto ,  Resurrezione ,  Discesa al Limbo ,  Ascensione  e  Pentecoste . In un articolo di Federico Zeri (1958), l’opera per la prima volta fu messa in relazione con un dipinto analogo conservato presso il Museo della Città di Rimini: i due dipinti – insieme ad altri attualmente non rinvenuti – costituivano il dossale di un altare del convento francescano di Villa Verucchio. Nell’opera esposta a palazzo Barberini, si trovano le scene della Passione successive alla morte di Cristo, in quella riminese le scene precedenti: in entrambe, manca, però, l’episodio della Crocifissione, che doveva, quindi, essere raffigurato in un altro scomparto, posto al

Canaletto e le splendide vedute

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Antonio Canal detto il Canaletto “Il ritorno del Bucintoro al molo, nel giorno dell’Ascensione”, cm 182 x 259 - 1729 circa. Milano collezione Aldo Crespi. A cura di Manuela Moschin della pagina Facebook e blog www.librarte.eu  Ciao carissimi, oggi vi invito a immergervi nelle opere di un pittore veneziano che, nel Settecento, fu uno degli artisti maggiormente influenti sul piano innovativo. Mi riferisco ad Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia, 1697- Venezia, 1768), che realizzò quello che lo storico dell’arte Roberto Longhi definì “certezza illuministica di verità assoluta”. Venezia nel Settecento, dal punto di vista artistico, fu un’epoca di rinnovamento. I pittori veneziani venivano richiesti in tutta Europa e fu così che, viaggiando molto, ebbero l’opportunità di sperimentare tecniche e generi nuovi. Canaletto si trasferì dapprima a Roma e poi a Londra, dove ricevette numerose commissioni inglesi attraverso l'amico mecenate e collezionista d'arte Joseph Smith (1682-1770

Pietro Vannucci detto PERUGINO, San Filippo Benizi

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#artiebellezzeitaliane Photo by Massimo Gaudio Pietro Vannucci detto PERUGINO, San Filippo Benizi (1505-1507) - Palazzo Barberini - Roma Il dipinto raffigura san Filippo Benizi, uno dei sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria, a lungo identificato con san Nicola da Tolentino. Entrata a far parte della collezione grazie alla donazione Torlonia del 1892, l’opera fu attribuita a Perugino da Federico Zeri (1953), che la indicò come parte del complesso altare commissionato per la chiesa della Santissima Annunziata di Firenze.  Nel 1546, per rinnovare il polittico, la tavola fu spostata e recisa nella parte inferiore, ma rimase nella chiesa fino allo smontaggio definitivo della struttura, avvenuto nel 1654. La scelta di inserire nella composizione Filippo Benizi – non ancora santo, dato che sarà infatti canonizzato soltanto nel 1671 – faceva parte del più esteso programma di promozione dei beati dell’ordine, avviato dai Serviti a partire dalla seconda metà del Quattrocento. I